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Da Lecce: crisi e campagna elettorale, qualche consiglio sul da farsi

La crisi? Tralasciando per un attimo le alate e spesso contrapposte discettazioni sull’argomento (sì, no, poca, molta, superata, persistente), è dato tranquillamente di affermare che, perlomeno nell’ambito della campagna elettorale passata, non se n’è avvertita manco l’ombra, vivaddio!

Difatti, in giro, nel nostro Salento, abbiamo assistito al consueto spettacolo dello spendi e spandi a iosa, chiaramente organizzato di buon grado, dagli addetti ai lavori, nel miraggio della potenziale conquista di sontuose e ricche greppie.

Non solo le montagne, o migliaia di leghe, di manifestoni formato tre metri per sei, che già costano fior d’euro, con i volti in cinemascope dei candidati e le gigantografie dei loghi partitici.

Non solo i tantissimi spaziosi ambienti e saloni, in taluni casi addirittura da reggia, presi in locazione dagli aspiranti Eurodeputati, Presidenti, Sindaci e Consiglieri - sicuramente contro pagamento di consistenti canoni - per allocarvi i rispettivi comitati elettorali (chissà, poi, a che cosa servono, concretamente, questi ultimi organismi, nell’anno del Signore 2009).

Non solo i rituali buffet e le appetitose agape fraterne con tesserati e/o datori di voto, iscritti e corteggiati.

Non solo i caratteristici camioncini, con cassoni allestiti a guisa di espositori bifronte, che portano in processione per città e paesi i già ricordati faccioni dei gareggianti.

Durante l’ultima kermesse elettorale, si sono scorte finanche eleganti autovetture, diciamo così, di cortesia personalizzata, con simbolo e stemma di questo o quello schieramento e l’immancabile volto, oltremodo rassicurante grazie alle mirabilie di Adobe Photoshop, del personaggio in lizza. Per la verità, tali veicoli ci mancavano, ne avvertivamo proprio il bisogno, quasi che, qui, il traffico fosse del tutto inesistente.

Dunque, svariati e singolarmente costosi addendi di spesa, per una somma complessiva di costo sicuramente ingente, che, forse, sarebbe però da definire completamente inutile.


Ma, davvero, dobbiamo ancora credere che i cittadini si orientino, o modifichino il sentiero di scelta che hanno ben fisso in testa, alla luce dei messaggi, delle promesse, degli impegni, dei balletti di accuse, critiche e distinguo incrociati, che caratterizzano e infoltiscono i venti/trenta giorni precedenti all’apertura dei seggi?
Abbiamo appreso, una volta tanto con piacere e soddisfazione, della scelta, adottata dalle competenti autorità, di contenere gli esborsi per la tradizionale parata celebrativa del 2 giugno, con contestuale decisione di destinare il risparmio alla ricostruzione post terremoto in Abruzzo.

La domanda può sembrare esagerata, ma, con i chiari di luna che attraversiamo, non sarebbe stato il caso di rinunciare del tutto a questa dispendiosa campagna elettorale?

Perché la saggezza, il buon senso, l’equilibrio da buon padre di famiglia, che una volta prevalevano, non devono essere collocati al primo posto anche oggi giorno?
In confronto agli attuali comportamenti e scenografie, nella mia mente vengono a riaffacciarsi le piccole scritte in vernice, naturale e indelebile, color amaranto violaceo, che ancora figurano su qualche muro riparato e rimasto integro del paesello natio, scritte recitanti “Viva Agostino Nuzzo”, attivo, generoso e indimenticabile Sindaco negli anni intorno al 1950, quasi mezzo secolo fa.

E salendo a cariche pubbliche più alte, rimangono vivi i riferimenti a due - tre parlamentari della zona, uomini illuminati, al punto da trascurare se stessi e i loro interessi e da prodigarsi anima e corpo, prioritariamente, per migliorare le condizioni dei collegi d’appartenenza, in primis degli abitanti.

Per concludere, restando con i piedi piantati per terra nell’attuale realtà e facendo riferimento all’elezione del nuovo Presidente della provincia di Lecce, vorrei permettermi di suggerire, indistintamente a tutti i candidati, ormai eletti, poche, semplici, precise e importanti priorità:

- rifare il fondo stradale, che fa pericolosamente pena specialmente all’interno dei centri urbani, nella gran parte della rete viaria del Salento;
- programmare e realizzare nel più breve tempo possibile, in raccordo con la Regione e le Autorità centrali, un impianto di incenerimento o valorizzazione rifiuti, di capacità tale da fronteggiare il fabbisogno dell’intera Provincia, allontanando rischi e guai seri, già latenti e per di più destinati ad accrescersi;
- sistemare, tenere pulite e organizzare con adeguati servizi le nostre bellissime coste, i tesori artistici e storici, il territorio in genere. Non v’è dubbio, il turismo costituisce la strategia irrinunciabile e vincente per i decenni a venire.
 
Come fronteggiare il connesso fabbisogno finanziario? Ad integrazione dei massimali di spesa consentiti dall’ordinario bilancio dell’Ente, perché non si compie un’attenta, completa ricognizione e una disamina incontrovertibile, sulle decine, anzi centinaia, di beni immobili pubblici, sparsi, inutilizzati, in disuso, abbandonati, in qualche situazione addirittura in rovina, in ogni angolo del Tacco, il cui valore d’insieme recuperabile si potrebbe ragguagliare a qualche miliardo d’euro?

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