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Dati Istat sulla disoccupazione. Effetto rimbalzo (e anche un po’ propaganda)

 

La #svoltabuona è durata giusto il tempo dei brindisi, poi rovinati prima dall'ennesima inchiesta (che svela il lato B della politica che mischia affari e tessere), poi dall'articolo del Sole 24 ore (che non si può considerare ostile all'esecutivo).

Contratti, solo un effetto rimbalzo - Caludio Tucc: i"L’aumento di contratti a tempo indeterminato registrato a gennaio e febbraio è dipeso essenzialmente dalla trasformazione di rapporti a termine e da un effetto “rimbalzo” dopo le frenate di fine 2014 in attesa degli incentivi ai rapporti stabili previsti dalla legge di Stabilità, e in vigore da gennaio .."Il Sole 24 Ore - leggi su http://24o.it/CjhWpx
Dal Fatto Quotidiano:
"... l’aumento di 79mila unità dei contratti a tempo indeterminato registrato dal ministero del Lavoro a gennaio e febbraio “è dipeso essenzialmente dalla trasformazione di rapporti a termine e da un effetto “rimbalzo”, visto che negli ultimi tre mesi del 2014 le attivazioni di contratti sono scese gradualmente in attesa dell’entrata in vigore dei forti incentivi fiscali” previsti dalla manovra. Non solo: "Al netto delle cessazioni, i nuovi contratti a tempo indeterminato nei primi due mesi dell’anno sono pari a 45.073", poco più della metà dei 79mila sbandierati nei giorni scorsi.
Domenica scorsa Ricolfi in un editoriale aveva scritto come nel marzo scorso, i contratti attivati erano stati 217mila "un numero molto maggiore di quello che ora viene considerato uno straordinario successo".
"Proprio per far chiarezza, martedì – giorno in cui l’Istat ha comunicato che la disoccupazione giovanile a febbraio è tornata a salire – il giornale economico ha messo in fila una serie di numeri che mostrano come il quadro sia meno roseo di quanto sostiene la vulgata ufficiale. Per prima cosa, appunto, la prima condizione citata da Ricolfi non risulta rispettata perché i datori di lavoro hanno in effetti sospeso le assunzioni a fine 2014 aspettando gli incentivi. Poi, per esempio, nel primo bimestre dell’anno sono aumentate anche le cessazioni di contratti a tempo indeterminato: dalle 243.655 del 2014 a 257.945 del gennaio e febbraio 2015. E anche le cessazioni di contratti a termine segnano un incremento, il che dimostra come molti dei nuovi rapporti stabili siano il frutto della trasformazione di contratti di lavoro già esistenti.
Conclusione: prima di parlare di ragionevole successo occorre attendere il dato trimestrale dell’Istat sulle attivazioni e verificare perlomeno se in seguito alle politiche del governo le attivazioni stabili sono state almeno il 30% del totale, contro il 15-16% registrato in media fino a oggi. Per ora, l’entusiasmo è prematuro".
Insomma, stiamo ancora giocando coi numeri, sulla pelle degli italiani (quelli in cerca di lavoro e quelli che lo stanno perdendo per la crisi): ieri pomeriggio, a Milano ad un incontro dove si parlava di Expo, il ministro Poletti stimava in un milione di contratti di lavoro che veranno attivati entro l'anno.
Non specificando quanti nuovi contratti, quanti contratti a termine trasformati.

 

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.172) 1 aprile 2015 19:22

    Favoleggiare >


    Fino a l’altro ieri motivo di vanto per il premier Renzi ed il suo entourage era farci notare che in un anno gli occupati sono cresciuti dello 0,3%.

    Senza distinguere i contratti di lavoro dai posti effettivi, era un primo tangibile segno della “svolta” impressa con la sua riforma del lavoro.


    Per contro trovava opportuno glissare sul tema della disoccupazione.

    Nel merito basti dire che se i disoccupati continuassero a diminuire ad un ritmo doppio di quello sin qui rilevato, ci vorrebbero altri 5 anni per tornare sotto la soglia del 10%.

    Una soglia quasi doppia di quella già registrata in paesi come la Germania e gli USA.


    Poi è arrivato febbraio ed il numero degli occupati è ridisceso e quello dei disoccupati risalito. Nessun problema. E’ soltanto un “intoppo” momentaneo.

    Infatti a breve si vedranno gli scontati effetti positivi dei due eventi eccezionali del 2015: Expo e Giubileo.


    Così, tra alti e bassi, la “favola” andrà avanti.

    Quanto meno a beneficio del Consenso Surrogato di chi è sensibile alla fascinazione mediatica …

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