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"Currywurst sotto la Fernsehturm". Reportage di uno sportomane da Berlino (2).

La prima parte del reportage la trovate qui


La domenica mi sveglio con la calma dei morti e vai con la tv.
Cambio giusto un paio di canali e mi arriva la bella notizia che ci sono i mondiali di biathlon a Pyeongchang, in Corea del Sud e la gara che si sta svolgendo è la 10 km inseguimento donne. Mi aggiusto nel letto e all’improvviso mi si apre un mondo che dura il tempo della chiamata a rapporto per la colazione. Chiaramente dopo tre secondi di telecronaca, mi domando: “Quale altro paese da uno spazio così grande al biathlon, sport che, anche se in Italia avessimo possibili medagliati in un mondiale le nostre tv e il pubblico seguirebbero con il solito interesse annoiato che concediamo allo slittino, alla ginnastica ritmica e al nuoto sincronizzato?”.

Qui invece oltre alla bellezza di questo sport, mi rendo conto anche dell’importanza data ai protagonisti degli sport minori in Germania. Atlete come Magdalena Neuner, seconda al traguardo dietro la svedese Johnsson, Kati Wilhelm, quinta, e Martina Beck sono delle atlete seguite e molto considerate. La Neuner l’ho poi beccata con i suoi occhi azzurri su Vox a pubblicizzare delle barrette energetiche e al Kadewe (il più grande centro commerciale dell’Europa continentale) sulla copertina di un videogioco di biathlon per Nintendo Wii. Altro mito del biathlon femminile è Simone Hauswald, intervistata per 15 minuti buoni anche perché in questa occasione era la beniamina anche del pubblico di Pyeongchang, essendo figlia di padre tedesco e madre coreana.

Sarei stato ore a vedere il biathlon, ma vengo richiamato all’ordine: Est Side Gallery con i suoi graffiti (uno era fantastico: Ernesto Guevara che indossa la maglietta con la faccia del “Che”. In un’immagine tutta la stupidaggine delle icone global-politiche che fanno moda. In un mercatino c’era anche la maglietta con la faccia di Obama vicina a quella con la faccia di Bud Spencer. Mah…), museo della DDR, foto tra Marx ed Engels, Checkpoint Charlie e il Jüdische Museum sotto il silenzio della neve, altra esperienza quasi irreale da raccontare ai nipoti (anche se dubito che staranno a sentire un vecchio rimbambito).



Tornato a casa riacchiappo un programma sul calcio che parla della Zweite Liga e due immagini mi restano in testa: Rukavina che fa un goal al volo e il giovanissimo Lewis Holtby il quale dopo aver segnato va a festeggiare in tribuna con mamma e papà. Poco dopo si parla dei posticipi di Bundesliga e godo degli highlights di Borussia Dortmund-Energie Cottbus e Amburgo-Arminia Bielefield, dove Jarolim durante un’accesa discussione con un avversario gli ha preso le palle e le ha strizzate con forza assassina (sai che spasso il referto del giudice dopo la prova tv). Durante i programmi, le pubblicità vedevano protagonisti spesso personaggi dello sport e con mio sommo gaudio mi sono accorto che molti atleti di sport altri sono “utilizzati” come testimonial per i prodotti più vari: Novitzki promuove la DBA i fratelli Kilitschko degli integratori, e altri come la medaglia d’oro a Pechino nel sollevamento pesi categoria open Matthias Steiner per dei programmi sportivi in onda sulla D:SF. Questo è un altro segno del rispetto e della considerazione che i tedeschi nutrono per gli sport “minori” e per gli atleti che, mi diceva un mio amico tedesco, sono ammirati molto di più dei calciatori.


La pacchia finisce verso le 21.00 e si riscende in strada per vedere il quartiere Charlottenburg, dove c’è la Gedächtniskirche che è rimasta un rudere in ricordo della spaventosa pericolosità delle guerre e per andare a mangiare in un ristorante turco nel Kreuzberg, dove di tedeschi non ne ho visto mezzo. Allettato alle 2 scopro altre due cose stuzzicanti. Prima di tutto un programma di semplice analisi tattica delle partite, dal titolo “Spieltaganalyse” e con in studio Olaf Thon (in Italia sarebbe il mio programma preferito; pensateci almeno voi, guru della tv satellitare), nel quale si parla del perché Lam ha sbagliato il movimento in diagonale su Voronin nel primo goal dell’Hertha e del come attua perfettamente la tattica del fuorigioco il Borussia Dortmund dopo l’avvento di Klopp. L’altra cosa che vengo a sapere è l’avvio di un ciclo di documentari sulla storia del calcio a partire da lunedì 23 febbraio. Questa serie è promossa con un video in cui a dominare è il Tor Tor Tor per il goal di Rahn contro l’Ungheria nel 1954, ma in seconda battuta c’è l’Urlo di Tardelli del 1982 e l’ascensione al cielo di Pelè contro di noi nel 1970 (su tre immagini cult due volte l’Italia, bella considerazione di cui sono andato fiero). Di lunedì posso dire poche cose perché incastrato nel Kadewe tutto il giorno.

Ascolto la canzoncina “Numero Uno” del comico Matthia Knop, imitatore di Toni
, in cui una serie di stereotipi italiani si accumulano su una musichetta dance inascoltabile (vengo a sapere poi dal Guerin Sportivo che questa canzoncina è la versione leggermente corretta di “Pasta e fagioli” di Lino Toffolo, motivetto che prendeva in giro proprio i tedeschi. E allora ben ci sta). Un giornale parla della vittoria della squadra tedesca di combinata nordica nella prova di coppa del mondo a Schonach. Hettich, Frentzel, Kircheisen ed Edelmann hanno completato la prova di salto e staffetta 4x5 chilometri precedendo la Norvegia di 19" e l’Austria di 34". Ci facciamo trasportare assonnati dalla S-Bahn verso l’aeroporto di Schönefeld e sotto una neve che si infittisce lasciamo Berlino alzando le spalle. Segno di delusione per il ritorno.

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