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 Home page > Tempo Libero > Sport > Delio Rossi ha fatto bene. Anzi, benissimo

Delio Rossi ha fatto bene. Anzi, benissimo

In una società di viziati, vittimisti, irresponsabili, indisciplinati, provocatori e prepotenti, per di più iperprotetti e blanditi, il gesto, umanissimo, dell’(ex!) allenatore della Fiorentina va persino apprezzato

La solita canea conformista di giornalisti e commentatori si è scagliata compatta – con la lodevole eccezione di Zbigniew Boniek – contro l’allenatore della Fiorentina, Delio Rossi, colpevole di aver reagito con qualche schiaffone (per poi finire in terra) ai gesti provocatori e agli insulti del giovane attaccante Ljacic, sostituito al 32’ di Fiorentina-Novara (al momento sul risultato di 0-2) per scarsissimo rendimento. La partita si concluderà poi 2-2, permettendo ai viola di mantenere intatte le speranza di non retrocedere in serie B.

I due personaggi coinvolti. Delio Rossi è un uomo di 52 anni, riminese. Ex dignitoso centrocampista, come allenatore (tra gli altri, ottimi piazzamenti in A con Lazio e Palermo), ha collezionato buoni risultati A detta di chi lo conosce, è persona mite, anzi timida. Adem Ljajić è un attaccante serbo, alto 1,81, poco più che ventenne. Spacciato per grande promessa del calcio, finora si è caratterizzato per una caratteristica poco lusinghiera per un attaccante di calcio: non segna quasi mai, anzi fallisce facili gol a quintali. Ma il suo stipendio – si suppone – si aggira sul mezzo milione di euro all’anno. Almeno.

Viviamo in una società in cui viziati, vittimisti, irresponsabili, indisciplinati, maleducati, provocatori e prepotenti, più o meno giovani, hanno perso di vista i canoni minimi dell’educazione e, per di più, sono iperprotetti e blanditi da leggi, “politically correct”, ecc. Chi svolge il ruolo di educatore – genitori, insegnanti, preti, forze dell’ordine, allenatori – si trova a dover combattere una battaglia completamente disarmato, anzi esautorato di ogni potere. Di più: rischiando denunce da solerti assistenti sociali, altri genitori, avvocati, magistrati, e “buonisti” vari.

Si racconta che lo scrittore russo Lev Tolstoj, simbolo della nonviolenza e del pacifismo, avesse tra i suoi alunni – ragazzini di strada e “devianti” – un “bullo” particolarmente maleducato e provocatorio. Dopo tanti e tanti richiami, un giorno il povero scrittore perse i gangheri e massacrò di botte il tipetto. Poco dopo, il ragazzino ringraziò Tolstoj: era quello che avrebbe voluto fin dall’inizio. E, da quel momento, fu un allievo modello!

Prima il postsessantottismo contestatore e iconoclasta, poi la cafoneria berlusconiana, basata sulla “meritocrazia” di escort e Corona vari, nonché pedagogismi e sociologismi vari, hanno annientato nel nostro Paese valori sacri quali il senso lavoro, la disciplina, il rispetto dei ruoli e la considerazione per l’età. Allora, ci sentiamo di difendere il povero Delio Rossi, ultimo simbolo di un’umanità e di una civiltà che sembrano in via di estinzione. (E che, per la cronaca, è stato esonerato dalla Fiorentina e rischia di non essere più pagato per essere stato sottoposto a “licenziamento per giusta causa”).

Rino Tripodi

Questo articolo è stato pubblicato qui

I commenti più votati

  • Di (---.---.---.143) 3 maggio 2012 15:17

    Non è un fatto di regole sportive o di opportunità o meno. Si tratta della giustificabilissima reazione di un uomo di 52 anni provocato e schernito da un ragazzino di 20. Lo spettacolo indegno è quello delle masse di adolescenti nullafacenti e figli di papà che imbrattano, schiamazzano e vomitano girando ubriachi per le nostre città.

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