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Fratelli Graviano: sequestrati beni per 32 milioni

”Madre natura” questo il nome dell’operazione antimafia che ha colpito lo storico mandamento dei fratelli Graviano e il loro radicato sistema di affari.

15 attività imprenditoriali, 21 unità immobiliari, 17 terreni e 4 autovetture, per un valore complessivo superiore ai 32 milioni di euro sono stati sequestrati ai Graviano, principalmente a Palermo, dai finanzieri del Nucleo Speciale Polizia Valutaria e del Gico di Palermo.

Sotto la direzione ed il coordinamento della Procura della Repubblica, della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, del Dipartimento Mafia-Economia e del Dipartimento Misure di Prevenzione, le attività investigative condotte dal Nucleo Speciale ed gli accertamenti economico-patrimoniali svolti dal Gico, hanno consentito al Tribunale di Palermo (Sezione Misure di Prevenzione) di sequestrare appartamenti, ville, negozi, terreni, distributori di benzina, bar e agenzie di scommesse riconducibili a Filippo, Giuseppe e Benedetto Graviano, a Giorgio Pizzo, Cesare Carmelo Lupo e Giuseppe Faraone, per il tramite di numerosi prestanome e fiduciari.

Le investigazioni, che tra l’altro hanno messo in luce una netta sproporzione tra il valore dei beni oggetto di sequestro e i redditi dichiarati o le attività ufficialmente svolte dagli intestatari, hanno evidenziato una delle caratteristiche peculiari dell’organizzazione malavitosa, cioè l’infiltrazione in settori strategici del tessuto economico cittadino realizzata mediante la gestione di attività operanti nei settori delle scommesse, della ristorazione, della rivendita di tabacchi e della vendita al dettaglio di carburante.

Ed è proprio nel settore della distribuzione di carburanti che i fratelli Graviano hanno investito ingenti capitali, acquisendo, sin dai primi anni ’90, aree di servizio di rilevanti dimensioni ubicate in posizioni strategiche nei pressi dell’ingresso autostradale del capoluogo siciliano. 

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