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Ciro Michele Esposito: caduta del regime fascista ed ascesa artistica

Sono messe in disparte, con la caduta del regime fascista le tesi di Cesare Lombroso, oggi peraltro totalmente destituite di qualsiasi valore scientifico. Esse volevano costruire una sorta di nuova fisiognomica partendo dal presupposto che i criminali mostrino caratteri somatici peculiari ed atavici prova della degenerazione di un gruppo umano. Questi caratteri sarebbero ben ravvisabili anche in poeti, artisti e letterati appartenenti al simbolismo, all'impressionismo e ad altre correnti artistiche tutte non fasciste doc. e le loro opere prova di questo, ovviamente.

Ecco come dunque l' "arte vera" di tipologia moderna va ad identificarsi con quella di Domenico Rambelli e quella classica con gl'autori quattrocenteschi. E l'espressione "somma", in cui tutto culmina, è la "Testa del Duce". Dal Lombroso la concezione è ripresa da Max Nordau e con lui da Hitler in persona... Con la caduta prima del nazifascismo ed in anni successivi con la dimostrazione scientifica della falsità degli assunti del Lombroso cade la presunta "verità" che sosteneva tutta quella concezione artistica. Rifioriscono l'Arte e gl'artisti, specie quelli messi in ombra o perseguitati dal regime. Nella Sicilia nebroidea il nome che si impone, specie nel settore ceramico, è quello di Ciro Michele Esposito, Talento Grande della Scuola di Faenza, pupillo di Ballardini ma destinato (senza stipendio) all'allora disastrata Scuola di Santo Stefano di Camastra. Sul piano tecnico e qualitativo le opere di Ciro Michele sono senz'altro superiori a quelle di un Rambelli o di un Bucci, ovvero dei suoi professori, ma sul piano estetico espressivo richiamano, tramite Maurizio Korach, tipologie mitologiche o addirittura junghiane: imperdonabile per le concezioni lombrosiane.

Già nel 1947, alla Fiera di Messina, lo straordinario valore tecnico qualitativo e la bellezza artistica diversa cominciano a fare scalpore. Da allora inizia un crescendo inarrestabile che le qualità umane ed il senso civico di Ciro Michele rifiutano di avocare egoisticamente a sé, ma che egli "naturaliter" estende agl'altri: artisti, professori, alunni, a tutta la Scuola. Il successo è per i Nebrodi con il riconoscimento ufficiale della Scuola d'Arte nel 1951.

La capacità di dare forma a tipologie e connotazioni psichiche universali, in unione a tecniche particolari di trattamento delle colorazioni con metalli pesanti (soprattutto il cromo) e l'uso della diversa possibilità di ossidazione con la tecnica a gran fuoco si estrinsecano in capolavori unici: "Bombolo mascherone", simbolo di solarità ridente; la bellissima "Maternità" e "Sogno di maternità", "Gallo Sole", una delle preferite di Ciro Michele, con cui amava farsi fotografare, la stupenda "Leda con il Cigno", sono opere dal fascino irresistibile che suscita un'attrazione che varca presto le frontiere non solo provinciali e regionali, ma anche quelle nazionali. C'è ammirazione alla Fiera Internazionale di Francoforte e di Toronto del 1952. La Fiera di New York dello stesso anno, una delle edizioni più celebri di questa rappresentazione e che segnerà il lancio di Andy Warhol o delle immagini iconiche di Marylin Monroe, ne decreta non solo il successo, ma, affascinata, tratterrà ancora per qualche tempo "Maternità" ed altre opere in mostra al Museo.
 

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