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Finale Tri Nations per palati sopraffini

Con la partita di Brisbane tra Nuova Zelanda e Australia si è conclusa questa edizione della Tri Nations di rugby, la manifestazione che coinvolge i tre grandi colossi del rugby dell’emisfero meridionale, le prime suddette più il Sud Africa, in sfide di andata e ritorno.

 

È stato un torneo di riconsiderazione tattica per l’Australia, uscita uccellata dalle squadre del Nord Europa nel mondiale di Francia e di ricambio generazionale per il Sud Africa, vincitrice del Mondiale e in debito di stimoli. Giusto quindi che il torneo sia andato alla Nuova Zelanda, capace soprattutto di gestire gli uomini a disposizione con grande parsimonia, per non far abbattere il ritmo di gioco e usurare gli avamposti di difesa.

 

L’ultima partita, una vera e propria finale giocata nella notte stellata di Brisbane, è stata a tratti memorabile, a tratti solamente stupenda. Tutto era partito con il caso Channel Seven, emittente australiana che, dopo aver filmato l’allenamento di vigilia della squadra neozelandese, sembra abbia passato il filmato e le annotazioni del caso direttamente agli allenatori dei Wallabies.

 

Il mistero non è stato ancora appurato, ma la voglia tuttanera di andare a fondo alla questione si è persa nelle pieghe della partita vinta.

 

La partita giocata, come detto, è stata bellissima. Continui cambi di ritmo da parte di entrambe le formazioni hanno fatto sì che il pallino del gioco passasse di mano in mano, in un tourbillon di emozioni vertiginose. La prima meta è di Mulina al 13’ grazie alle mani veloci del mediano di mischia Cowan, che fa girare più volte il pallone e sbandare la difesa australiana. Dopo il botto iniziale, la Nuova Zelanda rincula nella propria trequarti e imposta una difesa su ritmi folli.

 

Ma l’adrenalina si perde un po’ nei minuti di recupero, durante i quali sale in cattedra l’astuzia del centro tuttofare Giteau, che al 41’ apre di piede a tutta destra per Hynes, abile nel controllare in acrobazia il pallone e servirlo per la velocità del tre quarti centro Ashley-Cooper. In velocità, il giocatore dei Brumbies spezza due placcaggi e corre in meta.

 

Si va al riposo sul 10-7 per l’Australia.

 

La ripresa inizia come sopra. Australia tambureggiante e soprattutto attenta agli spazi che la difesa neozelandese apre per la furia con cui attacca la palla. Altra giocata di mano di Giteau, Mortlock va con la palla oltre i 22 avversari e passa a Horwill che corre facile in meta.

 

Con il 17-7 sul groppone e la sconfitta che si intravede all’orizzonte, gli All Blacks hanno saputo fare qualcosa da tenere a mente per molto tempo. Dopo sei minuti dalla trasformazione di Giteau, c’è stato il volo di ippopotamo del pilone Woodcock, abile a seguire gli istinti di Smith. Al 23’ poi c’è il sorpasso. Da una mischia tritabudella, esce Sivivatu con l’intuizione stupenda di servire il neo entrato Weepu che va in meta facile. Fino ad arrivare al 27’, quando gli allenatori di rugby di tutto il mondo hanno strabuzzato gli occhi di fronte alla meraviglia. Pallone schizofrenico nelle mani dei centri e tre quarti centro neozelandesi. Spostamento di fronte del gioco rapido e servizio per la corsa ficcante di Carter, spostato centro proprio per la sua pericolosità nel gioco mobile, con Donald messo all’apertura. Carter riesce a fumarsi tre avversari e a scivolare in meta come un pesce dal sapore dolciastro.

 

Sul 28-14, l’Australia ha un sussulto di volontà. Sempre da un’incursione di Giteau, riceve palla vicino meta il centro Wallabie Cross, che resiste al tentativo quintuplo di placcaggio e arriva al di là della linea. La trasformazione di Giteau regala altri due minuti di suspense, ma l’Australia senza forze non può nulla contro una difesa tosta come quella orchestrata da So’oialo e Nonu.

 

Nona vittoria su tredici edizioni del Tri Nations per gli All Blacks, capaci di stravincere in questo torneo durissimo e di perdere sistematicamente al mondiale contro squadre molto più deboli. Il torneo forse già dall’anno prossimo vedrà in campo anche i Pumas argentini terzi nella passata edizione del mondiale.

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