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E allora le foibe? Cancellazione bipartisan della storia

Il fascista, quando gli parli dei crimini fascisti se ne esce sempre così: “E allora le foibe?”.

(Foto di Quirinale)

Da qualche anno, da un “ventennio” guarda caso, i fascisti si sono trovati, complice la finta “sinistra”, la scusa per giustificare gli assassinii, l’eliminazione di ogni libertà, le leggi razziali, le deportazioni, la guerra colonialista, durante il loro “ventennio”: la “giornata del ricordo”.

Perché se tutti sono colpevoli, nessuno è colpevole.

Il questo clima “bipartisan” fascisti-partito democratico, il signor Sergio Mattarella in una cerimonia lo scorso 9 febbraio ha voluto ricordare « la tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra » [1].

Ha segnalato, poi, la vicinanza dei « due simboli della catastrofe dei totalitarismi, del razzismo e del fanatismo ideologico e nazionalista: la Risiera di San Sabba, campo di concentramento e di sterminio nazista, e la Foiba di Basovizza, uno dei luoghi dove si esercitò la ferocia titina contro la comunità italiana ».

Un paragone assurdo!

Vittime civili innocenti e fascisti accumunati!

La retorica del signor Sergio Mattarella è scaduta poi nel becero nazionalismo quando ha sostenuto che anche l’Italia ha il suo « muro di Berlino », quello che « passava per il confine orientale, per la cortina di ferro che separava in due Gorizia ».

Secondo Mattarella, gli italiani morti in Jugoslavia volevano solo « ostacolare l’annessione di quei territori sotto la dittatura comunista ». Solo un breve accenno, poi, sul dominio fascista sui territori d’Istria, di Dalmazia e di Fiume: « era stato – sappiamo – intollerante e crudele per le popolazioni slave, le cui istanze autonomistiche e di tutela linguistica e culturale erano state per lunghi anni negate e represse ». Accenno, non condanna esplicita della violenza fascista e quindi italiana. Non condanna del colonialismo italiano in Jugoslavia.

D’altro canto quella stessa Jugoslavia noi, nel 1999, col governo D’Alema, l’abbiamo bombardata!

Vive proteste sono giunte da parte della sinistra italiana rivoluzionaria.

Il PMLI, ad esempio, ha parlato di « escalation di fascistizzazione istituzionale e culturale del nostro Paese ». E affermato che « il “Giorno del ricordo” è un chiaro “cavallo di Troia” del revisionismo che di fatto riabilita il fascismo ». Per i marxisti-leninisti, quindi, « Il “Giorno del ricordo” va abolito! »[2].

Secondo Sinistra Anticapitalista, siamo difronte ad « un’offensiva ideologica, quella del governo e delle forze politiche che lo sostengono, per riscrivere la storia attraverso una narrazione di vittimismo e di compassione per coloro che negli anni bui del fascismo sono stati responsabili di atrocità e nefandezze nei confronti delle popolazioni slave » [3].

E poi ancora: « Lo stravolgimento della memoria, è l’ennesimo tentativo di far passare i carnefici per le vittime, di nascondere le violenze che, politiche decennali imperialiste e fasciste, hanno cagionato su quei territori. Una deplorevole esaltazione del mito nazionalista di “italiani brava gente” e di colpevolizzazione della resistenza dei partigiani slavi »[3].

Anche il Partito Comunista dei Lavoratori, quest’anno, ha voluto contestare la “giornata del ricordo” del 10 febbraio.

« Il significato di questa giornata è chiaro: la riabilitazione del fascismo, del mito degli “italiani brava gente” e dell’imperialismo e colonialismo italiano dal volto umano », ha scritto [4].

Negli scorsi anni, pure Sinistra Classe e Rivoluzione ha “ridotto” ai fatti storici gli eventi in Jugoslavia [5].

In altre parole, a causa di questo spirito di “riconciliazione nazionale” tra Partito Democratico e fascisti, « la narrazione tossica delle foibe, infondata e anticomunista, è divenuta negli anni “verità di Stato”, a dispetto dei risultati della ricerca storica » [3].

Fonti e Note:

Credits: foto dal sito Quirinale.

[1] Quirinale, 9 febbraio 2024, “Intervento del presidente della repubblica Sergio Mattarella in occasione della celebrazione del “giorno del ricordo”.

[2]PMLI, 8 febbraio 2024, “Abolire il giorno del ricordo”.

[3] Sinistra Anticapitalista, 10 febbraio 2024, “Foibe e “Giorno del ricordo”: narrazioni tossiche e verità storiche”.

[4] Partito Comunista dei lavoratori, 9 febbraio 2024, “A proposito di foibe… la verità ufficiale è una menzogna”.

[5] Sinistra Classe e Rivoluzione, 11 febbraio 2018, “I crimini dell’Esercito italiano in Jugoslavia”.

« Oltre 100.000 jugoslavi conobbero la durezza dei lager di Mussolini; Si calcola che nei lager italiani circa 12.000 furono le vittime jugoslave per denutrizione, stenti, maltrattamenti e malattie ». Dimentica che « nella Dalmazia occupata divenuta provincia italiana l’italianizzazione forzata non rifuggiva dalla prospettiva di espulsioni di massa mentre grandi rastrellamenti, massacri e fucilazioni erano all’ordine del giorno. All’interno dello Stato Indipendente Croato (regno con a capo, almeno formalmente, Ajmone di Savoia) serbi ed ebrei e rom furono le vittime di una feroce pulizia etnica attuata dagli ustascia sotto gli occhi dell’alleato italiano. Il mito del “buono italiano” si dimostra, alla luce di tutto questo, quanto di più lontano dalla realtà storica ».

L’articolo originale può essere letto qui

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