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Civati, il referendum Possibile e l’informazione negata

Per gli otto referendum di Possibile lo scoglio delle 500mila firme e del tempo (scadenza a settembre). Facciamo il punto anche sui media "disinteressati" a informare su un evento importante come la democrazia diretta. 

Pippo Civati, e con lui la sua forza di delusi-astenuti-annoiati dalla politica odierna che si è data il nome di "Possibile", si è dato nove settimane e mezzo di tempo. Per raggiungere l'insperato obiettivo di 500.000 firme necessarie per poter sottoporre a consultazione refendaria gli 8 quesiti che formano l'iniziativa cosiddetta "#8SI".. un vero e proprio 'pensiero stupendo' il suo.

Già, perché un'iniziativa del genere, come tante altre che in passato sono state portate avanti, è destinata non solo a scontrarsi con la generica resistenza del popolo italiano agli strumenti della partecipazione popolare (molto usati invece in altri Paesi d'Europa), non solo con l'opinione ostile delle controparti politiche, ma anche e soprattutto con l'ostracismo che la stessa sinistra fa. La sinistra i cui temi del referendum, tra poco svelati, dovrebbero essere temi portanti. Ma una parte ha fatto orecchie da mercante e si è dimenticata di dargli il sostegno necessario, sostegno arrivato invece da Alessandro Di Battista del Movimento Cinque Stelle, che si è schierato a favore della consultazione.

Così come la sinistra, anche i mass media, a parte qualche eccezione come il Tg La7 di Enrico Mentana (vedi video) e a sorpresa il Tg5, sembrano dimenticare l'esistenza di questo strumento, negando la notizia e venendo quindi meno al proprio compito fondamentale: informare.

Stupisce, ma forse neanche molto, che ci siano soprattutto le reti appartenenti al servizio pubblico, quelle che meno si sono spese in servizi su questo referendum. Andiamo a vedere però di cosa parla, cos'è che effettivamente si vuole abrogare attraverso questa consultazione.

Come è già stato detto le domande che si fanno sono otto e riguardano essenzialmente quattro temi: democrazia, ecologia, lavoro e istruzione.

Ci si chiede in questi otto punti se si vogliano:

  • abrogare il blocco dei capilista (che andrebbe a creare quindi eletti di serie a ed eletti di serie b) e quindi di conseguenza la legge elettorale che li prevede; 
  • rivalutare in senso ecologico l'economia, eliminando delle grandi e piccole opere derivanti dal Decreto-Sviluppo o dal decreto Sblocca-Italia che rischiano di avere un devastante impatto ecologico;
  • abrogare o meno le parti del discusso Jobs Act che permettono il demansionamento (prima negato) o la mancanza di tutela per i licenziamenti economici;
  • annullare il ruolo dominante del preside previsto da "BuonaScuola" che gli consentirebbe di assumere personalmente gli insegnanti, con tutte le conseguenze facilmente immaginabili.

Ora in questa sede non si vuole dare alcun giudizio di valore sul merito o meno di questa iniziativa, lo scopo, come ogni mezzo d'informazione che si rispetti, è appunto quello di informare, di rendere noto che esiste questa possibilità.

 

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