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 Home page > Tribuna Libera > Cosa c’entra Dell’Utri con le nomine?

Cosa c’entra Dell’Utri con le nomine?

Sempre più divertente il caso Dell’Utri. Soprattutto non ci si annoia, con questi continui colpi di scena. Lunedì abbiamo scoperto che:

a- contrariamente a quanto universalmente affermato dalla stampa in un primo momento, in realtà il divieto di espatrio era stato solo chiesto dalla Procura, ma non concesso dal Tribunale

b- che aveva un biglietto di andata e ritorno Parigi-Beirut-Parigi partenza il 24 marzo ritorno il 29, ma non si sa se effettivamente è tornato a Parigi per poi tornare di nuovo a Beirut il 3 dove è stato localizzato per l’uso del bancomat

c- che aveva liquidi per 30.000 euro con sé

d- che Gemayel ha impietosamente smentito quel ballista da oscar dell’ex Cavaliere

e- che i suoi due avvocati si sono ammalati contemporaneamente (che malattia è l’avvocatite? È contagiosa) facendo saltare l’udienza fissata per discutere l’estradizione.

Dunque, ancora un quadro molto confuso, ma qualcosa si inizia a capire. Può darsi che questa fosse la premessa di una “evasione preventiva” per sottrarsi alla più che probabile condanna, ma questo avrebbe avuto a che fare con il poi; nell’immediato tutto lascia intendere che si tratti di altro.

Anche perché, in effetti, se uno viaggia con il suo passaporto, con biglietti aerei a suo nome, usa il suo bancomat, si registra in albergo con il suo nome, non è logico pensare che stia dandosi alla latitanza. I latitanti, di solito sono più discreti. Quello che appare più convincente, dato anche quell’andirivieni Parigi-Beirut, è che stesse viaggiando per fare qualcosa, diciamo affari. E di che affari si tratta? Cedri! Deve trattarsi di cedri! Ma non c’è nulla di male a commerciare in cedri, mentre qui di cedri si è parlato per un’ora e poi la cosa è stata cadere subito.

E, poi, vi risulta che Finmeccanica si occupi di cedri?

Divagando, e se la memoria non mi inganna, il Libano, da sempre, è la piazza d’affari che gli italiani usano per commercializzare armi e, spesso, si tratta di transazioni discrete, anzi, diciamo proprio coperte, se non clandestine.

Poi si sa, quello è un mondo dove si incontra tanta gente: sauditi (i primi acquirenti di armi al mondo), quatarini, fratelli musulmani, iraniani, siriani. Gente non sempre simpatica (ad esempio gli israeliani non li possono vedere) tanto da essere spesso sottoposti ad embargo.

Ma torniamo a Dell’Utri. Mokbel (uno che di esportazioni Finmeccanica se ne intende) ora smentisce di sapere nulla dei viaggi di Marcello. Sarebbe anche curioso il contrario: che confermasse.

C’è una coincidenza che ci incuriosisce: tutto questo vivirì (come dice Camilleri) va a cadere in coincidenza con il giro delle nomine, fra cui quelle Eni e Finmeccanica. Curioso: è come se ci fosse qualche affare da concludere prima dell’insediamento dei nuovi amministratori. Ma questa è solo un’illazione.

Restiamo sul concreto terreno dei fatti: tutto lascia intendere che Dell’Utri non stesse scappando, ma stesse facendo un viaggio per così dire “coperto”. Certo non coperto in quanto tale ed agli organi informativi dello Stato, che infatti lo sapevano, controllavano da lontano ma non facevano nulla per impedire questi spostamenti. Coperto nel senso che non dovevano restare tracce di alcuni passaggi. Ad esempio, quei 30.000 euro liquidi fanno pensare a qualche pagamento da fare senza lasciare tracce bancarie. Ma, salvo singoli aspetti delle sue attività in giro per il mondo, Dell’Utri si stava spostando tranquillamente, per nulla da latitante. Solo che, evidentemente, è successo qualcosa di inatteso (il mandato di cattura, che ci chiediamo perché non emesso prima, visto che si parlava di suoi piani di espatrio da tempo) che ha fatto saltare fuori che l’uomo era in giro per il mondo.

E qui le prime caotiche spiegazioni come la cura, i cedri, la missione per conto di Putin (a proposito: un colpo di genio degno del migliore Totò!) che lasciano intendere reazioni scomposte ed in stato confusionale. E si capisce anche perché Dell’Utri abbia aspettato tranquillamente in albergo la polizia, ben sapendo di aver usato cellulare e bancomat, ma ormai impossibilitato a muoversi. La strana malattia dei due avvocati sa tanto di espediente per prendere un po’ di tempo e trovare una via d’uscita.

Insomma, ci volete dire, per favore, cosa c’è dietro questa storia?

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