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Cyberfinanza e cybercapitale

Siamo in un mondo sempre più globalizzato: negli ultimi decenni ha trionfato la deregulation dei mercati e del libero scambio a favore di un mercato mondiale globalizzato, selvaggio e senza regole, un mondo globalizzato in cui trionfano le multinazionali e le corporations le quali sfruttano sia l'ambiente, gli ecosistemi che l'individuo solo per i propri interessi e per i propri profitti.

Inoltre il capitale è diventato cybercapitale grazie alle meraviglie della rivoluzione massmediatica di internet e del web.

Nel mondo del cybercapitale si è realizzata anche un'eccessiva finanziarizzazione dell'eonomia mondiale, processo che è stato portato avanti dalla cyberfinanza, dai poteri forti, dalle banche, dalle lobbies, dalle su citate multinazionali, dai governi succubi dell'economia mondiale e delle sue leggi.

Quindi deregulation, globalizzazione, multinazionali, cyberfinanza e cybercapitale, tutto questo ed altro ancora è stato possibile grazie alla società dell'immagine, espressione e facciata del sistema-società neoliberista e capitalista, che propone mitologie, icone pop, divi, supereroi, sottoculture etc. provenienti dal mondo del cinema, dello sport, della televisione, della politica, dello spettacolo e così via discorrendo. Un mondo globalizzato del cybercapitale e della cyberfinanza in cui le velocità sono supersoniche e le distanze si sono ridotte, un mondo in cui tutto è patina, un mondo in cui tutto è consacrato all'apparire, un mondo dove ai cittadini vengono negati sempre più diritti insieme alla democrazia così in una condizione di democrazia sospesa, di postdemocrazia.

Un mondo che propugna un'eccessiva fiducia nella tecnologia e nell'innovazione, un mondo che adopera una sempre maggiore manipolazione dell'informazione e distorsione della realtà, un mondo che porta avanti un controllo sociale esorbitante, un mondo porta avanti fenomeni come la desertificazione culturale, l'appiattimento sociale e la massificazione per poter rendere gli individui tutti sullo stesso piano ossia quello di un consumatore inetto, controllabile e manipolabile convinto di essere libero di scegliere nella società dei consumi ma che invece è sempre più schiavo.

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