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Camorra: Quell’inconfutabile perfezione

Stamattina passando per il centro direzionale e per il palazzo di Giustizia stavo riflettendo sulla miriade di avvocati che ogni giorno popola quei grattacieli giganti.Stavo pensando che se a Napoli non ci fosse più un delinquente non ci sarebbe nemmeno più un avvocato, e molto probabilmente ci sarebbero molti più disoccupati.

E’ un sistema perfetto: un delinquente ha bisogno di un avvocato, un avvocato ha bisogno di una laurea e quindi di una facoltà di giurisprudenza, una facoltà di giurisprudenza ha bisogno di un professore, un professore per insegnare impone dei libri, i libri per essere stampati hanno bisogno di un editore..etc, etc.
 
Ma ci pensate se non esistesse più la delinquenza, contemporaneamente quanti nuovi disoccupati avremmo?
 

Anche per questo in una città al limite del paradosso come Napoli, penso sia impossibile estirpare il cancro "CAMORRA" da un giorno all’altro.


Esiste un circolo virtuoso di persone che vivono di camorra pur non essendo camorristi: persone che non "mangiano" di camorra, che non vivono di espedienti, perchè non sono esplicitamente delinquenti, ma poichè stanno li a guardare, da spettatore inermi o omertosi, implicitamente sono indotti a vivere lo stesso di camorra.

Lo "stare lì a guardare" talvolta si traduce in "aspettare che succeda qualcosa", e l’aspettare che succeda qualcosa, per le testate giornalistiche locali e per i siti di informazione cittadina, si traduce in introiti milionari.
 
Ogni giorno migliaia di copie di giornali di cronaca locale vengono vendute, per la curiosità di lettori discretamente affezionati che comprano questo tipo di quotidiano solo per lo sfizio di vedere le "capuzzelle", le foto segnaletiche del delinquente arrestato il giorno prima.



Centinaia di giornalisti
ogni giorno vivono o sopravvivono (dipende dal grado di complicità o di sudditanza) spalla a spalla con migliaia di camorristi o delinquenti, pronti a segnalare o a descrivere l’evento criminale del giorno.
Questi giornali li puoi trovare quasi in tutti i saloni di barbiere.

"Corriere dello Sport e Cronache di Napoli" dal barbiere sono un binomio inscindibile.


 

I barbieri dei quartieri di Napoli sono un po’ come quegli opinionisti che vedi all’Italia sul Due o al Maurizio Costanzo Show; se manchi per un po’ da casa e ti interessa sapere se è successo qualcosa, basta che ti rechi da un barbiere di Napoli, pronto a descriverti con un’ inconfutabile perfezione gli avvenimenti della settimana o del mese precedente.
 

"Hai visto sul giornale, ce stà a fotografi e Giuan, l’hann arrestat aier!". "Giuan o’pittor? Com mai, chill è nu faticator, nu buon guaglion!"




Dialoghi di questo genere sono all’ordine del giorno nei saloni dei barbieri di Napoli, e questi giornali spesso sono posizionati proprio al centro del locale, diventano uno strumento necessario, una conditio sine qua non, che rende possibile l’andirivieni di amici e clienti dal salone ogni giorno.

Implicitamente il giornalista di quartiere diventa l’autore per il copione perfetto della sceneggiatura della tragicommedia del giorno, e il barbiere fa da cronista, da interprete e da impeccabile lettore degli umori dei cittadini del quartiere.

Mentre tutti sono li ad aspettare, è come se i giornalisti e i barbieri dettassero i tempi, perfetti come un orologio svizzero.



Una società intrinseca, inestricabile ed a tratti indecifrabile quella napoletana, conosciuta però alla perfezione nelle facoltà di sociologia di Napoli.
 
Se ti capita per caso di ascoltare le lezioni di alcuni sociologi della Federico II resti incantato: talmente che conoscono, descrivono ed insegnano bene il marciume nel quale sono e siamo immersi, ti sembrano tanti Ciruzz o’ Milionario restaurati.

Proprio come un boss, un professore di sociologia conosce tutto ciò che accade quando accade, e soprattutto perchè accade.

Un enigma perfetto, descritto così bene, che sembrerebbe così semplice risolvere.

Ma è così che quell’Incofutabile Perfezione ogni giorno Giace.
Proprio mentre, ogni giorno, qualcuno Tace.

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