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Clima: Parole che vogliono salvare la Terra

L’accordo raggiunto al Cop21 di Parigi è più simile a dei vaghi fumi che ad un vero patto di salvaguardia del Pianeta in tre punti. Limitare la crescita della temperatura di 1,5 gradi, meglio 2, revisione ogni cinque anni sui tagli alle emissioni nocive, cento miliardi di dollari per i paesi in via di sviluppo.

Nessun accordo vincolante, ma tanti consigli e grandi pacche sulle spalle dei rappresentanti dei 195 paesi presenti ai funerali del buon senso, per salvaguardare la sicurezza di intere popolazioni ed evitare l’aggravamento delle condizioni di povertà, oltre all’impossibilità per alcune comunità di accedere liberamente all’acqua.

Un inverno con zanzare al Central Park di New York e le Alpi senza neve, mentre le città confidano nella pioggia e nel vento per disperdere le polveri sottili. In Cina neanche un tornado potrà dissolvere lo smog che avvolge e penetra in ogni pertugio delle metropoli, ma i canadesi ne approfittano per vendere aria pura delle loro monti in confezioni spray.

Il buon senso suggerirebbe di filtrare l’aria autoctona invece di succhiare quella proveniente dalle montagna canadesi e acquistata a 12/20 dollari a bottiglia.

Per rendere comprensibili i dati che gli esperti portano a codificare il concetto di cambiamenti climatici, perché non sia solo aria fritta, è stato realizzato il videogioco SEE 2050 Carbon Calculator. Un’occasione non solo per comprendere un problema che coinvolge il futuro di ogni abitante della Terra, ma anche sperimentare, anche se solo virtualmente, le conseguenze delle scelte energetiche dei diversi Paesi e quello che ogni singolo cittadino può fare per l’ambiente.

L’Occidente vorrebbe far a meno dei combustibili fossili, ma per ora continua a bucare e ha frantumare (fracking) la crosta terreste con l’illusione di un’estrazione a basso costo, mentre i paesi in via di sviluppo rincorrono la modernizzazione, facendo scomparire verdi vallate e cieli tersi, per innalzare montagne di rifiuti industriali avvolti in nebbie mefitiche.

Solo ora, dopo il vertice romano con il ministro dell’Ambiente Galletti, si pensa a delle soluzioni condivise come bus gratis, limitazione dell’utilizzo della biomassa, l’abbassamento delle temperature di 2 gradi negli edifici pubblici e privati, abbassare di 20 chilometri orari i limiti di velocità nei centri urbani.

Un vertice che non ha preso in considerazione di suggerire ai conducenti del trasporto pubblico di procedere con una guida più equilibrata , evitando improvvise accelerazioni all’apparire del verde al semaforo o repentine frenate al rosso.

Un accorgimento che, oltre a diminuire lo spargimento delle polveri sottili nell’aria, evita di mettere a dura prova le articolazioni degli utenti.

Altre ottimistiche parole che celano l’incapacità della comunità internazionale a trovare soluzioni condivise riguardano il caos in Libia e il conflitto siriano.

In Libia non sarà l’accordo raggiunto tra il governo “laico” di Tobruk, riconosciuto da molte nazioni e quello islamico di Tripoli e “ufficializzato” dal Consiglio di Sicurezza dell'Onu a rendere insignificanti le differenti concezioni che hanno della società e che cercheranno di prevalere nel gestire la ricchezza petrolifera del paese, facendo solo in apparenza fronte comune contro il pericolo Daesh.

Anche l’approvazione della risoluzione per i negoziati di pace all’Onu sulla Siria mette solo d’accordo alcuni dei protagonisti degli schieramenti pro e contro Bashar Al-Assad. La Russia, gli Stati uniti e l’Unione europea vedono il futuro siriano svilupparsi in modi divergenti, mentre la Turchia approfitta della “nebbia” per regolare i conti con i kurdi, i russi con gli oppositori del regime siriano e i sauditi vogliono ridotti al silenzio gli sciiti e l’Iran.

A parole tutti sono contro il Daesh e il suo califfo, ma sono molte le bombe che cadono su scuole e ospedali, su kurdi o sul Libero esercito siriano.

 

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