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Giappone, muore di vecchiaia dopo 46 anni nel braccio della morte

Okunishi Masaru è morto di vecchiaia, domenica mattina, nel reparto ospedaliero della prigione di Hachioji. Aveva 89 anni. Gli ultimi 46 li aveva trascorsi nel braccio della morte, in attesa dell’esecuzione. Era stato condannato all’impiccagione nel 1969 dopo essere stato giudicato colpevole dell’omicidio di cinque donne.

Okunishi Masaru è morto proclamando la sua innocenza e accusando la polizia di averlo costretto a confessare mediante tortura e al termine di estenuanti interrogatori condotti in assenza dell’avvocato.

Nel corso del lunghissimo iter giudiziario un tribunale, in effetti, gli aveva dato ragione, annullando la condanna a morte, poi reimposta. Per decenni, Okunishi Masaru ha chiesto un nuovo processo. Invano. È morto prima dell’impiccagione ma dopo aver trascorso ogni singolo giorno di quasi mezzo secolo come se fosse l’ultimo della sua vita.

In pochi paesi la pena di morte è così crudele come in Giappone. I prigionieri passano decenni in isolamento e vengono informati dell’imminente impiccagione solo poche ore prima che abbia luogo. Ogni incontro coi familiari viene vissuto come se non ce ne sarà un altro. C’è da diventare pazzi, e molti dei 127 detenuti in attesa dell’esecuzione lo diventano.

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