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 Home page > Tribuna Libera > Gente di mare: diritto al voto, ma quando?

Gente di mare: diritto al voto, ma quando?

A partire dal XV secolo si diffonde la nuova cultura dell'UMANESIMO, che metteva l'uomo al centro del mondo.

Il focalizzare l'essere umano portò ad una ricerca spasmodica di risposte alle molte domande, fino ad allora rimaste inevase, cosa che diede vita, grazie anche alla presenza dell'uomo di mare, a partire dal 12 ottobre 1492, con la scoperta del nuovo mondo, alla grande rinascita culturale. Grazie all'importanza storica e sociale di quell'avvenimento ci siamo chiesti come sia stato possibile dimenticarsi dell'importanza della presenza della gente di mare fino al punto da negargli il diritto al voto, diritto previsto sia dalla costituzione che dalla carta dei diritti umani.

E' dagli anni '70 che, in Italia, sia la Chiesa che associazioni laiche e sindacati, chiedono, in continuazione, il diritto al voto per gli oltre 80mila marittimi e pescatori che, al momento delle elezioni, si trovano all'estero o in navigazione sugli oceani del mondo.

A molti di questi lavoratori del mare, durante la loro vita lavorativa, non gli è mai stato riconosciuto il diritto di votare durante le elezioni politiche, amministrative e referendarie.

L'uomo di mare, nei secoli e millenni, non ha soltanto scoperto mezzo mondo, ma, la sua presenza ha dato vita anche all'alfabeto, alla Magna Grecia, fino ad arrivare all'odierna globalizzazione di mercato, che, senza la presenza dell'uomo di mare, non avrebbe potuto esistere: quanti oggetti e cibo indispensabili al viver quotidiano, presenti ovunque sul pianeta, oggi, per giungere a destinazione attraversano il mare? E a questa indispensabile categoria di lavoratori non vogliamo farla nemmeno votare? 

Considerando quanto sopra l'associazione di fedeli "Stella Maris" di Milazzo, con a capo il suo presidente Matteo di Flavia, ha nuovamente ribadito ai politici l'importanza del voto sia alla Gente di mare che ai passeggeri in navigazione sui mari del mondo durante le consultazioni elettorali.

Se solo il numero di marittimi e pescatori supera gli ottantamila figuriamoci se si aggiungono ad essi anche i molti passeggeri presenti sulle navi da crociera durante i periodi delle votazioni. E si continua a non permettere a questa massa di persone di votare? 

Il codice della navigazione conferisce al Comandante di nave poteri di pubblico ufficiale, per cui non esiste nemmeno la scusante che sul mare è impossibile votare perché non è presente chi per legge può svolgere una funzione pubblica.

Non è superfluo nemmeno ricordare che il 97% del pianeta è composto di acqua, ma l'acqua, da quando il mondo è mondo, non è mai stata una sostanza tranquilla, per cui la gente di mare, per poter svolgere il suo indispensabile lavoro, è costretta ad andare incontro ai pericoli che la natura giornaliermente pone di fronte. Quindi, prima di non riconoscere un diritto fondamentale a queste persone, bisognerebbe farsi anche una bella analisi di coscienza.

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