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Critica della Ragion Criminale: dal noir luce inedita, ma vera su Kant

Non è solo e semplicemente un eccellente "noir", avvincente, d'azione, di suspence, che cattura il lettore dalla prima all'ultima pagina, in cui si seguono le indagini condotte da Hanno Stiffeniis, ma, nascendo da ricerche approfondite concernenti sia la storia della filosofia ("Kant. A biography" di Manfred Kuehn) che storico culturali ("Tales from the German Underworld" di Richard J. Evans) ci dà un quadro generale più completo tanto della realtà storico culturale degl'ambienti in cui si trovò a vivere Immanuel Kant quanto della vita dello stesso che ci capiterà di incontrare.
 
Ne esce un quadro del tutto inedito e destinato ad inserirsi nei testi di filosofia innovandone il contenuto. Certamente Immanuel Kant è e resta la vetta ultima e più elevata del razionalismo e della metodologia, a lui tanto connaturata che gli abitanti di Koenigsberg usavano regolare i propri orologi in base ai suoi spostamenti, ma è anche il filosofo con il quale il razionalismo giunge al proprio limite: esso per sua natura, al pari dell'empirismo, non è in grado di dare una risposta definitiva alle tre questioni ultime, Anima, Mondo, Dio.
 
Queste le conclusioni sia della "Critica della Ragion Pura" che dei "Prolegomeni". Ma ciò implica necessariamente il fatto che tanto il razionalismo quanto l'empirismo possano solo essere degli strumenti parziali nella ricerca della Verità. Implica anche che allora anche altre vie e altri mezzi possano avere un loro senso e valore in questa ricerca. Il primo a doversi necessariamente rendere conto di ciò dev'essere stato (e fu) proprio lo stesso Kant, e ciò ha cambiato le sue vedute e le sue convinzioni, come prova il ritiro - l'unica ritrattazione fatta dal filosofo - della sua aspra e satiresca critica all'animista occultista ed alchimista Svedeborg.
 
Vie nuove ed orizzonti inediti nei quali, al pari che già per l'ultimo (e più grande) San Tommaso d'Aquino, si staglia in tutta la sua dirompente grandezza la questione del Male. In questo eccellente noir, scritto a quattro mani da Michael Jacob e Daniela De Gregorio, li ritroviamo entrambi: non più l'Immanuel Kant rampante dei tempi che vanno fino ai "Prolegomeni", ma l'anziano Professor Kant, che dopo la presa di coscienza dei limiti di razionalismo ed empirismo, è aperto anche ad altre e - per i tempi - assai inusuali vie di ricerca della verità, comprese quelle di Svedeborg, il dottor Vigilantius.
 
E, attenzione, la figura dell'anziano Prof. Kant quale ci viene descritta, non è per nulla una invenzione letteraria, ma è assolutamente vera al pari di quella del Kant rampante cui i testi ci hanno abituati. E' questa quella destinata ad entrare anche - ed in modo dirompente - nei testi di filosofia, è questa quella con cui si devono e si dovranno fare i conti per una comprensione più piena e completa sia del grande filosofo che della sua filosofia. Non è dunque più sufficiente guardare, tramite Wolf alla metafisica di Suarez, ma è necessario volgersi anche più da vicino a Svedeborg ed alle sue arti: animismo, occultismo ed alchimia.
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