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Dico no ai rigassificatori

In questo periodo di fallimenti dei COP, l'ultimo il numero 25 tenutosi a Madrid, ripropongo qualcosa non pubblicato da Agoravox.


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17-01-2007
Dagli anni ‘70 gli incidenti legati alla lavorazione del gas hanno causato più di tremila vittime
Resistono i pregiudizi sul nucleare ma il gas è molto più pericoloso
 
di Renzo Riva
A Trieste il 12 gennaio presso la Stazione marittima, si è aperta una tavola rotonda promossa dalla locale sezione di “Italia dei valori” sulla “Sicurezza degli impianti di rigassificazione di Gnl (Gas naturale liquefatto). Valutazione e quantificazione del rischio d’incidenti”. A confrontarsi sono stati tecnici, esperti e ambientalisti, i rappresentanti di Gas Natural ed Endesa, Iginio Marson presidente dell’Osg (Istituto nazionale di oceanografia e di geofisica sperimentale), Enrico Nobile, docente di fisica tecnica all’università di Trieste, il geologo Livio Sirovich e Carlo Franzosini in rappresentanza del Wwf.
Paolo Bassi, responsabile dell’IdV ha introdotto i lavori e presentato il moderatore, l’architetto Roberto Barocchi. Dopo le relazioni è stata data la parola al pubblico, tra cui sedeva l’estensore del presente articolo. Nei due minuti concessimi ho puntualizzato che da rappresentante del Comitato italiano per il rilancio del nucleare del Friuli Venezia Giulia non mi era possibile dismettere i panni di referente di Socialisti 2005–Federalismo Fiscale. E ho notato che quando i rappresentanti di Endesa e Gas Natural hanno affermato che mai ci sono stati morti per le operazioni tecnologiche legate ai processi di liquefazione e rigassificazione, erano nel torto.
L’impianto di liquefazione di Skikda in Algeria, nell’anno 2004, ha prodotto 29 morti e 74 feriti a seguito dell’esplosione e di un incendio durato otto ore che ha provocato danni per 1 miliardo di dollari. L’ufficio investigativo di una compagnia assicuratrice attribuì la causa ad una fuga di gas liquido dalla tubazione di carico. Inoltre, in Belgio, in fase di scarico un’analoga esplosione provocò la morte di 15 persone sempre nell’anno 2004. Posso affermare senza tema di smentita che il gas è altamente pericoloso e ha provocato morti, feriti ed evacuazioni di gran lunga superiori a tutti gli incidenti nucleari verificatisi sinora, solo due ma mediaticamente superesposti, di Three Mile Island (200.000 evacuati) e Chernobyl (morti 31, feriti 299, evacuati 135.000). Il gas ed i relativi trattamenti e trasporti hanno provocato 3.241 morti, 7.906 feriti, 531.600 evacuati; tutto questo per i 52 incidenti registrati dall’anno 1970÷1998. Storicamente si ricorda, uno per tutti gli anni antecedenti, l’esplosione di un serbatoio di gas liquido a Cleveland (Ohio) che nel 1941 produsse 131 morti, 225 feriti, 680 senzatetto, 2 fattorie e 79 case distrutte. Il processo tecnologico di liquefazione e di rigassificazione è un non-senso energetico oltre che economico.
Come ha dimostrato Paolo Fornaciari presidente del Cirn (Comitato Italiano Rilancio Nucleare), i processi richiedono un dispendio energetico pari al 25%-30% dello stesso gas. Inoltre, il non-senso economico deriva dal fatto che, riconvertite parecchie centrali a olii derivati dal petrolio in centrali a gas, in epoca di prezzi bassi, sono diventate antieconomiche e se non ci fosse energia nucleare importata (18% del totale elettrico) a calmierare il prezzo attuale praticato la bolletta della luce sarebbe ancora più cara. Poi parlare di liberalizzare il mercato elettrico (80% del costo deriva dal combustibile) è da prodiani e chi oggi la propone meriterebbe il Nobel per l’economia fantascientifica.
Avevo dimenticato il seguente incidente, il peggiore di tutti
 
Origin of accident
Year
Location
Products involved
Number of
Deaths
Injured
Evacuated
 
Explosion
(storage tank)
1984
Mexico,
St. J. Ixhuatepec
Gas (LPG)
500
2.500
200.000

C.I.R.N._F-VG (Comitato Italiano Rilancio Nucleare)

s.i.p.Renzo Riva Via Avilla, 12/2 33030 BUJA (UD) [email protected] Mob.Tel.: 349-3464656
 
 

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da "Il Gazzettino" del 10 Marzo 2009, pagina 11, LA PAROA AI LETTORI

Rigassificatore
tra costi
e rischi

Vorrei completare il quadro dato dal Signor Menegazzi di Venezia ne "La protesta". A Porto Viro è stato inaugurato in pompa magna il rigassificato­re. Orbene sanno il Signor Me­negazzi ed i lettori che paghe­ranno nelle bollette del gas i costi fissi di tale impianto an­che se non dovesse rigassifica­re neanche una molecola di gas? Questo per effetto del provvedimento dell’autorità per l’energia ed il gas in seguito alla sua deliberazione n. 178/2005 sui "Criteri per la de­terminazione delle tariffe per il servizio di rigassificazione" che al titolo IV sugli "Incentivi alla realizzazione di nuovi termina­li" e per le "Misure per incenti­vare la realizzazione e l’utilizzo di nuovi terminali" recita al se­guente articolo: 13.2 - II fattore correttivo di cui all’articolo 10, comma 10.3, è sostituito da un fattore garanzia, FG, che assi­cura, anche in caso di mancato utilizzo dell’impianto, la coper­tura di una quota pari all’80% di ricavi di riferimento RL. Ta­le copertura è riconosciuta dal sistema tariffario del trasporto e ha durata per un periodo di 20 anni. La soprascritta delibe­ra fu pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale N. 193 del 20 Agosto 2005. Ecco l’effetto delle cosid­dette liberalizzazioni ispirate dalla solita filosofia: privatizza-zione degli utili e socializzazio­ne delle perdite. In questo ca­so, come in tanti altri casi di malcostume economico, viene difatti abolito il rischio d’im­presa: in pratica viene abolita la "impresa" per sostituirla con apparati collaterali degni del capitalismo di Stato e del "diri­gismo economico" di triste me­moria. Ricordo che nel mondo ci sono solo 20 impianti di li­quefazione e 190 navi metanie­re per 50 impianti di rigassifi­cazione di cui 4 negli Usa. Dei 50 impianti di rigassificazione una minima percentuale lavora all’80% della potenzialità mentre gli altri lavorano chi al 65%, chi al 50% e altri al 35%. Le navi metaniere sono già super im­piegate e perciò sarà molto probabile che anche Porto Viro seguirà l’andamento degli altri altri impianti. Ricordo tre inci­denti che fecero parecchi morti e danni nella fase di carico. L’impianto di liquefazione di Skikda in Algeria, nell’anno 2004, ha prodotto 29 morti e 74 feriti a seguito dell’esplosione e di un incendio durato otto ore che ha provocato danni per 1 miliardo di dollari. L’ufficio in­vestigativo di una compagnia assicuratrice attribuì la causa ad una fuga di gas liquido dalla tubazione di carico; o scarico del liquefatto. Belgio, in fase di scarico un’analoga esplosione provocò la morte di 15 persone sempre nell’anno 2004, e nei depositi. Uno per tutti gli anni antecedenti, l’esplosione di un serbatoio di gas liquido a Cle-veland (Ohio) che nel 1941 pro­dusse 131 morti, 225 feriti, 680 senzatetto, 2 fattorie e 79 case distrutte.
Il processo tecnologico di li­quefazione e di rigassificazione è un non-senso energetico oltre che economico come ebbi mo­do di dimostrare ad un conve­gno a Trieste il 12 Gennaio 2007.
Renzo Riva
Buja(Ud)

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dal "Messaggero Veneto" del 10 Luglio 2009, pagina XVIII
ENERGIA/1
Più di un dubbio sulla necessità
C’è una tabella, i cultori della rete possono scaricar­la dal web, che riporta tutti gli incidenti di varia natura occorsi nel mondo e fra loro quelli industriali. Alla sua lettura sono basito per la su­perficialità con la quale gruppi d’interesse (lobby) di­vulgano ad arte le bugie e la disinformazione per orienta­re la percezione del pubblico destinatario delle loro in­formazioni. Prendo a esem­pio il gas causa dell’ultimo disastro a Viareggio.
Il lettore nemmeno imma­gina di quanti disastri è re­sponsabile il gas e, fra i più recenti, cito l’impianto di li­quefazione di Skikda in Alge­ria che nell’anno 2004 ha pro­dotto 29 morti e 74 feriti a se­guito dell’esplosione e del­l’incendio durato otto ore che ha provocato danni per 1 miliardo di dollari. L’ufficio investigativo di una compa­gnia assicuratrice attribuì la causa a una fuga di gas liqui­do in fase di carico dalla tuba­zione di collegamento alla nave metaniera. Inoltre, lo stesso anno in Belgio, in fase di scarico un’analoga esplo-sione provocò la morte di 15 persone. Storicamente si ri­corda, uno per tutti gli anni antecedenti, l’esplosione di un serbatoio di gas liquido a Cleveland (Ohio) che nel 1941 produsse 131 morti, 225 feriti, 680 senzatetto, 2 fatto­rie e 79 case distrutte.
Comunque, in assoluto, quello che causò più morti accadde in Messico a St J. Ixhuatepec, nell’anno 1984 e fu dovuto all’esplosione di un grande serbatoio di stoc­caggio di Gpl; ci furono 500 morti, 2.500 feriti, 200.000 al­lontanati. Ora proviamo a collegare questo incidente con gli impianti.di rigassifi­cazione proposti a Trieste da Gas Natural nel vallone di Zaule e da Endesa off-shore nel golfo di Trieste.
Il terminal petrolifero del­la Siot di Trieste conobbe un attentato attribuito all’orga­nizzazione terroristica Set­tembre nero nell’anno 1972. Quali rischi per Trieste in ca­so d’attentato o incidente al­le navi metaniere - oggi pos­sono trasportare fino a 253.000 metri cubi- attracca­te e ai rigassificatori? Bom­be termobariche semoventi? Che bisogno c’è di rigassifica­tori in Italia quando dal pros­simo anno arriverà anche il gasdotto Nabucco?
Dove si accumulano tanta energia e incuria accadono i più gran­di disastri: fra i vari, leggasi Vajont
Renzo Riva
Energia e ambiente
Nuovo Psi Fvg
Buja
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