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 Home page > Tribuna Libera > Gli scafisti del peschereccio naufragato in Grecia

Gli scafisti del peschereccio naufragato in Grecia

Una delle nove persone fermate dalle autorità greche e accusate di far parte degli scafisti che ha organizzato la traversata per oltre 600 persone a bordo dell’imbarcazione naufragata al largo di Pylos ha confessato.

 Uno degli egiziani in custodia ha ammesso di aver ricevuto del denaro per svolgere lavori a bordo della nave Adriana durante il viaggio, ma ha dichiarato di non essere un “membro chiave” nel traffico di migranti. Le altre 8 persone fermate, infatti, hanno negato le accuse di aver costituito un’organizzazione criminale, aver causato un naufragio e aver messo in pericolo la vita delle persone a bordo. L’inchiesta è incentrata proprio sui nove presunti scafisti sopravvissuti, tutti egiziani di età compresa fra i 20 e i 40 anni. Uno di loro è ancora in ospedale. Sono stati indicati come membri dell’equipaggio da altri sopravvissuti. L'accusa è molto grave: omicidio colposo, traffico di esseri umani e fare parte di una organizzazione criminale. La struttura sembra abbia organizzato 18 passaggi pericolosi dalla costa libica all’Italia negli ultimi mesi. Tutti i profughi a bordo avevano versato fra i 5mila e i 6mila euro per il passaggio Secondo l’organizzazione, Alarm phone “coloro che traggono profitto dall’organizzazione di tali viaggi non si troveranno sulle barche. Assistiamo ripetutamente a persone accusate ingiustamente e comunque condannate a molti anni di reclusione. Questo accade perché le autorità hanno bisogno di capri espiatori“.

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