Carmina Burana nella Tradizione Popolare
Le arene estive spesso possono stupire con delle inaspettate sorprese come i Carmina Burana che, miscelati con narrazioni popolari, hanno dato spettacolo il primo giorno d’agosto, nella Cavea del Parco della Musica di Roma.
Tra suoni mediterranei del dialetto napoletano e le cupe atmosfere medioevali musicate da Carl Orff, non si perde lo spirito goliardico della taberna o quella fatalista della morte.
Quello che si è potuto ascoltare era l’incontro tra la tradizione popolare e la musica colta, simile a quello che si cercava negli anni ’70 e passando dalla quarta sinfonia, quella con i campanelli, di Mahler ai Soft Machine, Janáček con la sua Sinfonietta ai Led Zeppelin sino alla Nuova Compagnia di Canto Popolare e alla scena progressive.
Un ardito connubio? Forse, ma è quello che ha fatto emergere le differenti coniazioni musicali proposte da un da un energico ensemble popolato da pianoforti, percussioni, liuti, ciaramelle, oud e quant’altro che potesse dialogare con il coro e le voci soliste.
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