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De Luca, Sala, Muraro, Marra, Lotti, Del Sette, Renzi, Raggi: mani pulite in arrivo?

14 dicembre: il governatore della Campania, Vincenzo De Luca indagato per istigazione al voto di scambio;
16 dicembre: il sindaco di Milano Beppe Sala riceve la notizia di essere indagato per il maggiore appalto di Expo;
16 dicembre: l’assessore all’ambiente di Roma, Paola Sala ammette di essere indagata per reati ambientali (sin da luglio) e si dimette;
17 dicembre: il discusso capo del personale del comune di Roma, Raffaele Marra è arrestato per corruzione, insieme al costruttore Sergio Scarpellini;
20 dicembre: i Pm di Napoli che indagano su presunti casi di corruzione presso il Consip (centrale per gli acquisti della pubblica amministrazione italiana) trasmettono alla procura di Roma atti per i quali il comandante generale dell’arma dei carabinieri avrebbe avvisato gli indagati delle indagini sul loro conto;
21 dicembre: il ministro Luca Lotti, particolarmente vicino all’ex Presidente del consiglio Matteo Renzi, è coinvolto nel caso Consip e indagato;
22 dicembre: Scarpellini rende dichiarazioni ai magistrati che indagano per quattro ore ed è subito ammesso agli arresti domiciliari.

In meno di una settimana piovono avvisi di garanzia, arresti, interrogatori fiume… sembrano tornati i tempi di Mani Pulite.

Tutta roba poco recente: ovviamente è presto per dirlo e forse questo improvviso attivismo delle Procure subirà presto una gelata, ma notiamo una cosa bizzarra: si tratta quasi sempre di casi “stagionati” (l’indagine sulla Muraro risalirebbe a luglio e i fatti risalirebbero indietro nel tempo; l’acquisto della casa di Marra risalirebbe a diversi anni fa, e l’uomo era già nell’occhio del ciclone ai tempi della giunta Alemanno; anche il caso Consip avrebbe origini non proprio recenti, tanto che c’era una indagine sulla quale Del Sette avrebbe operato la fuga di notizie).

Dunque casi che avrebbero potuto emergere prima, ma forse i magistrati non hanno voluto essere accusati di turbare il referendum, fatto sta che è come se il 4 dicembre sia scattato il via libera e piovono sberle.

Come sempre in questi casi, si sono scatenate indiscrezioni, voci e semplici pettegolezzi: alcuni giornali fanno capire che dopo Lotti seguirebbe il padre di Renzi, poi Renzi stesso. Altri osservano la coincidenza che il caso Consip fa seguito all’emanazione della strana norma per la quale i sottoposti agenti di polizia giudiziaria sono tenuti a riferire ai loro superiori sulle indagini loro affidate, altri ancora si chiedono cosa avrà detto Scarpellini in quattro ore, tanto da ottenere subito gli arresti domiciliari. Altri ancora parlano (non si sa con quale fondamento) di telefonate intercettate fra Raggi, Marra e Frongia e si chiedono cosa dirà Marra quando sarà sentito.

Tutte voci, noi siamo garantisti e aspettiamo che emergano elementi certi, intanto però non possiamo non notare questa nuova somiglianza con il 1992-93: allora fu una ondata di inchieste giudiziarie che precedette un referendum chiave, ora sembra il contrario: un referendum che apre la strada ad una valanga giudiziaria.

Certo è presto per parlare con sicurezza, ma con Lotti sembra che il siluro sia arrivato in sala macchine e la corazzata Renzi traballa. Non si può fare a meno di ripensare a quelle parole subito dopo il referendum: “rientro senza lavoro, senza stipendio, senza immunità”. Chissà perché ha voluto ricordare “senza immunità”.

Ma se la corazzata Renzi sta male, non è che la giunta Raggi stia bene, anche per la questione della nomina del fratello di Marra. A volte l’atteggiamento del M5s verso la giunta romana mi ricorda gli “europeisti” che si ostinano a tenere in piedi la Ue e l’Euro: accanimento terapeutico su cadavere.

Cari amici attenti: se è vero che siamo ad un nuovo 1992-93 sta per venire giù tutto, attenti a non restare sotto le macerie.

Aldo Giannuli

Questo articolo è stato pubblicato qui

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