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Crisi, occorrono nuove imprese?

L'ultima peripezia economica che si tenta di mettere in campo per contrastare la crisi recita: occorre reindustrializzare l'America. Lo dice il Presidente Obama.

Da noi ci si accoda: occorre allargare la base produttiva. Bersani, spronato da attempati economisti, lo predica.

L'ultima peripezia economica che si tenta di mettere in campo per contrastare la crisi recita: occorre reindustrializzare l'America. Lo dice il Presidente Obama.

Da noi ci si accoda: occorre allargare la base produttiva. Bersani, spronato da attempati economisti, lo predica.

Ci risiamo, il solito mantra: quando i Produttori producono generano lavoro, occupazione, ricchezza; se si potenzia quella produzione si riprende a crescere: tocca, insomma, creare nuove Imprese.

Questo si dice, anzi si spera.

Già, ma che tocchi reindustrializzare, proprio quando il mercato espone un eccesso di offerta ed un difetto di domanda, manco i mantriani ci credono.

Scettico pure Richard Fisher, responsabile della Federal Reserve di Dallas: “La verità è che alla Fed nessuno sa realmente che cosa stia frenando l’economia. Nessuno sa veramente che cosa serva per rimettere in carreggiata la congiuntura”.

E sì, perché quando al mercato si mostra come la crescita economica renda l'esercizio del consumo una pratica indifferibile, proprio quel vecchio mantra non raccapezza i fatti.

Proviamo a cambiare la “diceria”; spostiamo il punto di vista da cui osservare i fatti economici.

Una diceria nuova di zecca: i Consumatori, giustappunto quelli obbligati, con l'acquisto trasformano la merce in ricchezza, consumando l'acquistato forniscono l'input per nuovamente produrre, quindi nuovo lavoro, occupazione, reddito; danno continuità al ciclo, sostanza alla crescita.

Quando però quel reddito, erogato dalle Imprese a chi lavora alla produzione, si mostra insufficiente ad acquistare quanto è stato prodotto il processo economico si impalla, le merci restano in magazzino a svalutarsi.

Se, in barba a quanto ci si ostina a credere, mediante l'esercizio del consumo si innesca quel virtuoso tragitto in grado di generare lavoro, occupazione e reddito, di una siffatta Impresa c'è bisogno.

Consumatori, insomma, che fanno impresa per fare offerta della merce più appetibile dal mercato: la domanda.

Acquistata da chi ha necessità di svuotare quei magazzini retribuisce chi, per ruolo, acquista affinchè acquisti.

Di tale Impresa la politica deve farsi sponsor, da una base produttiva di tal fatta occorre ripartire per riattivare il ciclo economico.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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