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Giulietto Chiesa il pessimista

In un incontro pubblico il giornalista spara a zero su politica, ambiente e leader europei. Salvandone solo uno.

“Di quello che sta succedendo al mondo, voi non sapete niente. Sono vari gli scenari che si possono prospettare per il prossimo futuro, 25 anni al massimo. E sono tutti catastrofici”.

Non si esce sollevati dall’incontro col giornalista Giulietto Chiesa tenutosi nella facoltà di Lettere e Filosofia dell’università degli studi di Sassari. Chiesa non può esimersi dal ritagliare il suo intervento intorno alla guerra in Libia e il disastro nucleare in Giappone, ma questi consentono di ampliare il dibattito alla politica – internazionale soprattutto, perché della “ barzelletta Italia” non vale la pena parlare - ai media, all’ecologia.

Il pugno duro che l’Occidente ha tardivamente alzato contro Gheddafi si presenta, secondo l’ex eurodeputato, come un altro tentativo di “esportare la democrazia”. Ciò che però differenzia la Libia dall’Afghanistan e dall’Iraq è il silenzio dei pacifisti nonché il beneplacito della sinistra europea e italiana. Una forza politica talmente miope che non si è accorta che è nel nostro Occidente che la democrazia non esiste più. Ma le colpe della sinistra non sono circoscritte all’atteggiamento assunto nei confronti dell’intervento militare nella Jamahiriyya libica. “La sinistra sta diventando il simbolo del nostro arretramento, e come tale è un nemico”. Nemici sono anche le grandi corporation, anche quelle dei media, che ancora una volta nascondono il vero volto del conflitto, tacendo inoltre sull’intervento dell’Arabia Saudita in Bahrein, e il vero volto di tutti i giovani che hanno dato il via alla cosiddetta “primavera araba”. E’ vero che quei tunisini, egiziani e libici che abbiamo visto scendere in piazza appartengono ad una generazione diversa da quella dei loro padri: seguono Al Jazira e le altre emittenti in lingua araba, ma è giusto generalizzare e dire che lottano per essere come noi, per avere una democrazia come la nostra? Per Chiesa la risposta è no. “ l 77% dei giovani egiziani è a favore dell’introduzione di una legge di ispirazione coranica”.

Di fronte a questo scenario fortemente instabile del Medio Oriente, spicca la crisi dell’Europa e degli Stati Uniti, incapaci di predisporre delle politiche efficaci su un tema cruciale come la salvaguardia del pianeta, nonostante il disastro di Fukushima. L’insostenibilità del nostro stile di vita - guardiamo ai tassi di crescita della popolazione cinese - non può che portare ad un quadro agghiacciante: ancora una guerra, con milioni di vittime; una guerra che vedrà opposti molti poveri e pochi ricchi, che sopravviveranno, anche se per poco. “Quale presidente degli Stati Uniti può dire a 300milioni di americani che la loro “american way of life” non è più sostenibile?” . Bocciato anche Obama dunque, leader di un paese alle soglie della bancarotta il cui debito è comprato dai sauditi, e bocciata anche la rete e tutte le sue creazioni, Grillo compreso. Che internet sia la panacea di tutti i mali non lo pensa affatto Giulietto Chiesa. I siti cosiddetti alternativi sono una nicchia e al massimo creano moti di protesta che compaiono e scompaiono con la stessa velocità. Anche il loro ruolo nelle rivolte in Nord Africa è stato distorto.

Quali speranze davanti ad un’analisi del genere? Da chi può essere guidata una possibile inversione di rotta? L’unico leader europeo credibile è, per Chiesa, Angela Merkel:l’unica non ricattabile, l’unica ad aver detto un chiaro “no” all’intervento in Libia, ad aver fatto un passo indietro sul nucleare e ad aver deciso di puntare all’autosufficienza energetica da fonti rinnovabili per i prossimi anni. Finché però l’Europa non guarderà oltre se stessa, tutto sarà vano. “Bisogna dialogare con la Cina”. Quella Cina che se si dovesse avverare lo scenario apocalittico sopracitato sarà il primo bersaglio di una guerra totale.

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