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Diritti dei migranti: diritti per tutti

Sabato 1 marzo 2014, in occasione della Giornata internazionale contro il razzismo, centinaia di persone hanno preso parte al corteo organizzato da “Milano senza frontiere”. Nata come giornata di sciopero e di protesta sotto lo slogan “Una giornata senza di noi”, per sottolineare l’importanza che i migranti hanno acquisito per merito in diversi ambiti lavorativi e sociali, questa data vuole anche dare espressione collettiva a tutte quelle voci, migranti e non, che quotidianamente ripudiano la legge Bossi-Fini, tutte le difficoltà a essa correlate e ogni forma di razzismo o discriminazione.

Questa legge in vigore dal 2002, e d'allora oggetto di discussione, ha inasprito il “Testo Unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero”, un decreto del luglio 1998 che regola il grande fenomeno naturale della migrazione in Italia. La legge Bossi-Fini, come Amnesty International ha evidenziato nel suo Rapporto Annuale 2006, genera preoccupazione per la reclusione fino a 60 giorni dei richiedenti asilo nei Centri di Identificazione ed espulsione (CIE), contrariamente a quanto previsto dalla normativa internazionale e dal principio di non respingimento, che vieta di rimpatriare o espellere forzatamente i richiedenti asilo verso Paesi in cui potrebbero essere a rischio di gravi violazioni dei diritti umani.

La legge Bossi-Fini prevede infatti che si possano utilizzare i mezzi della marina militare per far sì che i barconi traghettanti migranti irregolari siano respinti in acque internazionali, in modo che questi ultimi non sbarchino sul terreno italiano e che il loro riconoscimento, così come le eventuali cure mediche necessarie e l’analisi della loro richiesta d’asilo, diventino pratiche esauribili prima dell’ingresso in Italia, o prima del loro respingimento nel Paese da cui erano scappati. Proprio come accadde per il respingimento avvenuto il 6 maggio 2009, che tuttavia costò all’Italia una condanna da parte della Corte Europea per i Diritti dell’Uomo e un risarcimento monetario dallo Stato italiano di 15 mila euro verso ognuno dei 22 migranti rintracciati che subirono il respingimento.

Nonostante la pioggia martellante e continua, circa 40 realtà fra Onlus, centri sociali e singoli cittadini hanno percorso insieme la strada fra piazzale Loreto e piazza Duomo, ognuno sottolineando un diverso obiettivo ritenuto indispensabile da raggiungere, dallo ius soli al diritto di voto per i migranti risiedenti in Italia, dal rispetto del diritto al lavoro, come previsto dalla Costituzione italiana, alla chiusura immediata dei CIE.

Raggiunta piazza Duomo, diversi interventi hanno comunicato lo spirito della giornata e la manifestazione si è conclusa con la promessa di collaborazioni attive e costanti mantenendosi in rete grazie alle riunioni organizzate da “Nella stessa barca che riunisce in un’assemblea pubblica tutti coloro che vogliano partecipare e collaborare, “insieme per la costruzione di una società diversa, più solidale, più vivace, multiculturale e capace di guardare al futuro”, Spazio Mondi Migranti e il Primo Marzo Antirazzista.

Raimondi Giulia per Segnali di fumo - il magazine sui Diritti Umani

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