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Convention repubblicana: Ann Romney, Chris Christie e l’uragano Isaac

Alla seconda giornata della convention repubblicana sono stati tre i protagonisti della scena: Ann Romney, moglie del candidato, Chris Christie che ha aperto la convention, e l’uragano Isaac che sta devastando il Golfo del Messico

Si è conclusa ieri sera la seconda giornata della convention repubblicana che ha dato la nomination a Mitt Romney. Tre sono stati i protagonisti della serata di Tampa: Ann Romney, moglie del candidato presidenziale, Chris Christie, governatore del New Jersey a cui è stato affidato il keynote speech, e l’uragano Isaac che pur non blandendo le coste della Florida, sta devastando il Golfo del Messico e la Louisiana facendo ritornare alla mente Katrina. Al momento Isaac è ancora di categoria 1, ma la forza con cui ha investito la zona del delta del fiume Mississippi, a sud di New Orleans, cone venti di oltre 130 Km/h fa presagire che potrebbe diventare il prossimo problema per la costa meridionale degli Stati Uniti.

La prima a parlare dal palco del Tampa Bay Times Forum è stata Ann Romney. La candidata first lady racconta alla platea la sua storia di donna, accanto ad un uomo forte come Mitt, un uomo in grado di affrontare le sfide e vincerle: «Mitt non fallirà nell’impegno di creare occupazione per voi e i vostri figli». Ann ha parlato con il cuore rivolgendosi alle donne che lavorano e ai loro figli: «Noi siamo le madri, le mogli, le nonne, le sorelle maggiori, le sorelle minori, le figlie che tengono assieme questa nazione». Poi ricorda la forza con cui l’ex governatore le fece vincere il cancro e la sclerosi multipla. L’orgoglio di una donna che diventa tutt’uno con la storia di moglie dell’uomo che «deve essere il nostro presidente perché nessuno lavorerà più duro di più e si occcuperà più di voi e dei vostri figli». Mentre parla dal podio della Convention sui maxi-schermi scorrono le immagini dei 47 anni passati assieme a Mitt.

La giornata si è chiusa con il keynote speech di Chris Christie, governatore del New Jersey e astro nascente del Grand Old Party. Da Christie ci si aspettava un discorso politico, uno scatto di orgoglio repubblicano. Christie è riuscito in pieno in questa impresa, tanto che alla fine dei 20 minuti di discorso, tutti si sono alzati attribuendogli una meritata standing ovation.

Il governatore inizia dalle sue origini (irlandese il padre, siciliana la madre) spostandosi immediatamente sui temi forti di questa campagna presidenziale: l’economia in calo, la crisi ma soprattutto come sia riuscito a rimettere in piedi il New Jersey e come Mitt Romney riuscirà certamente a risollevare le sorti dell’America:

«Non siamo mai stati vittime del destino, ma padroni di noi stessi. Non voglio far parte di una generazione che fallisce. Voglio che i miei figli vivano in un secondo secolo americano – ha detto Christie – E’ tempo di alzarsi in piedi, non c’è più tempo da perdere. Se voi combatterete con me per Mitt Romney, io combatterò con voi. Stasera, scegliamo il percorso che ha sempre definito la storia della nostra nazione. Questa sera sosteniamo Mitt Romney come prossimo presidente degli Stati Uniti. E, insieme, ci batteremo ancora per la grandezza americana».

Il governatore non nomina mai Obama, ha pensato allo speech per le cose che farà il presidente Romney, non su quello che non è riuscito a fare l’attuale inquilino della Casa Bianca. Non è stato probabilmente il miglior discorso di Christie, ma sicuramente sarà quello che rimarrà più nel cuore dei repubblicani: l’ascesa dell’uomo di Newark parte da Tampa con la benedizione di Mitt Romney

La convention di Tampa non è stato solo uno spettacolo come diceva Obama: è stata la consacrazione per il sempre più probabile prossimo presidente degli Stati Uniti. Obama è avvisato.

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