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Expo 2015 e consumo di suolo: due sconfitte Made in Italy?

di Veronica Meneghello

Il paesaggio è il grande malato d'Italia [...] Vedremo quello che fu il Bel Paese sommerso da inesorabili colate di cemento. [...] Monti, campagne, mari, sono sempre meno il tesoro e il respiro di tutti i cittadini (Settis, 2010)

Il 2015 sarà un anno cruciale per l’ambiente. A livello mondiale scadono i primi Millenium Development Goals; ci sarà la tanto attesa COP di Parigi sul cambiamento climatico; si celebrerà l’anno internazionale dedicato ai suoli. E in Italia ospitiamo Expo. In Italia Nutriamo il pianeta.

L’idea sarebbe giusta: nutrire il Pianeta e dare un calcio alle contraddizioni mondiali in campo alimentare. Uno slogan che nell’utopia dà voce alla controtendenza, contro chi distrugge suolo per interessi commerciali, contro chi trova nel cemento tutte le soluzioni, contro chi, in una spiga di grano, vede energia e non nutrimento. Nella realtà diventa emblema della distruzione di risorse non rinnovabili, protettrice degli interessi commerciali e infrastrutturali, paladina dell’agroindustria e delle multinazionali. Il primo passo di Expo per nutrire il pianeta è passato per l’esproprio e la cementificazione di 1000 ettari di suolo agricolo. Da qui in poi è impazzata l’era dell’edificazione infrastrutturale.

2,5cm di suolo impiegano 500 anni a generarsi. Un’escavatrice ci mette 3 secondi a distruggerli (dalla puntata di Presa Diretta del 15 febbraio 2015).

Negli ultimi 50 anni, in Italia, sono stati consumati 90 ettari/giorno: ogni secondo 10mq di suolo vengono convertiti all’urbanizzazione. Secondo le ricerche condotte dall’Università de L’Aquila e riportate nel report del WWF Riutilizziamo l’Italia, infatti, i ritmi di urbanizzazione sono insostenibili: nei prossimi vent’anni, a trend costante, si consumeranno altri 660.00 ettari. Come perdere quasi tutto il Friuli Venezia-Giulia.

La Lombardia è in testa alla classifica, passando da una superficie urbana di 209 mq/abitante del 1950 a 719 mq/abitante nel 2000. Valori doppi non solo rispetto alla media italiana, ma anche a quella di tutta l’Europa Occidentale. Quella Lombardia che tra poco più di due mesi "nutrirà il Pianeta". La stessa regione che, sotto lo slogan Nutrire il Pianeta, ha cementificato 1000 ettari di suolo agricolo, espropriato ad aziende agricole e zootecniche e speso 2,4 miliardi di euro per la costruzione di un’autostrada deserta, la Brebemi. Le infrastrutture che gravitano intorno a Expo sono numerose e hanno tutte la consistenza del cemento e l’odore del denaro pubblico.

Una realtà - quella della congestione e della progressiva asfissia della megalopoli padana – che sembra confermare come superato un certo livello di urbanizzazione, i vantaggi economici della urbanizzazione diventano inferiori alle diseconomie e l’eccesso di urbanizzazione produce segni negativi per il benessere sociale. (Riutilizziamo l’Italia, WWF).

Consumo di suolo significa anche perdita di biodiversità, che secondo l’economia ambientale si stima abbia un valore tanto elevato da non essere nemmeno calcolabile. Il 19% del nostro Paese fa parte della Rete Natura 2000, ma la densità di urbanizzazione attorno a questi siti protetti è salita dal 2,7% al 14% in cinquant’anni, frammentando la continuità tra gli habitat e riducendo o annullando le potenzialità della rete ecologica, obiettivo del programma Natura 2000.

Secondo il WWF le destinazioni d’uso del suolo sono le principali responsabili della perdita di biodiversità, in particolar, nell’ordine:

  • Infrastrutture, ossia cementificazione e conseguente impermeabilizzazione definitiva del suolo. L’effetto è triplice: perdita di suolo, riduzione della capacità di assorbimento di acqua piovana e frammentazione della biodiversità, con effetti a cascata che si moltiplicano ulteriormente (frane, dissesto idrogeologico, desertificazione, etc)
  • Conversione per biomasse: attualmente le foreste sono la principale fonte di biomassa, ma stanno aumentando sempre più gli ettari di coltivazione agricola destinati a biocarburanti, sottraendo terra alla produzione di alimentazione umana
  • Coltivazioni di palma da olio, canna da zucchero, cacao, carta
  • Coltivazioni a irrigazione intensiva
  • Attività mineraria e acquacoltura.

A causa di tutte queste attività

[...] le funzioni produttive dei suoli sono inevitabilmente perse, così come la loro possibilità di assorbire CO2 (si stima, che suolo e vegetazione catturino circa il 20% delle emissioni annuali di anidride carbonica prodotte dall’uomo), di fornire supporto e sostentamento per la componente biotica dell’ecosistema, di garantire la biodiversità o la fruizione sociale. Nel territorio si incrementa anche la frammentazione degli habitat, con la possibile interruzione dei corridoi migratori per le specie selvatiche (EEA, 2006).


La normativa italiana

In Italia non è ancora mai entrata in vigore una legislazione specifica in materia di consumo di suolo.

Fino ad oggi il suolo è stato normativamente considerato esclusivamente sotto il profilo naturalistico-paesaggistico e pianificatorio, nonostante l’Unione Europea individui il consumo di suolo come una delle minacce per la salvaguardia della risorsa naturale (Rivitalizziamo l'Italia, WWF).

Gli strumenti di gestione del suolo e di pianificazione del territorio e del paesaggio, però, non mancano. Leggi e conferenze italiane ed europee hanno riempito pagine e pagine di parole a protezione di qualsiasi sfera ambientale immaginabile. Eppure ogni giorno aziende private, con la benedizione dello Stato italiano, distruggono enormi estensioni di suoli, beni comuni, essenziali alla vita e non rinnovabili. Ogni giorno perdiamo un pezzo di libertà. Grandi escamotage, grandi opere di compensazione immaginaria, grandi occhi che si chiudono di fronte a illeciti lunghi chilometri, alti decine di metri e duri come il cemento.

Dall’inizio del 2014 è in discussione un disegno di legge che ha come obiettivo il contenimento dell’occupazione di suolo agricolo, in cui si afferma che il

consumo di suolo è consentito solo nei casi in cui non esistono alternative consistenti nel riuso delle aree già urbanizzate e nella rigenerazione delle stesse,

insieme a l’obbligo della priorità del riuso.

Al suo interno contiene numerosi temi caldi della lotta al consumo di suolo, dal divieto di mutamento di destinazione, all’incremento di biodiversità nell’ambiente urbano fino all’opzione zero consumo di suolo. Non mancano però punti bui: nel testo in discussione si considera il consumo di suolo in termini di incremento annuale netto, il che consentirebbe un minor consumo di suolo anche attraverso strumenti di compensazione, mitigazione e perequazione, che se male definiti possono provocare l’effetto contrario a quello dovuto. In questo senso FAI e WWF stanno cercando di apportare modifiche al Testo Base, chiedendo una semplificazione della terminologia che non possa lasciare spazio a dubbi e distorsioni linguistiche, una maggiore incisività delle disposizioni e l’approvazione immediata del DDL, per sfuggire all’emorragia del suolo libero che da troppi anni imperversa senza regole nel nostro Paese.

 


BOX DI APPROFONDIMENTO - La normativa Europea sul consumo di suolo

  • 1992Conferenza di Rio, si pone alta attenzione all’utilizzo del suolo.
  • 1994, Convenzione sulla desertificazione, uno dei documenti risultanti dal Vertice di Rio.
  • 2000, la Commissione europea adotta la comunicazione Verso un programma europeo per il mutamento climatico, nella quale, recependo i contenuti del Protocollo di Kyoto, ai suoli viene riconosciuta la funzione di pozzi di assorbimento e di serbatoi per i gas ad effetto serra.
  • 2002, la Commissione europea produce un primo documento, la Comunicazione COM (2002) 179 dal titolo Verso una strategia tematica per la protezione del suolo.
  • 2006, la Commissione europea redige la Strategia tematica per la protezione del suolo. Ha sottolineato la necessità di porre in essere buone pratiche per ridurre gli effetti negativi del consumo di suolo e, in particolare, della sua forma più evidente e irreversibile: l'impermeabilizzazione. La strategia definisce il suolo “lo strato superiore della crosta terrestre, costituito da particelle minerali, materia organica, acqua, aria e organismi viventi, che rappresenta l’interfaccia tra terra, aria e acqua e ospita gran parte della biosfera”.
  • 2007, produzione in sede comunitaria della Carta di Lipsia, il principale documento di sintesi programmatica sull’agenda urbana. Rappresenta un elevato livello di integrazione fra tematiche diverse, ed è quindi ancor oggi un valido riferimento per la costruzione di politiche urbane integrate; tuttavia la sua implementazione nella programmazione comunitaria non è stata ancora completata.
  • 2010, l’Agenzia europea dell’ambiente pubblica la Relazione sullo stato dell’ambiente europeo, considerando l’impermeabilizzazione come uno dei maggiori processi di degrado del suolo.
  • 2011, la Commissione europea redige Tabella di marcia verso un’Europa efficiente nell’impiego delle risorse, nella quale si propone il traguardo di un incremento dell’occupazione netta di terreno pari a zero da raggiungere, in Europa, entro il 2050.
  • 2012, la Commissione europea elabora il Documento di lavoro Orientamenti in materia di buone pratiche per limitare, mitigare e compensare l’impermeabilizzazione del suolo.
  • 2013, Parlamento europeo e Consiglio assumono il 7° PAA, il Programma di Azione Ambientale dell’Unione fino al 2020, denominato Vivere bene entro i limiti del nostro pianeta, che intende lavorare sulla convergenza delle diverse politiche comunitarie in materia di ambiente, clima, energia e suolo e che vuole rafforzare l’obiettivo promosso nel 2011 “Occupazione di suolo pari a zero”.
  • 17-18 febbraio 2014, convegno internazionale Cities of Tomorrow: investing in Europe con cui la Commissione Europea ha riaperto la
  • discussione per la formazione dell’agenda urbana europea nella prospettiva di adottarla nel 2016. Il documento riepiloga tutte le maggiori dimensioni della sostenibilità in ambito urbano, come già aveva fatto la Carta di Lipsia, ed individua gli assi principali attorno ai quali andrà costruito il nuovo modello.
  • 19 giugno 2014, la Commissione europea ha organizzato un simposio europeo dal titolo Land as a resource, finalizzato a ricostruire un quadro conoscitivo pluridimensionale utile per la redazione di una Comunicazione della Commissione in materia di uso della risorsa suolo, programmata per il 2015.

@Vera_Meneghello

Photo credits:

Bandiere per Expo, Corso Vittorio Emanuele II - Veronica Meneghello

Stima del suolo consumato a livello nazionale, in percentuale sulla superficie nazionale e in ettari, per anno - ISPRA, 2012

Tassi di incremento dell’urbanizzazione (%) su base comunale tra gli anni ’50 e il 2000 nelle 15 regioni italiane già completate - Corinne Land Cover

Andamento del consumo di suolo a livello nazionale e ripartizionale, espresso in percentuale di suolo consumato sulla superficie territoriale tra gli anni ’50 e il 2012 - ISPRA, 2012

Biodiversità agricola in un mercato peruviano – Bioversity International\ A. Camacho

Terreno fertile attraversato da solchi di aratro – Andy B.

Terreno piantumato – Muzaffar Bukhari

Studio - Giovanni Picuti

 

 

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