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Girl, Interrupted, un film che fa riflettere sulla normalità sociale

Girl interrupted è un film del 1999 diretto da James Manglod e liberamente ispirato alle memorie di Susanna Kaysen. Il film ci parla di Susanna che tenta di suicidarsi ingoiando un flacone di aspirine e consumando una bottiglia di vodka. La ragazza viene condotta in un istituto di igiene mentale, il Claymoore Hospital. In questo istituto Susanna fa la conoscenza di diverse ragazze con problemi mentali: Lisa, Daisy, Polly etc. Susanna fa amicizia con tutte loro ma in particolare con Lisa, la più esuberante.

Più avanti nel film Susanna riceve la visita del suo ex-ragazzo Toby che la vuole portare con lui in Canada invitadola a scappare e dicendole che lei non è pazza e che sono tempi in cui tutto sta cambiando ed è difficile stabilire chi è normale e chi no. La ragazza rifiuta l’invito e rimane al Claymoore.

Lisa con la complicità delle altre ragazze come anche di Susanna compie diverse azioni che sono contro le regole come andare nei seminterrati dell’istituto o far suonare una canzone a Susanna con una chitarra di notte quando tutti i pazienti dormono: le ragazze vengono redarguite per le loro azioni sconsiderate ma ormai esse hanno sviluppato un senso di complicità fra loro.

Susanna più avanti nel film va in depressione ancora di più di come lo è dall’inizio del film e in una notte scappa con Lisa fuori dall’istituto. Dopo essere state ad una festa dove Lisa riesce a derubare un uomo le ragazze vanno a casa di Daisy che intanto era stata dimessa tempo prima.

Lisa dice delle forti verità a Daisy come il fatto che lei ha dei rapporti sessuali con il padre. Il giorno dopo le ragazze si svegliano e trovano Daisy impiccata. Mentre Susanna piange Lisa è indifferente all’evento. Quest’ultima scappa mentre Susanna rimane a terra a piangere dopo aver chiamato l’ambulanza.

Susanna torna all’istituto e comincia a comportarsi in modo consono e non riprovevole, senza commettere azioni insulse e riuscendo a mantenere il controllo su se stessa. Susanna parla molto di sé e racconta i suoi segreti più intimi: questo aiuta la ragazza ad instaurare un rapporto di fiducia con i suoi dottori che presto decidono di dimetterla dall’istituto.

Più avanti Lisa torna all’istituto e nel giorno prima che Susanna possa tornare a casa dice tante cose pesanti alla ragazza come il fatto che lei sta per tornare in un mondo malato e pazzo dove ci sono persone malvagie e bugiarde. Inoltre Lisa legge il diario di Susanna dove vengono fatte diverse considerazioni sulle altre pazienti. Susanna poi dice a Lisa che lei è già morta perciò al suo funerale nessuno piangerebbe la sua fine.

Susanna verso la fine del film afferma che non esiste la follia, ma semplicemente una percezione della vita “amplificata” e non riesce ad ammettere e riconoscere di avere dei disturbi psichici.

Il film è ambientato nel biennio 1967-1969, in un’epoca di grandi cambiamenti sociali, in un epoca in cui tante istituzioni sociali sono messe in dubbio, in un’epoca in cui si sta ridefinendo anche il concetto di normalità sociale. Il film, come tanti altri film simili, punta la sua forza sul contrasto tra follia e normalità: i personaggi all’interno del Claymoore per tanti aspetti sembrano normali ma poi dimostrano un qualcosa che li rende non adattabili alla società. Il film sembra anche porci la domanda quasi scontata e banale: cosa è essere normale?

Il film appare come un ritratto molto fedele di tante persone mentalmente instabili e a differenza di altri film di argomento similare non eccede nel farci vedere i lati più brutti: allo stesso tempo è un film profondo che pone tante domande e riflessioni, un film che stimola lo spettatore a interrogarsi sulla sua vita sociale, sulle sue convinzioni più ferme.

Quest’opera cinematografica forse eccede nel voler finire con il classico “lieto fine”: ad unio spettatore attento e non superficiale non può sfuggire che in realtà quello che si vede non è un lieto fine ma un finale sospeso, malinconico e triste, travestito da un compiacimento per il ritorno di Susanna alla vita reale? Ma Susanna, come tanti altri in condizioni simili, è davvero pronta per la vita reale con tutte le sue storture e con tutte le sue menzogne?

Questo articolo è stato pubblicato qui

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