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Transessuali e minori: il caso argentino e americano

A det­ta di sua ma­dre Lua­na, det­ta Lulù, non è mai sta­ta un ma­schio, seb­be­ne le sue fat­tez­ze alla na­sci­ta fos­se­ro ine­qui­vo­ca­bi­li e ab­bia­no por­ta­to a re­gi­strar­la al­l’a­na­gra­fe come in­di­vi­duo ma­schio dal nome Ma­nuel. Come ri­por­ta­to dal Te­le­gra­ph, da quan­do ha ini­zia­to a par­la­re si è sem­pre ri­fe­ri­ta a se stes­sa come a una fem­mi­na, al pun­to che la sua stes­sa ma­dre non ha po­tu­to che pren­der­ne atto: “Ac­cet­tan­do che mia fi­glia non era il fi­glio a cui ave­vo dato vita ma una bim­ba, ho ac­cet­ta­to la sua iden­ti­tà e mi sono schie­ra­ta al suo fian­co”. Lulù ha an­che un fra­tel­lo ge­mel­lo.

Ga­brie­la, la ma­dre di Lulù, ha quin­di de­ci­so di scri­ve­re al go­ver­na­to­re di Bue­nos Ai­res Da­niel Scio­li e alla pre­si­den­tes­sa ar­gen­ti­na Cri­sti­na Kirch­ner per spie­ga­re la si­tua­zio­ne e chie­de­re il cam­bio di ge­ne­re al­l’a­na­gra­fe. In pri­ma istan­za la ri­chie­sta era sta­ta ri­get­ta­ta per via del­l’e­tà del­la bim­ba, ma in se­gui­to il Mi­ni­ste­ro del­la Fa­mi­glia ha chia­ri­to che i bam­bi­ni sot­to i 14 anni di età sono in gra­do di espri­me­re il loro con­sen­so.

Così, al­l’e­tà di 6 anni, Lulù è di­ven­ta­ta la più gio­va­ne tran­sgen­der ar­gen­ti­na. In pre­ce­den­za un caso si­mi­le era av­ve­nu­to ne­gli Sta­ti Uni­ti dove i ge­ni­to­ri di Coy Ma­this, bim­ba di 6 anni nata ma­schio, han­no ot­te­nu­to dal tri­bu­na­le del Co­lo­ra­do il di­rit­to per la loro fi­glia di ac­ce­de­re al ba­gno del­le bam­bi­ne, per­ché tale essa stes­sa si iden­ti­fi­ca­va. La scuo­la ave­va op­po­sto ri­fiu­to alla ri­chie­sta dei ge­ni­to­ri per­ché pre­oc­cu­pa­ta del­l’im­pat­to che avreb­be po­tu­to ave­re sul­le al­tre bam­bi­ne l’ac­ces­so di un in­di­vi­duo con ge­ni­ta­li ma­schi­li al ba­gno fem­mi­ni­le, ma la cor­te ha sta­bi­li­to che così fa­cen­do la scuo­la ha crea­to un am­bien­te pie­no di in­si­die per Coy, di­mo­stran­do an­che di non com­pren­de­re la com­ples­si­tà del­la que­stio­ne tran­sgen­der.

Ge­ni­to­ri esem­pla­ri. Cer­ta­men­te non è sem­pli­ce riu­sci­re ad ac­cet­ta­re il fat­to che il pro­prio fi­glio si iden­ti­fi­chi in un ge­ne­re di­ver­so da quel­lo bio­lo­gi­co, ma oc­cor­re com­pren­de­re che non è co­strin­gen­do­li in una iden­ti­tà che non gli ap­par­tie­ne che si fa il loro in­te­res­se. Ce­sar Ci­gliut­ti, lea­der del­la co­mu­ni­tà LGBT ar­gen­ti­na, so­stie­ne che vi sono sta­te in pas­sa­to mi­glia­ia di Lulù i cui ge­ni­to­ri han­no im­pe­di­to loro di vi­ve­re se­con­do la loro iden­ti­tà.

La le­gi­sla­zio­ne ar­gen­ti­na è di­ven­ta­ta più per­mis­si­va in tem­pi re­cen­ti ren­den­do mol­to sem­pli­ce il cam­bio di ge­ne­re per via am­mi­ni­stra­ti­va, sen­za nem­me­no la ne­ces­si­tà di una dia­gno­si psi­co­lo­gi­ca e ga­ran­ten­do ac­ces­so gra­tui­to alle te­ra­pie or­mo­na­li.

In Ita­lia sia­mo ab­ba­stan­za lon­ta­ni an­che ri­spet­to a mol­ti al­tri pae­si oc­ci­den­ta­li. La leg­ge at­tual­men­te in vi­go­re è la 164/82, ot­te­nu­ta gra­zie alla mo­bi­li­ta­zio­ne del Mo­vi­men­to Tran­ses­sua­li Ita­lia­ni e dei Ra­di­ca­li. Se­con­do il te­sto ori­gi­na­le del­la nor­ma oc­cor­re­va pre­sen­ta­re un’i­stan­za al tri­bu­na­le che po­te­va au­to­riz­za­re un in­ter­ven­to chi­rur­gi­co mo­di­fi­ca­ti­vo dei ca­rat­te­ri ses­sua­li a se­gui­to del qua­le avreb­be di­spo­sto la ret­ti­fi­ca ana­gra­fi­ca. Il de­cre­to le­gi­sla­ti­vo 150/11 ha mo­di­fi­ca­to la nor­ma abro­gan­do di­ver­si ar­ti­co­li e dan­do in so­stan­za pie­na di­scre­zio­na­li­tà al tri­bu­na­le, ma ri­ma­ne sem­pre il fat­to che di pro­ce­di­men­to giu­di­zia­rio trat­ta­si e che trop­po spes­so con­ti­nua­no ad es­se­re ri­chie­sti l’in­ter­ven­to chi­rur­gi­co e/o la te­ra­pia or­mo­na­le, cose en­tram­be im­pen­sa­bi­li quan­do si par­la di mi­no­ri.

 

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