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 Home page > Attualità > Scienza e Tecnologia > Facebook cancella (anche) Zambardino

Facebook cancella (anche) Zambardino

L’impressione personale è che ormai succeda un po’ tutti i giorni, quando però la vittima è un personaggio che ha modo di farsi sentire il polverone torna a crescere.

Questa volta a vedersi cancellare l’account da Facebook senza motivo è Vittorio Zambardino, giornalista di Repubblica e tra i primi a lanciarsi nel blogging.
Vittorio non l’ha presa bene ed è comprensibile per chi come lui vive la rete quotidianamente e cerca di utilizzare al meglio gli strumenti che la rete offre.

Avendolo (fino alla cancellazione) tra i miei contatti posso garantire che nulla di particolarmente scabroso è mai apparso sul suo profilo.
Personalmente ritengo che questa cancellazione, come molte altre, sia dovuta ad un sistema automatico che non funziona granchè, che seleziona termini ritenuti inappropriati, che calcola il numero di mail inviate, il numero di link, fa tutto un calderone unico e prende le decisioni.



Fin quando Mark Zuckerberg si ostinerà a voler controllare da solo (o quasi) l’immenso sistema che ha messo in piedi, ho paura che problemi come questi continueranno a presentarsi per i 200 milioni di utenti.

Per il momento aspettiamo che i fantomatici contatti a cui Vittorio si è rivolto (è tutto spiegato in un post-denuncia sul suo blog) si facciano sentire (anche se ci credo poco) e magari facciamo un po’ di rumore perchè questo account venga riattivato.

Certo è che (una volta risolta questa situazione) è bene che il Social network dei Social network faccia un pò di chiarezza e pulizia...

Qui la casa originale di questo post.

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.159) 4 maggio 2009 21:51

     cavoli suoi che se iscritto. Internet è anarchia. Chi pensa che sia democrazia si sbaglia di grosso.
    ANARCHIA UNICA VIA!

  • Di lo scemo del villaggio (---.---.---.230) 4 maggio 2009 21:59

     facebook e’ censurato, coi piu’ nobili pretesti, come molti altri social network. come anche questo.
    ma ci sara’ sempre un motivo, per censurarvi. L’eterno alibi del potere.

  • Di il sol dell’avvenire (---.---.---.2) 5 maggio 2009 00:00

     sei sicuro che Zambardino non abbia insultato nessuno? Io lessi qualche tempo fà le policies di Facebook e l’essere polite, cioè formali, non insultare è una cosa importante sulla quale concordo.
     D’altra parte cancellare qualcuno vuol dire rinunciare a un pò di traffico e, a chi vice di traffico, non è una cosa che conviene.

  • Di mazzetta (---.---.---.241) 5 maggio 2009 09:56

     mi fa ridere che qualcuno riesca a lagnarsi sospettanndo complotti o peggio dietro al funzionamento di un bot come quelli che su FB falciano gli utenti

    figurarsi a FB che gli frega di Zambardino, lui non è che uno delle decine di casi più o meno celebri di esclusione apparentemente immotivata.

    non è censura, è che a fare la guardia ci sono degli algoritmi e non degli esseri umani

    o qualcuno crede davvero che FB paghi gente per stare a leggersi Zambardino et all e successivamente rodersi se decapitarli o meno?

    Sveglia gente, siamo nell’era elettronica, su Internet, qualcuno lo dica a Zambardino e agli altri che lamentano complotti...



  • Di soloparolesparse (---.---.---.245) 5 maggio 2009 11:33
    soloparolesparse

    Aggiornamento: Zambardino viene riammesso... così come senza spiegazioni il suo account era stato disattivato, parimenti senza spiegazioni è tornato a farsi vedere...

  • Di Rocco Pellegrini (---.---.---.2) 5 maggio 2009 12:34

     c’è troppo protagonismo anche da parte di questo Zambardino. In un elefante come Facebook è normale e comprensibile che qualcosa vada storto, un server, un gruppo di cluster, una nuvola ci computer, ecc. ecc. E’ buon costume aspettare almeno 48 ore prima di sentirsi vittime di complotti o di censure. Lo so che la rete ci fa sentire in prima linea e per i drogati l’astinenza è sempre dolorosa ma un pò di misura può aiutare.
     Gmail qualche tempo fa non funzionò per un giorno e poi tornò ad essere quellla meraviglia che è sempre stata.
     Il fatto è che la gente ha in mente il grande fratello, quello vero, e pensa sempre che ci sia il male dietro tutto, il controllo dispostico, la censura, i servizi segreti americani, invece le cose possono semplicemnte non funzionare quando la complessità ed i numeri in gioco sono mostruosi come per le grandi reti pubbliche per le quali, occorre ricordarlo, non paghiamo una lira.
     Telecom è carissima e non funziona quasi mai: lì c’è il vero complotto, quello dell’inefficenza e della prepotenza.

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