• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Economia > Congedi milionari e pensionati d’oro. Manager e politici durante la (...)

Congedi milionari e pensionati d’oro. Manager e politici durante la crisi


Top manager e politici italiani "vittime" dell'abbondanza d'elite. Un viaggio atroce nell'universo degli sprechi e dei privilegi riservati ai soliti noti.

 

Il Belpaese, la nostra povera Italia. Povera solo per i tantissimi sventurati che non hanno potuto sedersi al tavolo dei giochi delle caste e dei privilegiati, ma ricca per chi a quel tavolo non solo si è seduto, ma ha vinto tutto, prosciugando il banco che, per questo, non ha più niente da offrire a chi invece avrebbe bisogno di fare una piccola puntatina con l'auspicio di poter semplicemente sbarcare il lunario a fine mese.

Top manager italiani a peso d’oro

La classifica dei liquidati dai rubinetti d'oro (calcolo in valore assoluto eseguito per ogni giorno di permanenza sul posto di lavoro) vede come testa di serie numero uno Cesare Geronzi, di recente dimissionario dal gruppo Generali Spa. Ben 48mila euro al giorno per i 347 giorni che ha trascorso in azienda. Il suo stipendio annuale lordo era di 3,3 milioni di euro all'anno. Non male. Subito dopo fa capolino Roberto Colaninno, poi Franco Bernabè. Al quarto posto Matteo Apre, giovane banchiere - amministratore delegato di Capitalia per 4 anni - vittima di uno scontro di potere con lo stesso Geronzi, si accontenta - si fa per dire - di una buonuscita pari a 37,4 milioni lordi. Via via poi tutti gli altri.



Il dipartimento di Management e tecnologia della Bocconi ha condotto ultimamente uno studio sulle buonuscite a beneficio dei manager delle aziende più importanti quotate in borsa. Il risultato emerso conferma le innumerevoli perplessità dei tanti osservatori inermi: solo il 19% del totale Aziende campione ha erogato pacchetti perfettamente in linea con quanto raccomandava l'Ue, e la media dei pacchetti erogati nel periodo 2000-2009 è stata pari a ben 4,6 volte a quelli "consigliati".

I comitati di remunerazione, composti di consiglieri indipendenti sulla carta, giocano un ruolo fondamentale nella contrattazione delle buonuscite dei top manager. Maurizia Iachino Leto di Priolo, responsabile delle pratiche di governance per Key2People, dichiara a Lettera43.it: «una cosa è farli, questi comitati, un'altra è farli funzionare; si tratta di un fenomeno nuovo da noi e nessuno ha pensato di immettere nei cda profili con competenza specifica. Ma il vero nodo da sciogliere è quello dei fitti incroci nel gotha ristretto del capitalismo italiano. Spesso, il membro del comitato di remunerazione siede accanto ad altri consiglieri in altra veste e in contesti diversi. E questo va a detrimento della serenità di giudizio». Inoltre, sembra che questi comitati siano formati anche da accademici che non hanno competenze specifiche del caso e cercano solo di accattivarsi le simpatie dei consiglieri più potenti. C'est la vie.


Politici & co., baby-pensionati e privilegiati

Il libro denuncia Sanguisughe scritto da Mario Giordano è una sorta di percorso atroce in questo universo politico fatto di sprechi ed abbondanze, parallelo a quello dell'alta finanza italiana. Il pensionato Inps più ricco d’Italia ha una pensione di 90mila euro al mese. Ci sono tre onorevoli che sono stati in Parlamento un solo giorno e prendono la pensione da parlamentari per tutta la vita. C’è l’ex presidente del Consiglio che, tagliate le pensioni altrui, ne ha ottenuta per sé una da 31mila euro al mese. C’è l’ex presidente della Repubblica che, oltre al vitalizio, incassa 4.766 euro netti al mese come ex magistrato, pur avendo lavorato in magistratura solo tre anni. E ancora: dal dirigente della Banca d’Italia che va a riposo a 44 anni con 18mila euro al mese, al burocrate che ancora nel 2009 va in pensione a 47 anni con 6mila euro netti (e l’incarico da assessore), dal commesso del Senato che prende 8mila euro al mese, alla bidella pensionata a 29 anni.

L'onorevole Di Pietro, leader dell'Italia dei Valori - il nome che ha scelto per il suo partito è davvero consono al suo status da privilegiato - è andato in pensione come magistrato all'età di 44 anni - oggi ne ha 60 - e incassa un assegno di 2.644 euro lordi al mese. Altro caso clamoroso è quello di Manuela Marrone, moglie di Umberto Bossi, leader della Lega Nord, che è andata in pensione da insegnante a 39 anni e riceve 766 euro al mese.

In un paese come il nostro in cui la politica italiana costa il doppio di Bukingham Palace e della Casa bianca con al seguito più di 200 milioni di americani perché dovremmo scandalizzarci? In fondo la linea tracciata da chi ha voluto costruire "l'Italia dei paradossi" non ha sbavature e mai le avrà. Les jeux sont faits, rien ne va plus.


 
Questo articolo è stato pubblicato qui

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares