• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Cultura > Formazione e scopo del circolo radicale per la ricerca di significato in (...)

Formazione e scopo del circolo radicale per la ricerca di significato in ambito aziendale

Questo articolo non prende spunto dallo studio dello I-Ching cinese, secondo il quale dietro ogni cosa vi è un significato nascosto, che l'uomo in possesso di particolare capacità è in grado di svelare.

Si riferisce, piuttosto, alla prassi aziendalista di ricercare nuovi significati a beni che si vogliono creare e produrre, al fine di generare nuovi mercati.

Tale prassi è denominata Design-driven innovation, dove il termine 'design' è utilizzato in un senso più vicino all'etimologa, ossia 'dare senso alle cose'.

Da quando è stata concepita, questa metodologia propone una visione ‘oltre il mercato’, grazie anche ad alcuni esempi di cultura aziendale che l’hanno delineata :

"'Mercato? Quale mercato?Noi non guardiamo ai bisogni del mercato. Noi facciamo proposte alle persone'. Senza aggiungere altro, Ernesto Gismondi, presidente di Artemide fissò negli occhi il professore (di una famosa business school americana) in attesa di una sua reazione."

(da Design-Driven Innovation - Cambiare le regole della competizione innovando radicalmente il significato dei prodotti e dei servizi, Rizzoli Etas 2011 Milano traduzione Francesca Piccinali).

E' una procedura che prevede anzitutto una riflessione personale su ciò che la persona ( in primis lo stesso manager ) sentirebbe come necessità da soddisfare, con un occhio attento a tutte le novità che la tecnologia è in grado di offrire.

L'esempio viene da Steve Jobs, quando in solitudine progettava i suoi prototipi, contrapponendosi alla consuetudine aziendalista, che vede le ricerche di mercato al centro dell'innovazione, queste ultime, necessariamente orientate allo studio di beni già esistenti.

La procedura, prevede ulteriori fasi, nelle quali la condivisione delle idee sui nuovi significati che si ricercano, dovrà avvenire coinvolgendo coloro che siano in grado di dare un contributo sul piano teorico, con la finalità che l'idea che è alla base, possa concretizzarsi nella stesura di un prototipo di bene o servizio, magari successivamente raffinato dai tecnici e dal settore marketing.

La scelta dei collaboratori giusti presenta non poche difficoltà: sicuramente essi dovrebbero avere una attitudine e una curiosità per generare pensieri e idee utili.

La formazione quindi, del gruppo di lavoro per l'innovazione radicale di significato, o radical circle, come analizzato dal Prof. Roberto Verganti del Politecnico di Milano, è una fase importante per ottenere dei risultati apprezzabili.

A tal riguardo, ritengo che siano le nuove tecnologie ad aiutare il manager nella formazione di tale circolo.

Il Brain Machine, è un sofisticato strumento che è in grado di dare 'materia' all'attività della mente, con un orientamento all'arte. Collegando, il capo di un soggetto ad un computer, attraverso i sensori, il monitor mostra luci di vari colori ed intensità , che a loro volta , attraverso degli altri sensori fotovoltaici, attivano dei piccoli robots su delle ruote, che si muovono o 'danzano' su una superficie sensibile al suono, generando delle armonie.

Il volume del suono dipenderebbe dall'intensità del pensiero.

Il risultato finale sono immagini e musiche così come decodificate dal cervello del soggetto.

La qualità di questo output psichico potrebbe essere analizzato e classificato, per poi tenerne conto per la scelta dei collaboratori più creativi.

Atmascope è invece uno strumento diagnostico che combina la disciplina psicologica occidentale alle pratiche cognitive per equilibrio psico-fisico orientale, che attraverso la proposizione di questionari, sarebbe in grado di comprendere quanta parte delle potenzialità di ognuno sono effettivamente utilizzate e come implementare tali capacità.

Il tutto visualizzato in una mappa emozionale, al fine di comprendere come poter dare il meglio di sè e relazionarsi nel miglior modo possibile con gli altri.

Questo strumento innovativo è molto incline a carpire la propensione creativa del soggetto, perchè focalizza sui vari ambiti umani che incidono sul benessere e sulla creatività.

Quando il gruppo sarà delineato, la discussione che ne verrà tra i partecipanti, non potrà fare a meno di metafore, lo strumento più naturale per creare e comunicare idee.

Come R. Verganti ricorda:"George Lakoff e Mark Johnson nel loro libro 'Metaphors we live by' illustrano che noi usiamo metafore nella nostra vita quotidiana per esprimere concetti: <La metafora è pervasiva nella vita di ogni giorno, non solo nel linguaggio ma in pensiero e azione. Il nostro ordinario sistema concettuale, attraverso cui pensiamo e agiamo è fondamentalmente metaforico per natura.> ".

( da Verganti, Roberto. Overcrowded: Designing Meaningful Products in a World Awash with Ideas (Design Thinking, Design Theory) M.I.T.Press Boston e citazione di George Lakoff e Mark Johnson della Chicago University Press, Chicago 1980).

E' dall'uso del linguaggio letterario e della semiotica che dipendono la qualità e anche l’accettazione sociale di nuove innovazioni, dando necessario peso alla metafora, come potenziale capacità di fare associazioni di idee utili e costruttive.

La centralità della letteratura nella società tecnologica, è ben espressa da Derrick de Kerckhove:

"Nell'era dell'elettronica la fantascienza letteraria sembra invece accumulare ritardi, nella misura in cui si susseguono progressi tecnologici di cui l'immaginazione creatrice ha difficoltà a trarre le conseguenze in tempo utile.

Ciò è collegato al fatto che le tecnologie elettroniche stanno esplorando un mondo che, nella gran parte dei casi, non passa più per lo stadio obbligato dell'elaborazione letteraria.

La scoperta scientifica, con le sue applicazioni, passa dal laboratorio al mercato senza fermarsi per la scrittura.

Allo stesso modo che il musicista compone direttamente su nastro magnetico senza passare per il pentagramma, l'informatico creatore di universi virtuali, li elabora sullo schermo, e i suoi appunti sono un'architettura matematica, o magari plastica, ma non letteraria.

Questo fatto non cambia solo i dati della creazione, ma anche le condizioni di organizzazione psicologica che la motivano.

Al giorno d'oggi il reale si fabbrica, non ci si accontenta più di riprodurlo.

La metafora starebbe quindi perdendo velocità? Se restiamo al piano letterario, questo è indubbio - ci serve tempo per riprendere un pò di fiato"

(Da: 'Dall'alfabeto a internet. L'homme «littéré»: alfabetizzazione, cultura tecnologia' di Derrick De Kerckhove - Mimesis - Milano Udine 2008 traduzione Antonio Caronia)

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox


Pubblicità




Pubblicità



Palmares

Pubblicità