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Don Matteo 12: intervista a Maria Chiara Giannetta

Il 9 gennaio è iniziata la dodicesima stagione di “Don Matteo” che, a fronte dei vent’anni, si riconferma una delle fiction più seguite e amate dal pubblico con un debutto da sette milioni di spettatori e il 30 % di share. 

Un risultato che, ancora una volta, suggella la qualità e l’intrattenimento formato famiglia di una serie che, nel corso degli anni, non ha risentito degli avvicendamenti dei personaggi e delle storie. Ne abbiamo parlato con Maria Chiara Giannetta, l’attrice che, nella serie, interpreta il ruolo del Capitano Anna Olivieri, in cui ci svela le sue sensazioni sulla fiction, sul personaggio e sul rapporto con i colleghi, come Nino Frassica, Terence Hill.

Il 9 gennaio è iniziata la dodicesima stagione di “Don Matteo”. Ti abbiamo vista nuovamente nei panni del Capitano Anna Olivieri. Che evoluzione avrà il tuo personaggio in questa nuova serie?

“Avrà un bel percorso, rispetto alla stagione precedente, la undicesima. Prima di tutto, Anna farà dei passi avanti con sé stessa e con tutto quello che sarà il rapporto con il PM, quello che verrà nei prossimi episodi. Servirà a lei per scollarsi questa rigidità di dosso e riuscire a seguire di più l’istinto.”

Sei stata una rivelazione in “Don Matteo 11”, in quanto hai saputo raccogliere il testimone lasciato in eredità dal Capitano Giulio Tommasi, alias Simone Montedoro. Com’è stata, per te, questa sfida?

“All’inizio, quando mi hanno preso, ho detto: “ormai, sto qui”, e la devo affrontare a pieno, senza timore. Il timore è arrivato dopo aver girato. Sul set, ero molto concentrata. I nove mesi sono stati molto focalizzati sul lavoro. Quando stava per uscire, ho detto: “vediamo che cosa ne verrà fuori”, in merito alla sostituzione di un attore come Simone. Per fortuna, è andata bene. Simone l’ho incontrai in una prova costume, mentre stava girando “Complimenti per la connessione” nei teatri. Aveva chiesto se poteva parlare un attimo con me. È stato carinissimo. Mi ha detto che tutti sono una famiglia. Di stare tranquilla, perché è un bel lavoro. Devo dire che è stato un gesto molto carino, da parte sua.”

A differenza delle passate stagioni, abbiamo visto un Capitano dei Carabinieri molto vicino al lato umano delle persone. Quanto è stato difficile calarsi nei panni di un personaggio tenace e forte, ma anche fragile come quello di Anna?

“Da questo punto di vista, non è stato molto difficile, perché entrambe mi appartengono. Convivono in me tutte e due, cercando di comprendere i contesti. La cosa più difficile, per quanto mi riguarda, è stato calarmi in un contesto come quello di un’autorità, rispetto alle indagini su qualcuno che, probabilmente, ha fatto qualcosa o meno, ed empatizzare con loro. Mantenere questo tipo di atteggiamento non è stata la parte più difficile, perché c’ero in parte anch’io.”

Com’è lavorare al fianco di grandi attori come Terence Hill e Nino Frassica?

“È una rarità. È una cosa bellissima, in modo diverso per tutti e due. Nino è un maestro della recitazione, della commedia, dell’improvvisazione e della freschezza. Terence è un maestro dell’umanità, dell’insegnamento di come bisogna stare sul set. Non importano le temperature, le levatacce. In questo, Terence è un grande insegnante.”

In passato, sei stata protagonista in fiction di successo come “Che Dio ci aiuti”, “L’allieva” e “Un passo dal cielo”, oltre a varie esperienze cinematografiche e teatrali. Dei due contesti, quale ti appassiona di più?

“Non preferisco un contesto. Prendo un progetto per il progetto e per il personaggio. Il tipo di trasmissione delle storie, che possono essere, teatro, cinema, radio o tv, è relativo rispetto a un personaggio e a una storia.”

Quali sono i tuoi progetti futuri? C’è un ruolo che ti piacerebbe interpretare?

“Molti ruoli. Se ci penso, mi perdo. Non saprei quali nominare. Dai personaggi storici alle piccole o grandi personalità che, all'interno delle loro storie, sono diventati grandi."

Ti devo fare i miei complimenti, perché la prima puntata è stata seguita da sette milioni di spettatori e dal 30 % di share, riconfermandosi, ancora una volta, una delle serate più viste da Rai1. Come ti spieghi questo successo?

“È un successo che viene prima di me, tranne per i miei compagni che sono lì da vent’anni, come Terence, Nathalie, Scali, Pietro Pulcini. E grazie a loro che si mantiene. È un prodotto che funziona, perché c’è l’Arma dei Carabinieri e la grande rappresentanza religiosa del prete. In questo caso, è un prodotto che unisce tutto, il giallo, il mistero, il crime, la commedia, quella romantica, e tante cose che fanno una bella serata.”

 

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