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Educare i bambini alla lettura: tra stereotipi e potenzialità

Il piacere alla lettura sembra essere una propensione innata nelle persone, come fosse una caratteristica genetica: o ce l'hai o non ce l'hai! Non è così, naturalmente. Bisogna abbandonare quest'idea deterministica: la passione per la lettura si trasmette e i bambini possono essere educati. Mancano però le giuste conoscenze e una formazione adeguata per gli educatori in generale. 

 

I lettori nascono dal contagio di altri lettori, dall'esempio e dalla passione che gli adulti riescono a trasmettere ai bambini. Analogamente, i non lettori sono frutto di chi non è abituato a leggere, sono la conseguenza spesso di ambienti poveri economicamente e/o linguisticamente.

La figura del lettore, inoltre, è stereotipata all'idea di una persona china sui suoi testi, introversa, un po' asociale insomma. Questo essenzialmente perché la lettura è vista come un'inazione, mentre i libri hanno la capacità, attraverso un coinvolgimento emotivo e intellettuale, di attivare un processo di autoconsapevolezza, influenzando anche le azioni nella vita reale. Richard Hoggart, accademico inglese, sostiene che la letteratura esplora, ricrea e ricerca i significati dell'esperienza umana.

Perché è così importante la lettura per i bambini? 

I libri ampliano l'esperienza e la conoscenza del mondo, consentendo di sperimentare "virtualmente" tante vicende e problematiche umane. Scoprendone le soluzioni senza patirne le conseguenze. 

I libri favoriscono la crescita personale ed emotiva del bambino, aiutano a superare paure e insicurezze inconsce attraverso l'immedesimazione con i personaggi. Tematica trattata ne "Il mondo incantato" di Bruno Bettelheim.

La lettura semplifica l'apprendimento della propria lingua madre, facilitando il percorso scolastico. Più libri si leggono più aumenta la capacità di decodificare letture nuove.

I libri insegnano le regole sociali e morali, sviluppano la creatività e l'immaginazione. Inoltre, consentono di entrare in un intimo e speciale contatto con l'autore del testo. 

Spesso si scorda che - semplicemente - intrattengono e divertono. E lo fanno con stile.

Gli educatori, insegnanti e genitori, devono attivare per tutte queste ragioni un circolo virtuoso nei propri bambini: il "Reading Circle" di cui ci parla Aidan Chambers nel suo libro "Siamo quello che leggiamo". Ci sono tre step: selezione del libro, lettura e risposta del lettore

Nel primo step il bambino deve poter scegliere il suo libro tra una varietà di testi, per numerosità e generi, che siano, inoltre, accessibili e disponibili in uno spazio espositivo apposito. 

Il momento della lettura consiste nell'organizzazione del tempo e dello spazio per questa attività. Il bimbo deve poter usufruire di tutto il tempo necessario per immergersi nei racconti. Deve inoltre poter contare su un ambiente stimolante, un luogo in cui possa leggere da solo, ascoltare la lettura ad alta voce di adulti e conversare con questi delle proprie letture.

Infine, dobbiamo attenderci una risposta dal bambino. La reazione migliore sarebbe il desiderio di continuare a leggere e quindi di ricominciare il Reading circle. Ciò si concretizza rileggendo lo stesso libro, testi dello stesso autore, lo stesso genere o semplicemente cominciando una nuova lettura.

In una società frenetica come la nostra non è facile convincere un bambino non avvezzo alla lettura ad avvicinarsi al mondo dei libri. Un educatore competente dovrà comprendere le necessità e le caratteristiche di ogni bimbo a cui si rivolge. Capirne il suo stato d'animo, le sue passioni, i suoi gusti e le sue difficoltà per potergli proporre un libro che si adatti alle sue esigenze e allo stesso tempo lo incuriosisca. 

 

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