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G8: le condanne ai poliziotti e quelle ai manifestanti. L’equidistanza secondo il Regime

 "Polizia"

Giovanni Luperi, ex vice direttore dell'Ucigos, e Francesco Gratteri, capo del Dipartimento centrale anticrimine, 4 anni; Vincenzo Canterini, ex dirigente del reparto mobile di Roma, 5 anni; Gilberto Caldarozzi, attuale capo servizio centrale operativo (vice capo nel 2001), Filippo Ferri, Fabio Ciccimarra, Nando Dominici, Spartaco Mortola, Carlo Di Sarro, Massimo Mazzoni, Renzo Cerchi, Davide Di Novi e Massimiliano Di Bernardini, 3 anni e 8 mesi.

Prescritti i reati di lesioni gravi contestati a nove agenti appartenenti al settimo nucleo speciale della Mobile all'epoca dei fatti. Per loro (gli otto capisquadra del VII Nucleo Speciale della Squadra Mobile di Roma Tucci, Cenni, Basili, Ledoti, Compagnone, Stranieri, Lucaroni e Zaccaria) non dovrebbe scattare l'interdizione dai pubblici uffici per cinque anni.

Gianni De Gennaro, neo sottosegretario alla presidenza del consiglio del governo Monti (11 maggio scorso), già direttore del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, commissario straordinario per l'emergenza rifiuti in Campania, capo di gabinetto del ministero dell'interno, nonché capo della polizia ai tempi del G8 genovese, assolto.

“No Global”

Ines Morasca (sei anni e sei mesi), Alberto Funaro (dieci anni), Vincenzo Vecchi (13 anni), Marina Cugnaschi (12 anni e tre mesi), Francesco Puglisi (15 anni), Carlo Arculeo (otto anni), Antonino Valguarnera (otto anni), Luca Finotti (dieci anni e nove mesi), Carlo Cuccomarino (otto anni), Dario Ursino (sette anni)

Ecco, giustizia è fatta, secondo il Regime, che per bocca di uno dei suoi esponenti più popolari, Antonio Di Pietro, lo stesso individuo che ha rivendicato con orgoglio l’affondamento della commissione parlamentare d’inchiesta sui fatti del G8 2001, si è dichiarato soddisfatto della sentenza della Cassazione, perché se è vero che le istituzioni devono chiedere scusa altrettanto devono fare i movimenti, scritto in estrema sintesi.

Ancora una volta l’infamità di chi siede sulle poltrone del potere deflagra spazzando via qualsiasi briciolo di umanità, decenza, democrazia.

Ancora una volta la codardia di chi dovrebbe fare opposizione viene spacciata per ultimatum, l’ennesimo, “Di Pietro rifletta bene sul senso della sua dichiarazione perché altrimenti la foto di Vasto…” ecc. ecc., niente di nuovo, i soliti latrati impotenti del servo che tenta di alzare la cresta.

Nulla di cui meravigliarsi, doveva finire com’è finita.

Quando un popolo subisce tutto quel che stiamo subendo passando la vita a voltarsi dall’altra parte convincendosi che in fin dei conti che ci si può fare, le cose vanno così ed è inutile fare gli eroi…

L’altro giorno leggevo che il Cavaliere si è deciso a ricandidarsi perché il suo elettorato non si accontenta di vederlo nell’ombra, ha bisogno di lui in prima fila.

Nulla di cui meravigliarsi, stiamo facendo la fine che meritiamo.

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