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Excision, amore (sesso) e morte

Davvero sorprendente lavoro di Richard Bates jr. che riesce a colpire sia dal punto di vista della narrazione che da quello visivo.

Excision è una storia potente, di grande amore, di difficoltà di adattamento, di rivolta, di oppressione e naturalmente di ricerca della libertà.

Pauline ha diciotto anni, vive con un padre completamente sottomesso alla madre (che governa dittatorialmente la casa) e con una sorella più piccola in attesa di un trapianto di polmoni. Non è proprio quella che si suol dire “la più amata della scuola”, anzi a dirla tutta non ha amici e non fa nulla per procurarsene.

Scontrosa, violenta, senza peli sulla lingua… è ossessionata dal sesso e dalla morte. Sogna continuamente di accoppiarsi con cadaveri sanguinolenti e programma la perdita della propria verginità in maniera quantomeno discutibile.

L’inizio di Excision è forte, possente, siamo in uno dei sogni di Pauline, lei e l’altra se stessa sanguinano e godono (il riassunto delle sue passioni). E questi sogni sono molto potenti anche dal punto di vista dell’immagine: piena luce, anche esagerata, corpi nudi fasciati di bianco, molto sangue, una stanza con mattonelle blu, amore (nel senso fisico del termine) e morte davvero si incontrano.

Buoni anche gli intermezzi che Bates inserisce con AnnaLynne McCord (in alcuni momenti davvero brava) che prega su uno sfondo nero e scopre man mano un rapporto nuovo con Dio, che pian piano assume un ruolo nella sua vita.

Curiosa la partecipazione di Malcom McDowell nel ruolo di un professore per nulla illuminato.

Drammaticissimo il finale che arriva quasi a sorpresa (ma qualcosa si può intuire) e fa chiudere il cerchio su quanto visto fino a quel momento.

Senza dubbio uno dei migliori prodotti di genere della stagione.

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