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Demagogia e populismo

Dopo le passate elezioni europee abbiamo assistito al successo elettorale di leader spesso definiti populisti come Marie Le Pen del Front National in Francia o Nigel Farage dell’UKIP in Gran Bretagna. Leader definiti spesso con l’aggettivo populista sono, anche, il premier italiano Matteo Renzi, l’ex-premier Silvio Berlusconi, il leader del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo, il leader della Lega Nord Matteo Salvini etc.

Che cosa accomuna questi leader? In che cosa consiste il populismo?

Il populismo come anche il leaderismo e la personalizzazione nella politica sono fenomeni che caratterizzano l’epoca post-ideologica contemporanea in cui non esistono più i partiti di massa i quali hanno ceduto il posto a partiti che sembrano brand, prodotti del marketing politico-elettorale.

Giovanni Bianchi nell’articolo “La democrazia ai tempi del populismo”, pubblicato su benecomune.net/, fa notare che l’Italia “è l’unico paese al mondo ad avere azzerato tutti partiti di massa che hanno attraversato il secondo dopoguerra. Non c’è più la Dc, non c’è più il Pci, non c’è più il Psi…”. Al loro posto ci sono partiti grandi e piccoli con leader dal forte carisma che danno il loro volto al loro partito politico di riferimento.

http://www.benecomune.net/articolo.php?notizia=1776

Il populismo si afferma in un’epoca in cui la politica ha perso gran parte del suo valore di democrazia di rappresentanza perché deve “ubbidire” a poteri forti transnazionali come multinazionali ed entità come il Fondo Monetario Internazionale.

Il populismo si afferma in un’epoca di globalizzazione, nella quale il locale cede la sua importanza al globale, in tutti i settori, anche nella politica. Il populismo si afferma in un’epoca in cui sono oltremodo importanti la suggestione, la spettacolarizzazione, il sensazionalismo. Il populismo si afferma in un’epoca in cui i media hanno un potere straordinario di manipolazione e coercizione.

Riprendendo ancora l’articolo di Giovanni Bianchi: “Il populismo lascia aperti e in corso numerosi problemi relativi alla partecipazione, alla condivisione delle decisioni, alle derive plebiscitarie, al ruolo degli enti intermedi, alla fine delle ideologie e soprattutto all’esercizio della critica, al proliferare dei partiti personali”. Giovanni Bianchi evidenzia un altro aspetto importante: la formazione del partito personale, di un partito “monolitico” in cui le regole della democrazia vengono meno come anche il diritto di esercizio della critica personale.

Giovanni Bianchi dice anche che nel linguaggio del populismo si va progressivamente sostituendo alla propaganda la logica pubblicitaria”. Egli evidenzia che il leader populista usa, per attrarre il consenso, le tecniche e le strategie della comunicazione come anche le tecniche del marketing. Il populista insomma è un oratore e soprattutto un manipolatore di masse.

Il populismo è spesso accompagnato da demagogia: il leader populista si caratterizza per false promesse, per slogan vuoti ma capaci di attrarre il consenso. Il leader demagogo aizza le folle contro avversari politici o in nome di ideali utopici o quantomeno irrealizzabili.

Nella società contemporanea della velocità supersonica e delle distanze ridotte, nella nostra società delle verità molteplici che si sostituiscono le une alle altre in modo continuo, ebbene in questa società il leader demagogo e populista ha “terreno fertile” per compiere la sua azione.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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