• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Economia > General Motors, nuovo tracollo: - 84%

General Motors, nuovo tracollo: - 84%

1,2 miliardi di dollari, questo l'ammontare degli utili del primo costruttore americano per il primo quadrimestre 2013, con tendenza all'inversione già nell'ultimo periodo. Il dato era comunque sufficientemente positivo da portare finalmente, dopo lunga assenza, di nuovo all'inserimento di GM nell'"index 500" di Standard & Poors.
 
Poi, dopo insabbiamenti e fuorviamenti vari, la venuta a galla dello scandalo della chiavetta dell'accensione, che covava già dal 2005, con il richiamo di diversi milioni di veicoli tra cui la Chevrolet Impala (uno dei modelli di punta, da sempre, della produzione GM) del 2005 della stessa Laura Anders, dirigente GM. A seguito dell'attraversamento di una cunetta di rallentamento, la vettura si era improvvisamente spenta e bloccata. L'officina cui la Anders si rivolse immediatamente accertò che il fatto era dovuto ad un difetto della chiavetta dell'accensione ed ella segnalò immediatamente la cosa a GM. Solo di recente e dunque con anni di ritardo la vettura della Anders è stata richiamata ed una verifica del caso (e dei ritardi) ha portato alla luce lo scandalo nello scandalo.
 
Il caso è tutt'altro che isolato ed ha portato a diversi incidenti con complessivamente 17 morti. Il mancato immediato richiamo e la mancata immediata modifica di produzione per quanto concerne il difetto, ha fatto sì che l'esplosione dello scandalo abbia portato alla più grande azione di richiamo della storia dell'automobile: sinora sono oltre 20 milioni i veicoli richiamati, cui se ne sono aggiunti altri 8,4 milioni con l'ultimo richiamo. Il danno economico è corrispondente, e rischia di ingigantirsi ancor più per le class actions intraprese dai danneggiati. Immenso il danno d'immagine, immagine che GM aveva faticosamente ricostruita, e con esso il crollo degl'acquisti e degl'utili: solo 190 milioni di dollari nel quadrimestre 2014 con un tracollo dell'84%. Dimensioni tali insomma da mettere di nuovo in discussione il futuro e la stessa esistenza del numero uno dei costruttori americani.
 
Questo articolo è stato pubblicato qui

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox


Pubblicità




Pubblicità



Palmares

Pubblicità