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Cavalier Fracassa

Silvio Berlusconi impazza su tutte le reti televisive, ripetendo slogan stantii: qualcuno ancora lo voterà, ma ormai appare al tramonto.

Bisogna dire la verità: fa un po’ pena l’uomo rifatto col pongo che risponde al nome di Silvio Berlusconi. Si rende quasi simpatico, usando una spavalderia fintamente bonaria, ma un secondo dopo fa pensare che stia poco bene per la pervicacia con cui insiste con le fanfaronate. Non è più credibile: la sua capacità di suggestionare la gente sembra alla frutta. Ripete come un disco rotto frasi sconnesse che assistenti sadici gli mettono in bocca, sapendo di avere a che fare con un attore mediocre, ma deciso, che sa urlare. Berlusconi ha toccato il fondo ed è vergognoso starlo a sentire. Eppure, non molto tempo fa era amato da tanti italiani. La nostra volubilità è proverbiale, così come la nostra superficialità, purtroppo: sono vizi dai quali non riusciamo a liberarci!

La tv vuole lo spettacolo e poco interessano i contenuti di una proposta politica. I leader che vanno in onda si guardano bene dallo spiegare come intendano onorare il programma che il loro partito propone in campagna elettorale. Ma c’è chi fa eccezione: Oscar Giannino, promotore della formazione politica Fermare il declino, ha proposto, per abbassare il debito pubblico, la dismissione delle proprietà statali, valutate in 480 miliardi di euro! Con che economisti abbiamo a che fare? Lo sanno tutti che un conto è il valore teorico di un bene e un conto è quello che si riesce poi a realizzare vendendolo!

Riporre la propria fiducia in un uomo come Berlusconi appare, sinceramente, la scelta peggiore che ci sia. Come si fa a credere a un personaggio che ha raccontato fantasie assurde sulla vicenda di Ruby e che è arrivato a millantare una lunga telefonata con il premier turco Recep Erdogan per salvare una situazione internazionale delicatissima, mentre Angela Merkel lo stava ad aspettare, impaziente e visibilmente scocciata? Qualcuno ancora sostiene che Berlusconi pensava veramente che Ruby fosse la nipote di Mubarak e stava davvero telefonando ad Erdogan. Sì, a questo punto anche gli asini, magari, volano!

Dario Lodi

Le immagini: un summit in Turchia tra Silvio Berlusconi, Recep Erdogan e Vladimir Putin nel novembre 2005 (fonte); l’incontro tra Berlusconi e il presidente Giorgio Napolitano durante il G8 svoltosi a L’Aquila nel luglio 2009 (fonte). (LucidaMente, anno VIII, n. 85, gennaio 2013)

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