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Gaucci, sempre in mezzo ai guai

Luciano Gaucci, indagato per riciclaggio di 600 mila Euro, subisce una perquisizione in casa da parte della Guardia di Finanza. Il povero Lucianone era tornato da poco in Italia dopo essere stato latitante a Santo Domingo per quattro anni.

Luciano Gaucci non riesce proprio a tenersi lontano dai guai. Il 30 Settembre 2010 ha sentito le forze dell'ordine bussare alla porta della sua casetta all'Eur, inviati dal PM Paolo Ielo per una perquisizione. Cosa ha deciso di fare Gaucci per evitare che i sospetti ricadessero su di lui? Ha impedito agli agenti, per ben quattro ore, di entrare in casa sua. L'ex presidente del Perugia, indagato per riciclaggio, ha dovuto cedere all'assedio dei finanzieri ed aprire la propria casa quando ha capito che stavano per arrivare i vigili del fuoco per buttare giù la porta. La perquisizione in casa Gaucci era una delle mosse relative ad un'inchiesta su 600 mila Euro in contanti che Lucianone avrebbe ricevuto tra il Gennaio 2009 e il Febbraio 2010 per aver fornito una consulenza alla Franci srl, un'azienda di pulizie i cui legali rappresentanti sono attualmente indagati per reati finanziari.

Lucianone Gaucci ha alle spalle un curriculum di tutto rispetto, nato a Roma il 28 Dicembre 1938, come imprenditore ha posseduto “La Milanese”, una ditta di pulizie e la “Galex”, una ditta di abbigliamento sportivo. Proprio lo sport sembra essere il campo dove Lucianone preferisce fare investimenti e danni. Ha posseduto una scuderia di cavalli divenuta famosa nell'ambiente per aver acquistato, a 12 milioni di Lire, il cavallo Tony Bin, che, dopo essere stato svezzato, arrivò a vincere 3 miliardi di Lire. Fu poi venduto per una cifra che si aggira intorno ai 7 miliardi. Lucianone non si è dato solo all'ippica, l'altra passione che voleva coltivare e sulla quale voleva mettere le mani era il calcio. Dopo essere stato il vice di Viola all'A.S. Roma, propietario di viterbese, Sanbenedettese e Catania, divenne il presidente dell' A.C. Perugia e rimase tale per tredici anni. Con Gaucci presidente il Perugia ha ottenuto una promozione dalla serie C alla serie B e due promozioni in serie A, ha vinto nel 2003 la Coppa Intertoto, ha raggiunto le semifinali della Coppa Italia e ha partecipato alla Coppa UEFA. Ha fatto esordire allenatori come Serse Cosmi e Stefano Colantuono. Ha fatto giocare il figlio del suo amico Gheddafi in serie A contro la Juventus e ha stracciato, dimostrano una grande vena patriottica, il contratto di Ahn, il calciatore Sud Coreano che, con il suo goal, aveva sancito l'eliminazione dell'Italia dai mondiali del 2002. 
 
Peccato che Lucianone non riesca proprio a tenersi lontano dai guai. Era il campionato 1992/93 il Perugia accede alla serie B, ma la promozione viene revocata per illecito sportivo. Gaucci, in occasione della partita dei playoff contro l'Acireale, tentò di corrompere l'arbitro Gianni Senzacqua invitando a pranzo il suocero e regalandogli un cavallo. Poi, nel 2005, fallisce il Perugia e si apre un'indagine, condotta dalla Guardia di Finanza e coordinata dal sostituto procuratore Antonella Duchini, durante la quale sette persone saranno chiamate a rispondere di reati tributari, truffa, bancarotta fraudolenta, favoreggiamento, riciclaggio e diffamazione a mezzo stampa. Il buon vecchio Lucianone non ha fatto mancare proprio nulla al suo Perugia. Il crack societario venne stimato in oltre 100 milioni di Euro. Insieme ai figli Riccardo e Alessandro, Lucianone venne condannato per associazione a delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta. Di fatto Gaucci aveva utilizzato i beni del Perugia per appianare i debiti che pesavano su altre società di sua proprietà. Lucianone però vende cara la pelle e si rifugia a Santo Domingo diventando di fatto un latitante, grazie all'indulto, dopo quattro anni, è potuto tornare a far danni in Italia dove, ciliegina sulla torta, sembra essere coinvolto nella vicenda della casa di Fini a Montecarlo. 

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