Figi, arrestato per aver ricordato i nomi delle vittime della tortura
Lunedì in molti paesi si è celebrata la Giornata internazionale per le vittime della tortura. In Italia, avviando la discussione in terza lettura di una norma che pare tendere a escludere piuttosto che a includere i casi di tortura e che non manca di alcuni gravi difetti specifici.
Nelle isole Figi a ricordare le vittime della tortura è stato un singolo cittadino, autore di una protesta isolata e del tutto pacifica. Ma per le autorità persino questo è stato troppo.
Così, Jope Koroisavu, giovane attivista del Partito socialdemocratico liberale, all’opposizione, è stato arrestato mentre camminava solitariamente per le vie della capitale Suva mostrando un cartello su cui aveva scritto i nomi di Iowane Benedito, Tevita Malasebe, Josefa Balailoa, Nimilote Verebasaga e Sakiusa Rabaka.
Gli ultimi quattro erano stati torturati a morte, tra il 2007 e il 2008, dalle forze di sicurezza figiane.
I nove minuti di torture terribili inflitte nel novembre 2012 a Iowane Benedito sono stati registrati di nascosto con un telefonino e poi pubblicati su YouTube (nella foto, un fermo-immagine). Aperta e poi velocemente chiusa, l’inchiesta è ripresa solo grazie all’ostinazione del commissario di polizia Ben Groenewald.
Groenewald ha poi dato le dimissioni quando ai suoi agenti è stato impedito di arrestare un militare sospettato di aver torturato Benedito.
Il processo nei confronti degli imputati di tortura dovrebbe iniziare nel novembre di quest’anno.
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