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 Home page > Tribuna Libera > Forty is better: le donne e i 40 anni

Forty is better: le donne e i 40 anni

Parliamoci chiaro, i 20 sono ormai andati da un pezzo e ci ritroviamo con entrambi i piedi ben saldi nei 30. Le rughe sembrano poche, ma iniziano ad esserci, la voglia di maternità cresce, anche se guardiamo con terrore alle smagliature post partum. Alziamo lo sguardo ad i social ed alla tv per cercare di capire come vorremmo essere una volta scollinati i trentasei ed a famiglia allargata. 

La "letteratura" in merito offre numerose alternative. Pare, infatti, che oggi il mondo non solo sia in mano alle donne, ma che gli anni ‘70 siano stati particolarmente fecondi: oggi ad avere successo sono soprattutto le quarantenni. Quindi armate di taccuino e lente di ingrandimento ci sediamo sul nostro sofà, appena comprato, mettiamo a punto la nostra strategia contro il tempo che passa, cercando di scegliere la strada giusta da intraprendere nel prossimo lustro. Gli esempi in cui ci imbattiamo sono molti.

Quello più classico e maggiormente legato alla nostra infanzia è la “massaia”. Esiste ancora oggi, ma le condizioni al contorno sono finite, precise e numerabili. La casalinga di oggi è laureata con il massimo dei voti ed ha un’elevatissima cultura personale. Ha appeso la pergamena al chiodo e si è dedicata anima e corpo alla sua famiglia semplicemente perché può permetterselo. Infatti la “not desperate housewife” ha un marito con un lordo annuo a sei cifre o poco meno, casa strafiga con giardino che lei cura personalmente ed un cane, il cui nome ricorda i suoi studi umanistici. Ha lo smalto semipermanente e le mani sempre stracurate perché la sua casa è ipertecnologica, dispone di lavatrice, lavastoviglie, asciugatrice, impastatrice elettrica e microonde, fa partire tutto con un telecomando evitando antipatiche sbeccature alle unghie appena laccate. Conosce infinite ricette leggere e golose per tenere in forma tutta la famiglia, ed essa stessa alterna il jogging al pilates. Di tutto punto ogni mattina accompagna i bambini a scuola nella sua macchina alla moda camuffata da utilitaria. Le altre mamme in blocco la odiano profondamente anche se continuano a ricordarle quanto sia raggiante nel suo nuovo taglio di capelli e quanto siano favolose feste e “merende” che organizza a casa sua.

La seconda categoria, la più numerosa, è quella della donna che lavora. Salario medio, bassa gratificazione personale, ma tutto è necessario a migliorare le finanze familiari. La donna di questa categoria è la mamma perennemente in ritardo. Tarda ad accompagnare i bimbi a scuola, tarda sul lavoro, tarda ad andarli a riprendere, a portarli in palestra. Non ricorda la festa a cui devono andare e quando sia fissato l’incontro con i professori. È costantemente stressata, incazzata e coi sensi di colpa. Si sente in colpa sul lavoro perché dei giorni è dannatamenre stanca. Si sente in colpa coi bambini, perché, anche nei giorni in cui si sente in forma, quando chiude la porta di casa dietro di sé ed ha congedato la babysitter o la nonna, ha già scaricato la batteria a zero. Si sente in colpa con il marito che non riceve le attenzioni che merita e si sente in colpa con il suo corpo perché non riesce a fare le scale senza rischiare un infarto. Sono quelle che soffrono di più del fatto che hanno sia un lavoro che una famiglia.

Il passo successivo sulla scala del girl power ci porta sul gradino più alto, il podio che incorona la donna con le ovaie di ferro, medaglia d’oro della nuova generazione rosa: la mamma di successo. Questo esemplare di mammifero non fa un figlio, lo pianifica in base alle scadenze. Sceglie preferibilmente partner sani con un eccellente corredo genetico. Torna a casa la sera soddisfatta di se stessa e soddisfatta di aver trovato quella tata bilingue che tutti volevano, perché così i bambini già in pigiama le danno la buonanotte in inglese dopo avere mangiato un pasto ad alto contenuto nutritivo ma povero di grassi. Anno dopo anno continua a rientrare nel suo Armani taglia 42. Per suo marito è un'apparizione in lingerie firmata, che dopo tanti anni sa ancora come farsi perdonare. Insomma il genere di stronza al cubo che preghi ogni sera di non incontrare sul tuo cammino professionale e sentimentale per non finire schiacciata sotto il suo tacco 12 Louboutin.

Infine ci sono quelle che al momento terrorizzano e preoccupano di più. Sono quelle che hanno un vissuto diverso. Generalmente hanno avuto figli particolarmente giovani. A quarantanni riscoprono la giovinezza bruciata dietro biberon e pannolinni. Ritrovano il proprio corpo e rivivono una nuova adolescenza. Sono le mamme “fanciulle”, quelle che quotidianamente ripetono lo stesso mantra allo specchio: giovane dentro e fuori. Non associano il glitter e le paillettes ad una serata particolare, ma lo considerano un look sempre adatto. Non contestualizzano abbigliamento e scarpe alla loro età ed alle occasioni. Sono avide di complimenti. Vogliono somigliare tutte a Kim Kardashian, ma finiscono per sembrare tutte Tina Cipollari. Le loro figlie si vergognano di loro, ma sono adorate dalle loro amiche, alle quali dispensano consigli su trucco, uomini e vestiti. Resuscitano la loro vita notturna, conoscono tutti i tormentoni musicali, sanno tutto su ape, djset ed happyhour. Hanno delle mutande indecenti che piacciono solo loro. Si fanno selfie in ogni posa ed in ogni luogo che poi postano senza ritegno sui social e per tale motivo sono ancora in attesa che loro figlie accettino la richiesta di amicizia.

Cosa dire? Citando un famoso film di Lina Wertmuller: “io speriamo che me la cavo”.

 

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