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Cento anni dopo abbiamo cantato ancora che la guerra è maledetta

Nel 1915 l’Italia entrò nella Prima Guerra Mondiale. Mentre sono impetuosi i venti di guerra nel 2015 a Carrara e nelle piazze di tutta Italia, grazie alla riedizione di “Bella Ciao” e ad una militante anarchica, è risuonato il canto “O Gorizia”, una delle più grandi denunce della barbarie e della carneficina della Grande Guerra

L’anno nuovo è iniziato esattamente come era finito il precedente: mentre ad ogni latitudine massacri vengono compiuti, nazifascismi, razzismi e xenofobie, militarismi e nazionalismi soffiano impetuosi. C’è chi invoca gli Anni Trenta e chi il ventennio precedente, chi l’incendio del Reichstag e chi l’attentato di Sarajevo, ma la conclusione è sempre la stessa: la macchina della guerra compie sempre nuove atrocità disumane.

Sono passati cento anni, ma ancora una volta c’è una corsa agli armamenti, ancora una volta gli arsenali vengono riempiti e si proclamano guerre. E’ stato anche di recente stanno documentato chi ha finanziato e armato lo Stato Islamico, chi è realmente responsabile della nascita ed espansione. La “Guerra al terrore”, lanciata dopo gli attentati alle Torri Gemelle nel 2001, si rivela sempre più un fallimento ed ha addirittura portato il terrorismo, che affermavano di voler combattere, lì dove non c’era. Ma la retorica nazionalista e militarista, l’evocazione della xenofobia e dei nemici della Patria travolgono tutto. E quanto, in fin dei conti, succede con le celebrazioni del 4 novembre, vittoria mai avvenuta in una guerra che solo all’Italia causò “650 mila morti e un milione di mutilati e feriti, molti di più di quanti erano gli abitanti di Trento e Trieste” (come da anni denunciano il Centro di Ricerca per la Pace e i diritti umani di Viterbo, il Movimento Nonviolento, l’Associazione Antimafie Rita Atria e PeaceLink chiedendo che sia una giornata di lutto e non di festa).

A Carrara la mamma di un bambino, la cui scuola stava partecipando alla cerimonia ufficiale, ha ripudiato la retorica trionfale in piazza e ha espresso il suo dissenso. Mentre i discorsi delle autorità proseguivano, Soledad Nicolazzi ha iniziato ad intonare il tradizionale canto anarchico “Gorizia”. Immediatamente è stata allontanata da polizia e carabinieri che in massa le hanno impedito di far sentire ai presenti in piazza le strofe della canzone. L’Istituto Ernesto De Martino su facebook ha riportato la notizia e, in solidarietà a Soledad Nicolazzi, il 12 dicembre ha convocato una manifestazione a Carrara nella quale si è invitato a cantare collettivamente “Gorizia”. Un’iniziativa che ha avuto un successo straordinario: non soltanto tante sono state le persone che hanno accolto l’invito in piazza ma, addirittura, in altre città coloro che non sono riusciti a raggiungere il comune toscano hanno organizzato altre iniziative parallele. Un successo così grande che, sempre su facebook, qualcuno ha proposto di renderlo un appuntamento fisso annuale.

“Gorizia” è un canto storico della tradizione pacifista, anarchica e antimilitarista italiana ed è tra le voci più forti di denuncia della “inutile strage”. Fu cantata per la prima volta dai fanti che entrarono in città dopo la battaglia dell’agosto 1916 che lasciò sul campo oltre 50.000 morti. Rappresentava il grido di dolore di chi sentiva che “dolorosa ci fu la partenza e il ritorno per molti non fu”, arrivando a definire maledetta la città nella quale morivano e scagliandosi contro i “traditori signori ufficiali che la guerra l’avete voluta, scannatori di carne venduta, e rovina della gioventù”. Gorizia fu cantata durante il festival di Spoleto il 21 giugno 1964 da Michele Straniero (che sostituì Sandra Mantovani), che per questo fu denunciato per “vilipendio alle forze armate”, e scatenò contestazioni in sala durante lo spettacolo e minacce e intimidazioni neofasciste di replica in replica fino ad arrivare a rischiare attentati dinamitardi, mentre il direttore artistico del Festival e sponsor dello spettacolo Nanni Ricordi arrivò a rassegnare le dimissioni. Insieme ad altri storici canti popolari e libertari, “Gorizia” fu presentato al Festival di Spoleto nell’ambito dello spettacolo “Bella Ciao” di Caterina Bueno, Giovanna Daffini, Giovanna Marini, il Gruppo di Piadena, Ivan Della Mea, Michele L. Straniero, Sandra Mantovani, considerati i pionieri del folk italiano. Per festeggiare i cinquantanni anni dello spettacolo, e per riviverne la forza e la lezione democratica e libertaria, Alessio Lega, Riccardo Tesi, Ginevra Di Marco, Elena Ledda, Lucilla Galeazzi, Andrea Salvadori e Gigi Biolcati hanno riarrangiato e riedito il disco. Un’impresa collettiva, realizzata grazie al contributo di moltissime persone che hanno aderito al crowdfunding, che da mesi e mesi sta attraversando le piazze di tutta Italia. Cantando e denunciando, tra le varie canzoni, che cent’anni dopo la guerra è sempre maledetta.

 

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