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…E fuori nevica! il solito buon Salemme

La comicità di Vincenzo Salemme non è più quella esplosiva dei primi film, ma continua ad essere una comicità pulita, discretamente elegante, mai volgare, molto napoletana.

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Anche questo …E fuori nevica! rientra nel filone degli ultimi film del regista napoletano (che comunque a teatro rimane decisamente un’altra cosa).
Con lui c’è la solita banda, che al solito funziona sui toni che conosciamo bene.

Questa volta Salemme, Carlo Buccirosso e Nando Paone sono tre fratelli sistemati uno peggio dell’altro.
Il primo è fuggito da casa da qualche decennio, fa il musicista sulle navi da crociera ma è più che altro un banfone che si arrovella per portare a termine la giornata. Gli altri due hanno vissuto insieme, con la madre. Buccirosso ha dedicato la vita ad occuparsi di paone che (come al solito) è mezzo matto (soffre di una serie di sindromi concatenate tra loro).

Capita però che la madre muoia e Salemme viene richiamato all’ovile per la lettura del testamento, ricomponendo (a forza) il terzetto con i fratelli.

Da quel momento si gioca quasi tutto il film sulla forza comica di Salemme e delle sue spalle, sciorinando una dietro l’altra una serie di scenette più o meno divertenti.

E-fuori-nevica-vincenzo-salemme

Molto si gioca in realtà sulla figura di paone, sulla sua follia, sulle sue manie. E allora via allo sketch della purea, a quello della pizzeria, a quello del compleanno notturno e naturalmente alla frase ricorrente “nevica, nevica!”.

E si gioca così fino alla fine, correndo sul filo conduttore dell’eredità e di una casa da vendere.

Non manca ovviamente Maurizio Casagrande, che qui è l’avvocato saponetta (e via con le battute sul cognome).

Insomma, con le dovute proprozioni, Salemme porta avanti la comicità di Totò, usa gli stessi trucchi, gli stessi giochini, gli stessi intrecci, gli stessi tormentoni. Gioca sul napoletano che si arrangia a sopravvivere, che ama le donne, che ride nonostante la situazione difficile.

In parte, tocca ammetterlo, ci riesce. E qualche sorriso sparso riesce comunque a strapparlo.

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