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Ferrari: Domenicali se ne va, ma che confusione a Maranello

Ma che sta succedendo in Ferrari? Anche chi non segue particolarmente la Formula 1 si sarà accorto che da qualche anno le rosse di Maranello sono in costante sofferenza tecnica nei confronti della concorrenza; chi invece è appassionato dal mondo dei motori si sta trovando, in questi ultimi giorni, di fronte al fatto che la scuderia del cavallino sta attraversando un periodo di grandissima confusione. E non è solo questione di risultati in pista.

 

Ma partiamo dall’inizio: ieri Stefano Domenicali, il direttore sportivo delle rosse dall’era post Schumacher, ha dato le dimissioni dopo 23 anni di lavoro in quel di Maranello. Dopo il deludente inzio di stagione qualche indiscrezione aveva aperto ad uno scossone simile; resta il fatto che una rivoluzione tecnica del genere a mondiale appena iniziato lascia molto perplessi. L’imolese lascia il cavallino dopo aver conquistato un modiale costruttori (2008) aver perso un titolo piloti all’ultima gara (con Alonso nel 2010) e uno all’ultima curva (Massa nel 2008).

Le perplessità continuano: a sostituirlo è stato chiamato Marco Mattiacci, manager che fino a ieri lavorava per la promozione e la vendita delle Ferrari in nord America. Uomo d’affari apprezzatissimo e senz’altro un personaggio tenuto in alta considerazione a Maranello ma nel mondo delle corse è un totale sconosciuto. Che si tratti di una nomina ad interim è molto probabile.

In attesa di chi? Alcuni nomi sono già usciti: ha impressionato il fatto che sempre ieri se ne sia andato Bob Bell dalla Mercedes, tecnico davvero interessante ma che, per la regola che obbliga un ingegnere di dover star sei mesi fermo per cambiare scuderia, sarebbe una opzione solo in chiave 2015. Nomi particolarmente suggestivi ma frutto di voci sono l'ex pilota Gerard Berger e Ross Brawn, che nel dopo Todt era l'indiziato numero uno per il posto poi preso da Domenicali.

In prospettiva futura, però, quello che più colpisce non sono tanto i problemi tecnici di competitività che, ci si augura, prima o poi verranno risolti; per quelli basterebbe un certo ricambio di facce e cervelli nei laboratori di progettazione. Colpisce lo sbandamento generale della dirigenza del cavallino, Montezemolo in primis (ieri tra l'altro è arrivato puntualissimo - e meritatissimo, ha aggiunto il presidente - anche il Tapiro d'oro di Striscia la Notizia).

Inutile ricordare la figura "barbina" fatta dieci giorni fa in Bahrein: LdM è arrivato nell’emirato denunciando ai quattro venti la bruttezza e la poca spettacolarità della nuova F1 per poi ritrovarsi spettatore di una delle più belle gare degli ultimi anni. Di fronte allo spettacolo dato da tutti (ad eccezione delle due rosse, ovviamente), il presidente se ne è andato prima della fine del Gran Premio. Questa Ferrari che urla e sbraita contro le regole del gioco perché ancora una volta non è riuscita a costruire una monoposto competitiva si mette in ridicolo agli occhi degli sportivi e non piace ai ferraristi.

Domenicali ha scritto di aver lasciato il posto per “dare una scossa all’ambiente”, assumendosi tutte le responsabilità per quanto avvenuto sotto la sua direzione. Qualche colpa l’ormai ex direttore sportivo in effetti ce l’ha avuta, ma veder abbandonare in modo così improvviso un uomo cresciuto a Maranello fa molto male. Su Twitter Luca Baldisserri, tecnico Ferrari F1 nei primi anni 2000 che ora lavora per la crescita dei giovani piloti, ha dichiarato “Quanti colleghi si dovranno ancora sacrificare per colpa di questa dirigenza?”.

Quello che fa più impressione è che uno dei tecnici allontanati da Maranello per le cattive prestazioni degli ultimi anni, Aldo Costa, nella scorsa gara era sul podio a festeggiare quel capolavoro che sembra essere il propulsore Mercedes da lui firmato. La stessa scelta di Kimi Raikkonen per sostituire Felipe Massa è indice di una dirigenza poco coraggiosa, in quanto di giovani interessanti (e più motivati) nel mercato piloti ce ne erano parecchi ed i risultati di questo inizio mondiale stanno premiando chi ha scommesso su di loro.

Secondo molti la valanga Domenicali porterà con sé altri membri dello staff tecnico (i tifosi vedono particolarmente di malocchio Tombazis, il progettista di queste ultime stagioni fallimentari). Che si voglia pensare al futuro è scelta saggia e indiscutibile ma, anche alla luce della coppia di piloti a disposizione, ora la grande incognita è capire cosa ne sarà del mondiale in corso.

La settimana scorsa almeno la rossa ha avuto modo di lavorare sullo sviluppo della macchina in occasione della prima sessione di test inter-campionato, argomento su cui da anni la Ferrari (giustamente) si batte. Certo ha fatto impressione vedere i meccanici del Cavallno smontare i box addirittura in anticipo per motivi precauzionali (un danno al telaio della vettura).

Ogni pronostico è rischioso, la prospettiva di un primo podio stagionale è quasi eccessivamente ottimista. L'aria che tira dice che il circuito di Sakir fosse particolarmente ostico alle rosse (e ce ne siamo accorti); il prossimo week end a Shanghai le Ferrari dovrebbero ritrovare un po' più di smalto, anche se l'attenzione e la curiosità di tutti saranno rivolte in direzione del volto nuovo al muretto dei box. 

 

 

Foto: Ferrari Sport

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