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Giorgio Ambrosoli (e il suo essere fedele alle leggi e allo Stato)

Il figlio Umberto, scrisse queste righe sul padre:

E' stato solo il senso del dovere a impedirgli un compromesso, anche con se stesso? È stata la fedeltà, l'obbedienza alle leggi e allo Stato? Io penso di no, credo che mio padre lasci, più di ogni altro esempio, quello di un uomo capace di affermare la propria libertà.
Con se stesso, rimanendo coerente al proprio pensiero, alle proprie convinzioni. Con gli altri, quando ha respinto blandizie e ricatti senza cercare protezioni 'politiche', nella consapevolezza che anche quelle potevano avere un prezzo. È stato un uomo libero nel senso più completo del termine, quello che include la consapevolezza del proprio ruolo. Non istituzionale, di commissario liquidatore, ma di uomo, di marito, di padre, di cittadino”.
 
Fu ucciso, da un sicario su ordine di Michele Sindona, l'11 luglio 1979 a Milano.
Eroe libero, eroe solitario, come gli altri raccontati da Antonella Mascali in “Vi aspettavo”.
 
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