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E’ morto il Cardinal Martini, l’uomo del dialogo

L'arcivescovo emerito di Milano Carlo Maria Martini, da tempo malato di Parkinson, si è spento poco fa nel collegio Aloisianum di Gallarate, a Varese, dove era ricoverato.

Martini era nato a Torino nel 1927. Divenuto gesuita a soli 17 anni, prete a 25, nel 1962 diviene professore di critica testuale al Pontificio Istituto Biblico. 7 anni più tardi ne diventerà rettore. Una vita passata tra lo studio e la meditazione delle Sacre Scritture, Martini divenne arcivescovo di Milano nel 1979, su forte volere di Giovanni Paolo II

Fu il pontefice polacco a strapparlo dai suoi amati testi per portarlo nella diocesi lombarda, un'apertura che lo porterà a divenire presidente del consiglio delle conferenze dei Vescovi d'Europa, dal 1986 al 1993. Fu l'anno successivo alla nomina, nel 1987, che Martini fondò quella che rimane forse la sua opera più importante: la Cattedra dei non credenti, cicli d'incontri a tema per favorire il dialogo tra fedeli (di qualsiasi credo) e non credenti. "Ciascuno di noi ha in sè un credente e un non credente, che si interrogano a vicenda", era solito affermare.

Uomo del dialogo, Martini divenne arcivescovo emerito nel 2002 per sopraggiunti limiti d'età. Decise di trasferirsi a Gerusalemme, per continuare in Terrasanta gli studi biblici, mai interrotti. Durante il conclave del 2005 venne identificato tra uno dei possibili papabili. Le sue condizioni si sono aggravate nei giorni scorsi.

Martini ha rinunciato all'accanimento terapeutico e si è spento il pomeriggio del 31 agosto ad 85 anni. A dare l'annuncio, il patriarca di Milano, Angelo Scola. 

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