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Euro 2012: il biscotto tra Spagna e Croazia

 

Ripensando all’ultima giornata degli europei di calcio, la memoria naturalmente corre a otto anni fa quando, proprio come adesso, l’Italia era attaccata più al risultato dell’altra partita che alla sua. Effettivamente le attinenze ci sono tutte, però stavolta non credo affatto ci sia la possibilità che Spagna e Croazia giochino per il biscotto.

 

Nel 2004 tra Svezia e Danimarca vigeva un campanilismo scandinavo che poteva fare - ed ha fatto – la differenza (ma c’era anche lo sputo di Totti a Poulsen, le parole di Gattuso su Uefa e Fifa, il presunto campanilismo dell’arbitro filo-bulgaro e così via); martedì sera non esiste nessun esito già scritto tra gli spagnoli e i croati per almeno tre motivi:

  1. La Spagna ha bisogno di finire il girone in testa per non incontrare, in una eventuale semifinale, la squadra che assieme agli iberici ha giocato meglio, ovvero la Germania;
  2. Spagna e Croazia sono distanti anni luce tra loro, non hanno nulla in comune e nessuna storia calcistica apprezzabilmente nota che riguardi le due squadre in qualcosa di fatto assieme o su risultati simili internazionalmente riconosciuti;
  3. Se dovesse davvero finire 2-2 (o 3-3, 4-4, 5-5…) sarà solo perché avranno giocato una partita fatta di spettacolo, gol e occasioni per tutti i 90 minuti.

Ce ne sarebbe anche una quarta, che poi, per me, è la prima e unica possibilità: la nazionale italiana uscirà perché è una squadra modesta, ed è questa, che piaccia o no, la sola verità. Senza dimenticare, però, che l’Italia ha l’Irlanda da battere, e se non la batte non ha più senso parlare d biscotti o torte gelato. Fine dei giochi, tutti a casa.

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