Governo Renzi: né nuovo né laico
Il rottamatore per eccellenza ha dunque formato il suo governo. Che, per quanto modificato, non si differenzia granché da quello precedente: una guida anagraficamente giovane, la stessa maggioranza, qualche tecnico, alcune presenze ingombranti.
Matteo Renzi, nella sua funzione di presidente di Provincia prima, di sindaco poi, non si è segnalato per iniziative particolarmente significative. Può darsi che il suo sia un modo diverso di far politica ma, da buon laureato con una tesi sul sindaco di Firenze e servo di Dio Giorgio La Pira, nell’amministrazione e la gestione del potere non si è discostato dalla tradizione democristiana dalla quale peraltro discende.
Il suo “Gianni Letta” è Marco Carrai, teo-con a tutto tondo. Altro che lo stil novo di cui vorrebbe farsi alfiere: anche a livello di laicità. L’unico provvedimento significativo adottato sotto la sua guida è stato un cimitero per i feti: non esattamente ciò di cui si sentiva la mancanza. Poi lo “scoop” del programma Un giorno da pecora: al liceo simpatizzava per Comunione e liberazione. In molti hanno commentato: “Quale sarebbe lo scoop?” Situazione prevedibile, come è stato fatto notare, quando il partito che fu di Peppone ora è in mano ai don Camillo. Va del resto ricordato che fu eletto segretario Pd con il programma meno laico tra i tre candidati.
Lo stesso esecutivo che ha formato non ha alcunché di laico. Riconfermato, oltre al clericale Alfano, anche il ciellino Maurizio Lupi. Il nuovo uomo forte, il sottosegretario alla presidenza Graziano Delrio, ha (sinora) nove figli e segue il Cammino neocatecumale, un movimento ecclesiale integralista discusso all’interno della stessa Chiesa: ci hanno segnalato che, quando era sindaco di Reggio Emilia, evitava di celebrare matrimoni civili. Roberta Pinotti arrivò solo terza alle primarie Pd per il Comune di Genova, quando era considerata la candidata di Bagnasco: Renzi le ha ora assicurato un posto come ministro della Difesa. La raccomandatissima Marianna Madia si segnala da tempo per posizioni bioetiche clericali. Certo non c’è più l’altro ciellino Mario Mauro, in compenso non c’è nemmeno Emma Bonino. Che pure, va evidenziato, qualche giorno fa non ha espresso remore nella partecipazione alla celebrazione del Concordato presso l’ambasciata della Santa Sede.
L’unica novità significativa (che speriamo non sia soltanto di facciata) è l’alta presenza di donne, ed è comunque compensata dalla cancellazione del Ministero delle Pari Opportunità – che peraltro non si dovrebbe occupare soltanto di donne. Come se con l’arrivo di Renzi fossero d’incanto sparite tutte le discriminazioni e tutti i privilegi. Matteo Renzi, a fine anno, aveva sollevato il tema dei diritti delle coppie di fatto con un proposta che rappresentava il minimo sindacale. Il Nuovo Centrodestra aveva comunque immediatamente alzato le barricate. Sarebbe interessante sapere se la questione è entrata negli accordi di governo.
Anche perché il parlamento, lo ribadiamo ancora una volta, è composto da una maggioranza di deputati e senatori eletti in liste che si sono presentate alle urne con programmi che promettevano di intervenire su temi laici quali unioni civili, testamento biologico e fecondazione artificiale. Sappiamo bene che non è “razionale”, dati empirici alla mano, pensare che le promesse dei politici (soprattutto italiani) sono destinate a tradursi in fatti. Non è nemmeno “razionale”, tuttavia, dare deterministicamente per scontato che la situazione in Italia è immutabile. Sta a noi, sta a voi darsi da fare per cambiarla.
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