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 Home page > Attualità > Politica > Chi non salta comunista è!!

Chi non salta comunista è!!

Cosa vuol dire essere comunista? Chi lo sa alzi la mano, prego!

Oggi vorrei dire due parole a proposito del valore che ha oggi la memoria storica nel nostro paese.

 

 Parlare cioè dei riflessi che le vicende storiche che hanno portato alla costituzione di uno Stato Democratico riescono ad avere sul nostro comportamento e su quello dei nostri giovani in particolare. In quale modo cioè riescano ancora ad incidere sulle idee e sui comportamenti dei cittadini italiani.

Mi riferisco non solo a fatti e vicende del nostro passato remoto, quelle che tutti noi studiamo a scuola e che suscitano un vero e genuino interesse solo in una piccolissima  parte di alunni perchè per i più sono solo noiose nozioni da mandare a memoria finalizzate non tanto alla crescita e alla costruzione di un cittadino consapevole attraverso l’acquisizione di valori fondamentali (come quelli nobili dell’onore e dell’amore per la patria), quanto alla semplicistica promozione ad un esame considerato abbastanza inutile.

Ma anche vicende recenti, fatti appena di ieri, sembrano dimenticate, mai sapute o sembrano non interessare molto la maggior parte delle nostre giovani generazioni che considerano il benessere e la democrazia raggiunta nel nostro paese come una condizione scontata, innata, ottenuta senza sforzo e sacrifici, come avuta in dono dalla Storia in maniera naturale.

Ci si appassiona e si soffre per il genocidio degli ebrei magari solo perché si vede al cinema La vita è bella di Benigni, ci si commuove per la repressione dei primi cristiani alla vista di Ben Hur, si vive la prima guerra mondiale con La grande Guerra di Comencini e magari ci si domanda come possa uno sfigato come Gassman farsi fucilare solo per una stupida ripicca, non cogliendo l’eroismo finale e la grandezza morale di un personaggio capace di riscattare con un atto di vero coraggio un’intera vita di bugie e sotterfugi. Si vive e si partecipa al nostro drammatico dopoguerra con il popolo affamato magari solo per qualche sceneggiato televisivo in un paio puntate dove si finisce sempre per privilegiare la parte privata dei personaggi, i loro rapporti con la famiglia e i propri cari, lasciando le vicende storiche molto spesso troppo in sottofondo.

Spesso anche la posizione politica, i diversi posizionamenti in aree politiche riferibili a partiti nazionali (se non rigettate in toto), sembrano frutto non tanto di solidi ragionamenti, di deduzioni e discussioni, di influenze scolastiche o familiari, di percorsi anche dolorosi di scelte di pensiero, ma solo legate a mode o momenti che niente hanno a che fare con una vera consapevolezza, una vera accettazione consapevole di una certa visione del mondo e della società.

C’è sicuramente, non in tutti ma in molti dei nostri giovani, un evidente allontanamento dalla politica che comporta un’ eccessiva semplificazione delle varie posizioni. Spesso lo sono senza la necessaria consapevolezza, il necessario percorso formativo, la necessaria preparazione, con una superficialità a volte disarmante.

Questo allontanamento è sicuramente in gran parte derivato dai numerosi esempi di cattivo comportamento dei nostri rappresentanti politici che non brillano certo in moralità pubblica e che finiscono per apparire ai più solo come dei fortunati personaggi che hanno raggiunto, spesso con mezzi nemmeno troppo leciti o intrallazzi vari, una posizione di assoluto privilegio che cercano di mantenere più a lungo possibile. Naturalmente esprimendo tutti la volontà e la necessità di porre fine a quei privilegi che tuttavia permangono invariati, legislatura dopo legislatura.

Un’altra difficoltà di approccio alla politica, che vale un po’ per tutti, è anche le sua difficile comprensione, la sua mancata chiarezza. In questo delicato settore spesso di fondono fra di loro, si contrappongono, si incrociano e intersecano motivazioni, idee, concetti e fatti accaduti, vicende del passato forse ancora troppo recenti perchè la Storia sia in grado di darne una valutazione definitiva.<br>

Anche la stessa Storia, a volte, è messa in discussione in quei giudizi che sembravano ormai definitivi a causa della scoperta di fatti nuovi, di nuovi dati, di nuove vicende od anche per il nascere di una diversa chiave di interpretazione degli stessi fatti. Tutto ciò comporta una grandissima confusione aggravata poi dalle  strumentalizzazioni politiche di coloro che ne vogliono trarre vantaggio personale, alimentata da vecchi rancori mai sanati, rilanciata da beghe personali o di partito.

Tutto questo rende la politica spesso difficile, talvolta incomprensibile con la conseguenza che i cittadini si sentono spesso disorientati e se ne allontanano.

Non sono in ultima analisi i cittadini responsabili di questo progressivo allontanamento bensì la politica che non è in grado di presentarsi con il suo volto nobile e autentico di valore fondamentale di ogni democrazia.

Ed ecco allora la semplificazione, il parteggiare per uno o per l’altro non più in base a convinzioni profonde, a riflessioni e studio, a conoscenza, ma solo perché lo dice un personaggio simpatico, oppure uno famoso, o un personaggio di successo che gode della tua stima, o perché questa è la posizione del tuo migliore amico.

O peggio ancora perché va di moda, perché così fai parte del gruppo, perché non hai il coraggio di dissentire, perché non hai semplicemente più il coraggio delle tue idee, o infine sono proprio quelle che ti mancano.

Perché riflettere su certe cose e farsi un’idea personale è faticoso e impegnativo mentre abbracciare le idee di altri molto più comodo, e spesso anche più utile. Non si devono dare spiegazioni per la nostra scelta perché ci sono altri che lo fanno per noi, molto meglio di noi, a noi basta tifare per loro.

Così possiamo passare meglio il nostro tempo in palestra, in discoteca, in quelle cose che fanno i giovani occidentali a cui non bisogna “rompere i coglioni” con tanti discorsi sulla perdita della nostra memoria storica e sulla superficialità in cui trascorrono la loro vita.

Appartiene a questo filone, e molto esplicativa nella sua brevità, una conversazione che potete trovare su Youtube digitando sulla Home Page semplicemente: “Fabio Volo comunista”.

Vi si apre uno spaccato di come molta gente vive la politica, della approssimazione di molti che l’affrontano come se si stesse parlando di una squadra di calcio, dello stesso uso distorto di termini senza nemmeno avere idea di che cosa si stia parlando.

Come scritto in una lettera sul Web:gli italiani hanno smesso di decidere per se e vivono le proprie scelte etiche e politiche come momenti di tifoseria per un bisogno altissimo di sentirsi parte di qualcosa più grande”.

E’ triste ma per molti, moltissimi, è proprio così.

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