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Gli F-16 di Aviano? “Mandiamoli in Polonia!”

Al Pentagono c’è chi pensa di trasferire in Polonia i cacciabombardieri a capacità nucleare F-16 che l’aeronautica statunitense ha dislocato nella base di Aviano (Pordenone). Le ragioni politiche e strategiche per dirottare verso est i sistemi di guerra, sono state analizzate in un articolo pubblicato su Air and Space Power Journal dal colonnello Christopher S. Sage, a capo del Joint Studies and Analysis Branch del Comando generale dell’US Air Force di Washington. L’articolo, dal significativo titolo “Gli F-16 volano ad Est. Trasformare le forze aeree degli Stati Uniti in Europa e rafforzare la Polonia”, rivela la forte preoccupazione dei vertici del Pentagono per le lotte del movimento italiano contro il raddoppio della base militare di Vicenza e il potenziamento delle altre basi USA ospitate in Italia.

“L’esercito polacco ha fatto di recente scelte senza precedenti, accogliendo strategie, attività di addestramento e sistemi d’arma occidentali”, esordisce il colonnello Sage. “È interesse nazionale degli Stati Uniti continuare a trasformare il comando dell’US Air Force in Europa ricollocando i cacciabombardieri F-16 dall’Italia in nuove basi della Polonia. Ciò servirebbe a cementare le nostre relazioni con il paese dell’Europa orientale”.
 
La Polonia è oggi uno dei membri della NATO che più sostiene gli interventi militari degli Stati Uniti. Varsavia ha inviato truppe nelle aree di conflitto mediorientali; dal 2003 al 2007 ha pure guidato la Divisione multinazionale nell’area centro-meridionale dell’Iraq e sta prendendo seriamente in considerazione l’ipotesi di accrescere la propria presenza in Afghanistan. Inoltre, utilizzando i crediti per l’esportazione autorizzati dal Congresso statunitense, la Polonia sta potenziando la sua forza aerea. Nel 2002, grazie ad un programma conosciuto come “Poland Peace Sky”, l’aeronautica militare polacca ha acquistato negli USA 48 F-16. A seguito di un accordo di cooperazione sottoscritto con Washington, un gruppo di piloti polacchi si sta addestrando in alcune basi statunitensi all’utilizzo dei cacciabombardieri in vere e proprie operazioni di combattimento aereo.
 
Gli F-16 dell’aeronautica polacca sono stati installati a Krzesiny (Poznan), ma presto alcune unità potrebbero essere destinate alla base aerea di Lask. “Noi potremmo collocare facilmente i cacciabombardieri nelle basi aeree oggi esistenti per gli F-16 polacchi, avviando un programma di modernizzazione delle infrastrutture in attesa che sia trasferita la nostra flotta di caccia nel 2009”, suggerisce Sage. “Basi compartecipate darebbero nuovo impulso alle attività d’addestramento con benefici per entrambe le forze aeree, e i nuovi squadroni polacchi si adeguerebbero rapidamente ai livelli operativi e tattici della NATO”. 
Per il comandante del Centro studi e analisi dell’US Air Force, il trasferimento da Aviano degli F-16 potrebbe essere un’ottima contropartita per gli impegni assunti da Varsavia a sostegno del programma di guerre stellari dell’amministrazione USA. Il 14 agosto 2008, i responsabili degli esteri di Stati Uniti e Polonia hanno sottoscritto l’accordo per installare in quest’ultimo paese i sistemi avanzati per l’intercettazione in volo di missili balistici. “Quando gli Stati Uniti hanno chiesto di più alla Polonia, come ad esempio è successo per l’installazione del sistema di difesa dai missili balistici (BMD), la risposta è stata immediata e senza tentennamenti”, ricorda il colonnello. In cambio la Polonia ha però chiesto un contributo diretto USA per rafforzare la propria sicurezza.

L’impegno di Washington è di trasferire dalla Germania alcune batterie di missili Patriot. Ma si può fare di più, dice Christopher S. Sage, “anche attraverso la proposta d’installazione di due squadroni di cacciabombardieri USA”.
“Un trasferimento simile aiuterebbe a rafforzare il nostro partner NATO nelle sue frontiere orientali, in un momento in cui la Russia sta mostrando i muscoli, specificatamente contro la stessa Polonia, opponendosi all’iniziativa BMD”, spiega il militare. Ma con il trasferimento ad est dei cacciabombardieri, non sarebbero solo i russi ad essere rimessi in riga. “Ciò ci permetterebbe di disperdere le nostre forze attualmente concentrate in Europa occidentale e che potrebbero essere danneggiate se i governi decidessero di negare la loro permanenza in caso di guerre impopolari”, afferma Sage.
 
L’auspicato dirottamento degli F-16 risponde anche alla necessità d’individuare nuove aree dove poter effettuare, senza ostacoli di sorta, esercitazioni e giochi di guerra. Citando l’ex comandante delle forze aree USA in Europa, Tom Hobbins, che si era più volte lamentato per la “drastica riduzione” delle attività d’addestramento a seguito della crescita del traffico aereo nei cieli dell’Europa occidentale, Sage aggiunge che “le rotte di volo della Polonia sono eccellenti e scarsamente trafficate”; nel paese orientale esistono inoltre numerosi poligoni d’addestramento aria-aria e aria-terra, “inclusi i poligoni per l’uso dal vivo delle d’armi”. “Nell’Europa dell’Est non esistono i condizionamenti che ci sono ad Ovest”, scrive il militare. “In Polonia lo spazio aereo per le esercitazioni aria-aria si estende sino ai 66,000 piedi, un’altitudine che non è possibile raggiungere nello spazio aereo italiano. Il poligono per le operazioni di bombardamento aria-terra di Nadarzyce è utilizzato per tutti i tipi di armi, comprese le bombe a guida laser. Di contro, il poligono aria-terra più vicino ad Aviano si trova in Germania ed è raramente utilizzato per la sua distanza dall’Italia. In quest’ultimo paese lo spazio aereo per le esercitazioni aria-aria normalmente non supera i 24,000 piedi, e il suo uso deve essere autorizzato dall’aeronautica militare italiana”.
 
L’unica difficoltà a trasferire gli F-16 in Polonia deriverebbe dal costo che ricadrebbe sui contribuenti statunitensi. Stando al responsabile strategico del Pentagono, la realizzazione di una grande base USA in Polonia per ospitare i caccia “potrebbe eccedere il miliardo di dollari, il prezzo stimato per l’espansione dell’US Army in Italia, ma porterebbe benefici all’economia locale e permetterebbe agli Stati Uniti di incidere nella società polacca attraverso un impegno diretto”.
Se per il colonnello Sage la società polacca sarebbe “omogeneamente” pro-americana e con pochi disordini o conflitti interni, ben diversa è la situazione in Italia, dove “persistono in alcuni settori atteggiamenti sociali e politici di scarso sostegno per la politica estera USA”. Ecco pertanto l’invito a non perdere l’opportunità di trasferire i caccia ad un paese “più amico”, specie dopo quanto verificatosi in Italia a partire del 2006 quando l’allora governo di centrosinistra decise di autorizzare la realizzazione nel vecchio aeroporto di Dal Molin di Vicenza di una grande base per l’esercito USA. “L’opposizione ad una maggiore presenza militare statunitense ha raccolto durante le iniziative di protesta tra i 40,000 ed i 100,000 manifestanti”, scrive Sage. “La base aerea di Aviano, sita a 75 miglia a nord di Venezia, ospita il 31st Fighter Wing, con due squadroni operativi di F‑16 e approssimativamente 1,700 militari, più i dipendenti civili. Aviano ha però i suoi problemi. Quando nel 1911 fu stabilita la base, essa era localizzata in un’area rurale. Oggi, invece, per la crescita dei villaggi e delle città attorno ad Aviano, la base è divisa in sette aree geografiche separate, una situazione che crea problemi logistici e di sicurezza. A ciò si aggiunge la scarsa presenza di alloggi nel perimetro di Aviano”.
 
Per l’US Air Force, dopo che nel 1992 l’Italia ha accolto stabilmente gli F-16 provenienti dalla Spagna, sono progressivamente peggiorate le condizioni d’addestramento dei velivoli tattici. “L’aumento delle attività nelle rotte aeree che attraverso l’Europa e il mare Adriatico hanno gradualmente diminuito lo spazio aereo utilizzato per l’addestramento aria-aria”, lamenta Sace. A ciò si aggiunge l’opposizione popolare alle attività di addestramento a bassa quota, “accentuatasi dopo un incidente che nel 1988 ha coinvolto un velivolo EA-6B dell’US Navy finito su un cavo di una funivia” (il colonnello omette che nell’“incidente” del Cermis, in Val di Fiemme, morirono 20 persone). “Per tutto questo – conclude il rappresentante del Pentagono - non è più possibile fare esercitazioni aria-terra in Italia e utilizzare munizioni vere, cosa fondamentale per i caccia”. Meglio allora andarsene in Polonia. E la cinquantina di bombe nucleari ospitate ad Aviano e destinate agli F-16? Nessun commento di Cristopher Sage, forse per non spaventare i “più fedeli” alleati dell’est.
 
Comunque sono tanti i malumori tra i militari della base friulana. Oltre alla carenza di alloggi e ai vincoli per le simulazioni di battaglie aeree, non è ancora entrato in funzione il poligono di tiro per armi leggere realizzato ad Aviano nel luglio 2004. Costato 2,7 milioni di dollari, esso non risponderebbe agli standard di sicurezza previsti dalle leggi italiane. Non va meglio a Camp Ederle, dove l’US Army punta ad una serie di trasformazioni del poligono esistente, in modo da rispondere alle esigenze del personale USA adesso che a Vicenza si raddoppia con il Dal Molin.

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.193) 25 marzo 2009 22:47

    ci sono diverse imprecisioni nel vostro articolo e soprattutto non è spostando una base in un altro paese che si risolve il "problema " basi militari in Europa. Così facendo si allontana solamente la questione, è come mettere lo sporco sotto lo zerbino.
    Deve essere la politica a fare qualcosa ma cmq le basi servono alla sicurezza nazionale come da accordi stipulati nel dopoguerra e di cui l’Italia fa parte.
    Per anni l’Italia è vissuta grazie ai finanziamenti americani, ed ora voltiamo le spalle perché non ci servono?
    NON SONO FAVOREVOLE A QUESTE POSIZIONI.
    GLI ALLOGGI NEL COMUNE DI AVIANO SONO PIU’ CHE SUFFICENTI ANZI CON L’AMPLIAMENTO DELLA BASE DAL 2006, CI SONO MOLTISSIME CASE A DISPOSIZIONE TANT’E’ CHE GLI AFFITTI SONO DIMEZZATI DI PREZZO.MI SEMBRA POSITIVO.
    L’ECONOMIA DELLA ZONA SI BASA MOLTO SULLA PRESENZA AMERICANA ANZI SE DOVESSERO SPOSTARE LA BESE IN POLONIA SI CREEREBBERO SERI PROBLEMI SOCIALI QUALI DISOCCUPAZIONE ED EMIGRAZIONE(550 DIPENDENTI ITALIANI LAVORANO NELLA BASE AVIANESE + ALTRI 1000 NELL’INDOTTO).
    LE PERSONE CONTRARIE ALLA BASE DI VICENZA ED AVIANO NON SONO 40000 O COME DETTO 100.000 BENSI QUALCHE CENTINAIA E POCHISSIME DI QUESTE SONO RESIDENTI NELLE ZONE LIMITROFE ALLE BASI.
    I PRTECIPANTI ALLE MANIFESTAZIONI SONO TUTTI STUMENTALIZZATI DALLE FORZE POLITICHE DI ESTREMA SINISTRA PER NULLA PORTAVOCE DELLE POPOLAZIONI LOCALI.
    SCUSTE IL CINISMO MA IN QUESTI MOMENTI DI CRISI PRIVARSI DI QUESTO GENERE DI INSTALLAZIONI MILITARI CHE GENERANO UN INDOTTO ECONOMICO PARI AD UNA GRANDE AZIENDA E’ FUORI DISCUSSIONE.
    I POLACCHI SARANNO ANCHE FELICI MA CHI ANDRA’ NELLE FAMIGLIE RIMASTE SENZA LAVORO QUI IN ITALIA A DARE AIUTO? I MILITANTI DI ESTEMA SINISTA CHE GIA VIVONO ALLE SPALLE DI NOI CITTADINI COMUNI ? VEDI IL SIG. CASARIN E COMPAGNIA .


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