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Come tu mi vuoi e il marketing della propria immagine

Come tu mi vuoi è un film di Volfango De Biasi. Giada è una giovane studentessa di Scienze della Comunicazione. Giada è l’emblema della ragazza studiosa e “secchiona”. Ella rifugge ogni contatto con il mondo esterno e si veste in modo trascurato e obsoleto. Per mantenersi gli studi all’università Giada è costretta a lavorare come cameriera in un’osteria e a dare ripetizioni.

Giada conosce Riccardo, il quale ha bisogno di un aiuto scolastico per l’esame diEconomia Politica. Riccardo fa di tutto per avere una relazione con Giada per non pagare più le ripetizioni. Ci riesce e Giada si innamora di lui. Purtroppo la ragazza non va a genio agli amici di Riccardo, ragazzi benestanti che vestono alla moda e vanno a ballare in discoteca. Allora Giada prende la decisione di cambiare look e stile di vita per piacere a Riccardo.

Per raggiungere tale scopo Giada si fa aiutare da Fiamma, amica super-snob di Riccardo che la porta in un posto dove un suo amico lavora sul corpo di Giada migliorandolo e le da dei vestiti firmati ad un prezzo molto scontato. Giada, inoltre, segue i consigli di Fiamma su come migliorare il suo portamento e la sua immagine. Fiamma aiuta Giada anche a truccarsi oltre a darle dei consigli su come comunicare con le altre persone.

Giada va ad una festa e Riccardo la trova cambiata del tutto. Ora Riccardo, già affascinato dalla personalità e dal carattere della ragazza, viene affascinato anche dal suo aspetto esteriore. Un’altra amica di Riccardo, Alessia, che in passato ha avuto un litigio verbale con Giada, invita la ragazza ad andare nella discoteca dove Riccardo fa il ragazzo immagine. Giada vede Riccardo amoreggiare con un’altra ragazza e al giorno dell’esame dice a Riccardo di non volere vederlo più. I due troncano la loro storia amorosa.

Giada, poi, viene licenziata dal padrone della trattoria dove lavora: infatti la ragazza per comprarsi i vestiti ha rubato i soldi al padrone dell’osteria a sua insaputa. Giada allora va da un suo professore per avere un posto come assistente dato che ora ha bisogno di un nuovo lavoro. Il professore, che l’aveva rifiutata in passato come assistente, ora la accetta per il suo rinnovato aspetto esteriore molto più gradevole e piacente di quello di un tempo. Più avanti, verso la fine del film , ad una seduta d’esame si notano delle strane attenzioni del professore verso Giada. In questa seduta d’esame è presente Riccardo come studente: Riccardo ha studiato e mentre risponde a Giada nel ruolo di assistente cerca di chiarirsi con la ragazza dicendole anche che la ama. Il film finisce con i due ragazzi che tornano insieme.

In questo film si parla della società dell’immagine che propone icone pop,supereroi, divi, totem da adorare, mitologiesottoculture etc, società dell’immagine espressione e facciata del sistema-società neoliberista e capitalista. Ebbene in questa società dell’immagine è essenziale “vendere la propria immagine”, fare marketing di se stessi, vendere il proprio “prodotto”.

Giada cambia da asociale ed emarginata a persona che sa come vendere la sua immagine, sa come attuare il marketing di se stessa: come si evince dalle parole la ragazza, ella offre agli altri ciò che loro vogliono. Nella società dell’immagine e dei consumi tutto è mercificabile, come fa capire anche Giada, tutto è vendibile ai consumatori che sono innanzitutto “educati”, ammaestrati a consumare: si crea l’idea del prodotto da vendere per poi passare concretamente alla realizzazione di quell’idea in svariate forme e contenuti. Proporre illusioni, proporre sogni, proporre incantamenti, proporre magie da vendere al pubblico, da vendere alle masse che come tante pecore belanti seguono la mandria nella sua direzione di marcia.

Giada, all’inizio del film, dice che la società è costruita in modo piramidale, dove le classi più basse seguono gli stili di vita e i comportamenti delle classi più alte. Quindi i beni di consumo e i prodotti acquistati dalle classi più alte hanno un significato simile a quelli acquistati dalle classe sociali più basse. Solo che i beni acquistati dalle classi sociali più basse sono di qualità più scadente. L’importante è mostrare, è apparire: nella società dell’immagine è predominante la logica dell’apparire, è predominante l’aspetto esteriore spesso ostentato. Il film in questione è anche un film sui valori etici e morali dunque, un film sulle trasformazioni sociali e antropologiche avvenute negli ultimi decenni. Un film che mostra in modo chiaro e nitido anche le disparità di classe, non solo dal punto di vista economico ma anche dal punto di vista sociale e culturale.

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